22. A PATTI CON DIO.

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Il vento soffiava e scuoteva le tendine nella stanza, Melissa suonava, Diana correva.

Le ante della finestra traballavano e si muovevano spinte dalla folate d'aria, Melissa pigiava con destrezza i tasti del pianoforte che componevano una malinconica melodia, Diana piangeva. Le lacrime le rigavano il volto scavato ed esausto, le gambe tremavano stremate, il cuore pompava, il fiato mancava. Arrivò d'avanti a quel portone, pigiò più volte il tasto del campanello: Manu tardava a rispondere.

Si allontanò di qualche passo inquadrando il terrazzo dell'appartamento in alto, si asciugò la lacrime con un braccio, ma altre le sostituirono.
《Manu, ti prego!》Urlò a squarciagola.
L'uomo uscì dal terrazzo con un volto sconvolto, i folti capelli in disordine e la barba scomposta.

《Diana!》

《Lui dov'è?》

《L'hanno portato via, Davide è con lui... Diana!》La ragazza non si fermò neppure un attimo ad ascoltare le parole disperate del suo amico, riprese subito a correre.
Manu scappò all'interno dell'appartamento ed afferrò il suo cellulare.
Il suono squillante interruppe Melissa, che immediatamente lo afferrò.

《Manu?》

《Melissa! Giuro, non è colpa mia! Io non lo sapevo!》Scoppiò in un incontrollato pianto.
Melissa strabuzzò gli occhi.

《Sto arrivando.》

Diana correva ancora, il mondo intorno sembrava svanito. La gente la fissava e lei se ne fregava.
Sentì in lontananza il fischio di un'auto e lo ignorò.
L'auto si avvicinò accostandosi a lei, il finestrino si abbassò mostrando l'immagine di Vicky. Diana non smise di camminare.

《Ehi, che succede?》

《Nulla.》

《Diana, per favore entra in auto! Ti do un passaggio, ovunque tu sia diretta.》

Diana si fermò, riprese fiato pochi secondi e prese posto nell'auto.

《All'ospedale.》

《Bevi un po' d'acqua e spiegami》Vicky lanciò una bottiglietta tra le mani e pressò sul acceleratore.
Davide stava andando nel panico, Giulia dall'altro capo del telefono tentava di tranquillizzarlo.

《Ha avuto un arresto cardiaco per strada, dannazione, Giulia, non so cosa fare! Non mettere Diana al corrente di ogni particolare. Quella li potrebbe infartare!》

《Davide, va tutto bene, i medici se la sapranno cavare! Sicuro di non avere idea di cosa sia successo?》

Davide si portò le mani al capo.

-Otto mesi prima.

Davide si nascose dietro la porta ad origliare le grida assordanti. Diana sembrava colma d'ira.

《Lo capisci che in questo modo non può andare? Andrea, devi farti aiutare!》

《Non sono affari tuoi!》

《Sei una testa di cazzo!》

Davide sentì i passi di Diana avvicinarsi all'uscio, si allontanò dalla porta facendo finta di nulla e si trovò faccia a faccia con la ragazza, che scuotendo la testa si allontanò.
Si fece largo all'interno dell'enorme villa.

《Wow, quindi tu vivi qui?》

Attirò l'attenzione di Andrea che lo fissò con un mezzo sorriso mentre Davide si tuffava a strapiombo su un divano in pelle del suo salotto.
《Sai cosa? Una cannetta ora ci starebbe benissimo》si rilassò completamente.
《Roba da ragazzini, non hai mai provato nulla di meglio?》La voce roca di Andrea aveva quasi un tono malizioso.
Davide stupito si sollevò con il busto fissando l'immagine del suo amico con un'insolita cima tra le mani.
《Oppio?》Restò allibito.

《No, grazie, non amo le droghe chimiche.》

《Giulia, in realtà un'idea io ce l'ho.》

....

《Manu, calmati! Serena e la piccola non ci sono, spiegami cos'è successo.》

Il ragazzo gironzolava disperato intorno al tavolo da prenzo.

《Volevamo solo festeggiare, ho aperto una bottiglia di prosecco, ha bevuto un paio di bicchieri e poi è crollato improvvisamente a terra! Non ho fatto niente! Credi che passerò dei guai? Ho una famiglia, Melissa!》

Melissa prontamente gli tirò un ceffone, sotto il suo sguardo stupito.

《Torna alla realtà! Muovi quel culo e raggiungiamo Diana!》

Le gambe di Diana fremevano impazienti.

《... stava diventando violento, Vicky, lo amo, ma dovevo salvaguardarmi!》

Vicky non spostò di un centimetro la visuale dalla strada.

《Stiamo parlando di eroina! Credo che abbandono, in questo caso, non sia la parola adatta. Non è colpa tua! Solo... perché non hai messo al corrente nessuno?》

Diana scosse la testa.

《Non lo so.》

La macchina si fermò e lei scappò via, entrò all'interno della struttura.

"Non c'è tempo per l'ascensore."

Prese di fretta le scale seguita da Vicky e fu travolta da Davide.

《Lo stanno portando in sala operatoria!》

Diana tentò di seguire i medici.

《Mi dispiace signorina, ma non può entrare. È una parente?》

《La sua ragazza.》

《Sa come possiamo rintracciare i suoi familiari?》

《No, ma so che vivono a Milano.》

《Perfetto. Resti in sala d'attesa!》

L'uomo calvo in camice bianco rientrò nella sala operatoria lasciando li i tre ragazzi, a cui ben presto si aggiunsero gli altri e due.
Vicky con compassione li prese in disparte per spiegare a tutti le dinamiche della situazione, mentre Diana...lei era distrutta.

"Sono ancora disposta ad alleviare le tue ferite con i miei baci, amore. Che poi, tu lo sai: tra le mille grida accese, non sono mai mancati. Perché ciò che noi abbiamo è raro, è un diamante prezioso, e se resti con me sarà per sempre, te lo giuro. Il nostro amore incasinato e perfetto, tanto da fare invidia a Dio. E andrei a patti con lui se potessi, credimi amore, andrei a patti con Dio. Perché il mio letto è troppo freddo e ti sta ancora aspettando, perché manchi alle mie braccia, perché la mia droga è il profumo della tua pelle, perché oltre a te, il tutto è niente. So che ami scherzare, ma non farlo adesso che sto morendo dentro. Ti aspetto qui fuori."

Le lacrime sembravano aver creato dei solchi sulle sue guance.
Melissa era li a stringerla, ad asciugargliele come d'altronde aveva fatto per tutta la sua vita, ma poco importava.
Comprese.
Comprese gli sfoghi, il nervosismo, il cercare assiduamente di distrarsi, il non mangiare e dimagrire troppo in fretta.
Si sentì in colpa, ma come poteva sapere?
Nausea, provava esattamente quella sensazione.
《Come sta andando?》Pronunciò Giulia al suo smartphone.
《Siamo qui da due ore, ma ancora non si sa nulla》rispose Vicky.

《Avete da mangiare o devo raggiungervi?》

《Davide è sceso a prendere qualcosa al bar, ma nessuno ha molto appetito qui.》

《Chiamami quando hai notizie.》

Vicky non fece a tempo a chiudere la chiamata, quando un dottore venne fuori dalla sala con uno sguardo serio.

《Resta in linea.》

Se non è amore non ha nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora