Melissa fissava tentennante la figura di Serena li di fronte a lei, giocherellando nervosamente con un mazzo di chiavi. La casa le sembrava un po' più grande, o forse era lei che pian piano si stava rimpicciolendo.
《Credi sia possibile?》Le domandò senza guardarla negli occhi.
《Di quanto sta tardando?》Rispose la bionda cercando il giusto consiglio da dare.
《Due settimane, è in ritardo di circa due settimane》si grattò con forza il retro dell'orecchio.
Non doveva succedere, sarebbe stato solo un colpo diretto al cuore. Non a quello di Melissa quanto a quello di chi le stava attorno.
"Tutto un grande, immenso casino."
《Vicky sa della notte passata al Delirium?》Domandò ancora Serena sollevando la pargola tra le braccia sottili.
Melissa sospirò esasperata:《Si, ne abbiamo parlato un po' di tempo dopo e c'è stata...empatia! Lei conosce tutte le difficoltà che ho avuto nell'accettare il mio orientamento, inoltre, al tempo il nostro interesse era parecchio... implicito, se così si può definire.》
《Magari ci sarà empatia anche questa volta!》Azzardò Serena.
Melissa scosse la testa portandosi le mani alla nuca:《Dio santo, la distruggerei!》《Dovete farlo assieme, Mel. Non potresti comunque nasconderle questa storia per sempre!》
《O forse si...》
Dopo quella risposta Melissa si sentì fulminare dallo sguardo gelido della bionda:《Stavo scherzando.》
La tensione in quel momento si poteva tagliare con un coltello tanto era evidente.
《Bene, io allora andrei. Grazie di tutto!》Salutò l'amica e l'esserino tra le sue braccia prendendo poi la porta d'uscita.
Ansia, ansia, ansia... dannata, dannatissima ansia!
Melissa sentiva l'aria mancare mentre allungava velocemente il passo. Sbruffava, sghignava, pensò di fermare un passante per farsi offrire una sigaretta e subito dopo si rese conto che non avrebbe potuto più toccare del tabacco per un po'.
I suoi errori ancora una volta sarebbero ricaduti su qualcun'altro. Gli errori: il nemico più grande che Melissa avesse mai avuto.
Combatteva in una feroce lotta contro di essi fin da quando era bambina.
"Se non frequenterai l'università sfigurerai la nostra famiglia, se non vinci il concorso di pianoforte ci sentiremo umiliati, ma che figura ci facciamo noi? Siamo i tuoi genitori..." erano solo alcune delle frasi che si era sentita ripetere più spesso. Bè si, i suoi genitori avevano il vizio di farle pesare fortemente i suoi errori, e Melissa se ne era resa conto solo da grande. Eppure in cuor suo sapeva che in quel preciso caso, l'errore era stata l'azione, non ciò che ne poteva conseguire.
Finalmente notò in lontananza l'insegna verde a forma di croce che lampeggiava, segnalando di tanto in tanto la data del giorno e la temperatura, che sulla pelle di Melissa sembrava molto più alta di quanto fosse scritto. Entrò a piedi piatti, come se quel posto fosse il suo inferno.
"Lasciate ogni speranza voi che entrate!"
Per fortuna la speranza era proprio ciò che stava spingendo Melissa a far capolineo in quella farmacia. Girovagò per lungo tempo ed imbarazzo tra i pochi scaffali, ed uscì di li con il suo pacchetto tra le mani sperando che nessuno l'avesse notata. Immediatamente lo inserì all'interno dell'ampia borsa che portava al braccio.
"E questo è solo l'inizio" pensò.
Compose il numero fremendo e attese risposta.
《Ehi, buongiorno!》La voce di Vicky era ancora roca ed assonnata, ma le sembrò comunque adorabile.《Vicky, possiamo vederci?》
Quel tono serio insospettì Vicky, che accigliando tra le coperte rispose:《Si, certo, passa pure per casa!》
Senza neppure salurare Melissa chiuse la chiamata e scattò in direzione del suo appartamento, cercando mentalmente le parole giuste per esprimersi. Tentativo vano, perché in fine si sa che i discorsi reali non sono mai come li progettiamo. Così Melissa si arrese, ed una volta li, rimase pietrificata di fronte all'immagine di Vicky che la fissava sospettosa.
Vicky aveva il cuore fragile, da maneggiare con prudenza, e di questo lei ne era pienamente consapevole. Come avrebbe potuto avere la sfacciataggine di confessarlo senza girarci intorno?
Tutto ciò che riuscì a fare fu scoppiare in lacrime.
Vicky allibita e preoccupata si precipitò su di lei, stringendola, cercando di far chiarezza, sussurrando parole rassicuranti...
Melissa tirò fuori dalla borsa il pacchetto bianco, e da quest'ultimo il test di gravidanza.
Vicky gelò alla vista di quell'oggetto, e sembrò aver intuito qualcosa.
《È una maledizione, cazzo, altrimenti cos'altro potrebbe essere?!》Gridò sferrando un pugno contro la parete color rosso acceso che fece un rumoroso tonfo.
《Vicky, no... per favore!》Melissa afferrò l'esile mano dalle nocche scorticate e la baciò.
《Quando?》Domandò Vicky ancora rabbiosa lasciando scivolar via lentamente la sua mano da quelle di Melissa.《Credo quella sera al Delirium, di cui ti ho già parlato.》
"Errori su errori."
《Come "credi"?! Ce ne sono state altre?》Il nervosismo di Vicky stava prendendo il sopravvento.
《No, intendo... potrebbe essere successo quella sera, ma...il test, devo ancora fare il test》si affrettò a parlare.
Vicky sospirò, più volte, cercando di recuperare la calma, che però venne sostutuita con un enorme senso di disagio, e di tristezza.
《Non so cosa dire》pronunciò con la gola stretta.
《Io si》rispose l'altra.
《Scusami》continuò.
Vicky aggrappandosi ad un cuscino affondò con violenza le rigide dita al suo interno:《Mi sembra di rivivere sempre le stesse cose Melissa. E se quel test fosse positivo cosa accadrebbe? Aspetta, mi rispono sa sola. Cercheresti suo padre...no?》scrollò le spalle enfatizzando in particolare la parola "padre".
Melissa si asciugò le lacrime con i pollici, tirando su col naso e restò in silenzio pochi istanti, poi parlò:《In ogni caso, resteresti l'unica persona con cui vorrò condividere la mia vita. Ma se vuoi che io vada via, ti comprendo》
Dopo quella risposta alcune lacrime incominciarono a segnare anche il volto di Vicky, che si aggrappò al corpo dell'altra stringendolo a se.
《È qui il punto, Melissa: voglio che tu resti》la baciò, cercando la forza per sollevare le sue labbra in un sorriso, per quanto sbieco potesse sembrare in quel momento. Afferrò il test incartato tra le sue mani ed abbassò lo sguardo per fissarlo un po' più da vicino.《Hai idea di come funzioni questo coso?》
Melissa giocherellava con le mani nei suoi capelli, completamente persa nelle farfalle che sentiva invadere abusivamente il suo stomaco.
Allora esisteva davvero qualcosa di così profondo!"Ora capisco il perché tutti parlano d'amore. Una sensazione così ti può riempire la vita! E lei, cazzo... non me ne stancherò mai."
《Dovrebbero esserci le instruzioni, o mi sbaglio?》
Vicky voltò la confezione al contrario:《Ah, eccole.》
《Vuoi farlo adesso?》Continuò.
《Si, voglio farlo adesso.》
...Tadan!
Questo capitolo l'ho sudato per davvero.
Questa volta vi lascio con un po' di suspense, ma vi prometto di aggiornare presto, la storia è agli sgoccioli!
Un abbraccio a tutti ♡
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Se non è amore non ha nome
RomanceQuando non si è più ragazzi, ma non si è ancora adulti. Quando è tempo di capire chi si è per davvero. Quando le scelte sbagliate si possono rimpiangere per sempre. Una piccola cittadina Italiana, un ritrovo, un gruppo di amici poco più che diciotte...