12. PUGNO DI SABBIA.

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Il fumo si innalzava e danzava nell'aria sfiorando le carnose labbra di Davide che steso su un divanetto si godeva il sapore del tabacco bruciato nella sua gola. Voleva smettere di fumare, voleva farlo sul serio, ed avrebbe voluto l'appoggio dei suoi amici. Ma no, neppure voleva dirglielo, immaginava già le loro risposte. Chi era Davide per gli altri? Davide era l'immaturo, il buffone di corte, il rompi palle, quello di cui era facile ridere. Davide sapeva che il suo esuberante modo di fare, piaceva agli altri perché era in grado di ravvivare le serate. Davide sapeva che tutti li gli volevano bene sul serio, ma questo non toglieva il fatto che Davide, si sentisse spesso umiliato. Quella era una sfida più con se stesso che con la nicotina. In fondo, se fosse riuscito a smettere di fumare, avrebbe dimostrato a se stesso che valeva più delle parole che uscivano dalla bocca dei suoi amici, e non avrebbe più avuto bisogno di credere a quest' ultime. Se solo se la fosse sentita di dire a Melissa, seduta li accanto a lui, che quella fumata alle quindici era la sua prima sigaretta della giornata!

《Mi è sembrato di sentirti dire che più tardi hai un appuntamento con Vicky.》

《Non chiamarlo appuntamento, è solo un caffè a casa mia》una sbieca espressione apparve sul volto di Melissa.

《Mi sembra che si stia formando del tenero tra voi. C'è una certa alchimia!》

《Si? E pensare che sto cercando in qualche modo di far rimanere le nostre conversazioni più formali possibile.》

《Cos'hai da perdere, Melissa?》

《L'idea di iniziare sul serio a provare qualcosa per lei mi eccita e mi terrorizza. Devo valutare se ci siano più pro o più contro.》

《Sei una scassa palle!》Sollevò gli occhi al cielo sotto lo sguardo sbigottito della sua amica.
《Rifletti, valuti, fai calcoli. Ecco perché non perdi mai la testa Melissa, non ti lasci mai andare al caso, non ti godi niente! Non puoi programmare tutto, e te ne renderai conto》Davide alzò leggermente la voce, e Melissa continuò a mantenere la stessa espressione anche dopo aver sentito quelle parole; inoltre, scoppiò in una sguaiata risata.
《Scusami ma non ti ho mai sentito mettere insieme una frase di senso compiuto, e tutta questa esplosione di saggezza mi spiazza》continuò a ridacchiare sotto i baffi.
《Ma poi, da quando ti interessa questa storia? Prima di due mesi fa prendevi in giro i ragazzi omosessuali che incontravi per strada》continuò.
《Sono quasi in astinenza da relazioni romantiche, Mel, lasciami fantasticare almeno su quelle degli altri! E poi ti dico che far sesso con due lesbiche è il sogno di ogni uomo, come potrei disapprovare?》Un angolo delle labbra si alzò in un malizioso sorriso prima che il ragazzo scoppiasse a ridere vedendo l'espressione schifata della sua amica.
La serranda del box si sollevò facendo apparire dietro di essa l'immagine di Diana in tenuta da jogging che ingurgitava rumorosamente la dissetante acqua da una bottiglietta.
《Ti aspettavo un'ora fa, se non ci fosse stato Davide sarei stata da sola tutto questo tempo!》Melissa imbronciò falsamente il viso.
《Scusami, mi sono trattenuta un po' più del normale in palestra》la salutò stampandole un bacio sulla guancia.
Durante quei pochi secondi Melissa riuscì ad avvertire il suo respiro leggermente affaticato.
"Non mi ha asseconda, non è da lei. Qualcosa non va" Pensò Melissa rendendosi immediatamente conto di conoscere bene quella ragazza, almeno tanto quanto quella ragazza conosceva lei.
Si voltò ad ammirare la sua figura slanciata, il suo ventre scoperto da un top fucsia che si fermava sopra l'ombelico; era dimagrita ancora, forse un po' troppo, la sua dieta probabilmente stava funzionando. Ammirò i suoi aderenti leggins blu che lasciavano intravvedere una stella marina tatuata sulla caviglia, i suoi numerosi capelli castani e lisci, raccolti in una coda alta che lasciava cadere una frangia sul viso, i suoi occhioni azzurri contornati da un paio di borse, il suo viso pallido più del solito.

《Diana, stai bene? Sei pallida!》

《Tutto ok》si limitò a rispondere quasi sibilando, e quella risposta preoccupò ancora di più Melissa.
Poi, sotto il suo sguardo, gli occhi di Diana si capovolsero lasciando la ragazza strisciare su una parete e finire a terra, senza sensi.
Melissa, in allerta, si precipitò sul corpo della ragazza sentendosi il cuore pulsare sempre più violentemente nel suo petto.
Davide spaventato la seguì.
《Diana!》La chiamò più volte Melissa schiaffeggiandola e gettandole dell'acqua sul volto, ma la ragazza sembrava non volersi proprio riprendere. Davide la sollevò di peso adagiandola su un divano e sollevandole le gambe, poi lanciò un cellulare tra le mani di Melissa.

Se non è amore non ha nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora