Da quando il rapporto fra lui e Stiles si era raffreddato, si era sentito un po' solo, come se fossero ritornati all'inizio del loro rapporto, quando si incontrarono per la prima volta nella foresta, davanti alla vecchia villa Hale.
Non importava se si fossero baciati, abbracciati nudi tra le sue lenzuola e avessero fatto sesso, tutto questo sembrava non essere mai esistito, come se avessero vissuto in una realtà parallela. Anche i suoi incubi lo avevano abbandonato, eppure, nonostante dovesse essere felice di questo, lui sentiva che non doveva essere così.
Aveva visto Stiles tornare alla sua vita da liceale, felice di rivederlo sorridere e scherzare con i suoi compagni. Era così che doveva essere la sua vita, ma per varie circostanze, si era ritrovato risucchiato in un mondo dove i mostri delle fiabe erano reali e lui era uno di essi, era il lupo cattivo che più volte aveva provato a fargli del male.
Sorrise al pensiero dei loro primi incontri e al soprannome che gli aveva dato, "sourwolf". Forse gli mancavano quei giorni, erano assurdi certo, ma da una parte erano più sereni. Il loro unico nemico era suo zio Peter, e loro erano più spensierati e ignari del mondo che li circondava.
Stiles starebbe fra i banchi a condurre la sua vita semplice da adolescente, senza entrare e uscire dall'ospedale. Stare al suo fianco significava non arrivare vivo a fine settimana, era meglio così per entrambi. O almeno, così credeva.
Lo era? Era giusto così? Allora perché sentiva la gola secca e amara?
Aveva osservato il castano avvicinarsi ad Ethan, aveva anche notato come quest'ultima guardava il giovane umano, come cercava il contatto fisico. Gli spostava una ciocca dalla fronte, gli puliva il bordo del labbro con il dito, tutti gesti romantici e pieni di attenzione, gesti che lui non avrebbe mai fatto, perché non erano nella sua personalità.
Osservarli da lontano lo aveva fatto sentire ancora più solo. Forse era questo il peso che sentiva negli ultimi giorni nel petto: la solitudine, la sua cara e vecchia amica che, da quando era sopravvissuto all'incendio di villa Hale, non lo aveva mai abbandonato, almeno fino a quando non aveva incontrato Scott e il suo bizzarro branco.
In quel branco c'era Stiles, che con le sue continue battute sarcastiche lo aveva aiutato ad ambientarsi. Ed ecco che nella sua testa ritorna quel ragazzo, anche quando era a New York con Cora, nelle sue notti appariva e durante il giorno era nei suoi pensieri.
Da quando il loro legame era diventato così forte? Non aveva importanza da quando. Ora nella sua vita ci sarebbe stato Ethan a prendersi cura di lui. Posò una mano sulla fronte; ultimamente, le emicranie erano diventate una costante della sua vita, soprattutto da quando Stiles era uscito dall'ospedale. Non ci era voluto molto a collegare la sua uscita con le loro apparizioni.
Il suo lupo interiore sembrava volergli dire qualcosa, e graffiava nella sua mente per attirare la sua attenzione.
Quel pomeriggio si sarebbero dovuti incontrare con il resto del branco per parlare degli omicidi. Deaton aveva suggerito di utilizzare la sua clinica per poter parlare senza che nessuno li potesse ascoltare, e Derek aveva accettato volentieri l'idea. Non voleva che altre persone entrassero nel suo loft in quel momento.
Aveva appena parcheggiato e non aveva ancora chiuso la macchina, quando la sua attenzione fu catturata da Stiles ed Ethan. Stavano chiacchierando animatamente ed erano così vicini che i loro nasi si potevano quasi sfiorare. Un secondo fu sufficiente per far apparire nella mente di Derek un flashback del loro primo bacio.
Sentì il cuore stringersi leggermente mentre osservava la scena. Era infastidito di quell'intimità tra Stiles ed Ethan, anche se cercava di nasconderlo a sé stesso. Il ricordo del loro primo bacio lo aveva colpito, e ora vedere quanto erano vicini gli faceva sentire un nodo nello stomaco.
Si sforzò di scacciare quei pensieri, concentrandosi sul motivo per cui erano lì e sulla riunione imminente. Ma non poteva ignorare la sensazione di inquietudine che provava nel vederli insieme.
"Derek?" Scott chiamò, avvicinandosi alla sua macchina.
Derek si scosse leggermente, cercando di nascondere il turbamento che provava. "Sì, sto arrivando," rispose con un sorriso forzato.
Avrebbe dovuto mettere da parte quei pensieri per concentrarsi sulla situazione del branco e sugli omicidi in corso. Ma mentre camminava verso il gruppo, la presenza di Ethan accanto a Stiles continuava a tormentarlo, lasciandogli un'ombra di insicurezza che sperava di poter nascondere ai suoi occhi.
Deaton iniziò a parlare non appena si assicurò che fossero tutti presenti. In qualche modo, era riuscito ad essere presente all'ultima autopsia, e per lui era chiaro che ciò che l'assassino prendeva dalle persone non poteva essere rilevato dagli occhi dei semplici medici legali. Per loro erano semplici persone morte, ma per lui no.
- Mi stai dicendo che l'anima viene strappata? - domandò Scott, evidente confusione dipingendo il suo volto. L'emissario cercò di essere più chiaro nella spiegazione.
- Puoi anche chiamarla anima, ma direi che è più come un'energia spirituale, qualcosa che ci rende vivi ma è anche qualcosa che ci rende quello che siamo. Le nostre emozioni o i poteri, in questo caso. Prendendo te e Lydia ad esempio, oltre alla forza umana, avete anche quella soprannaturale, - spiegò Deaton cercando di essere il più chiaro possibile.
Stiles, preoccupato, chiese: - Chi mai potrebbe fare una cosa del genere? -
Deaton guardò il giovane, riflettendo un momento prima di rispondere: - Non lo so ancora, ma è qualcuno di potente e pericoloso. L'energia spirituale che sta rubando è preziosa e potrebbe essere utilizzata per scopi oscuri e malvagi. -
Il branco si scambiò sguardi preoccupati, rendendosi conto della gravità della situazione. Derek, che si era trattenuto finora, non poté fare a meno di sentire il bruciante desiderio di proteggere Stiles da questa minaccia. Gli occhi si strinsero leggermente mentre una fiamma di gelosia si accendeva dentro di lui. Avrebbe fatto tutto il necessario per assicurarsi che nulla di male accadesse a Stiles.
- Deve esserci un modo per fermarlo, - disse Derek con determinazione.
Ethan annuì, afferrando la mano di Stiles per sostenerlo. - Sì, troviamo un modo per proteggere tutti noi e fermare questo assassino. –
Lydia era rimasta in silenzio, ascoltando attentamente tutto ciò che veniva detto. Tuttavia, decise di non menzionare il filo rosso che aveva visto collegato tra Derek e Stiles, né la frase inquietante che aveva continuato a scrivere per un giorno intero: "Morirà per mano dell'uomo che ama per riportare equilibrio, una vita per una vita."
Consapevole dell'importanza di queste rivelazioni, Lydia sapeva che avrebbe aspettato fino a quando non avrebbero avuto informazioni più precise su contro chi esattamente si stavano preparando ad affrontare. Conoscendo il suo potere e la sua intuizione, sapeva quanto fossero preziose queste informazioni e decise di tenerle per sé fino al momento giusto.
Nel frattempo, avrebbe continuato a indagare e cercare indizi, affinché quando la minaccia si sarebbe presentata con chiarezza, sarebbe stata pronta a condividere tutto ciò che sapeva. Aveva imparato che il timing era fondamentale in situazioni così delicate e pericolose, e non avrebbe rischiato di influenzare in modo negativo le azioni del branco con informazioni ancora incomplete.
Derek, Stiles e il resto del branco continuavano a prepararsi per affrontare il nemico sconosciuto.

STAI LEGGENDO
Incubi del destino
Fanfiction"Quando il destino gioca brutti scherzi" spesso questa frase viene usata quando qualcosa di inaspettato accade, ma se per una volta fosse il contrario? Oppure semplicemente quello doveva accadere non è accaduto? E se il famoso filo rosso venisse tag...