13. FUORI CONTROLLO.

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Vicky percorreva le strade di quella città a lei ancora non proprio conosciuta. Controllò l'orologio, era in ritardo. I suoi piedi accelerarono il loro ritmo facendole avvertire il suo respiro gradualmente sempre più affannoso. I suoi pensieri erano concentrati sul tragitto, e le avevano fatto dimenticare di ammirare il paesaggio intorno a se. Finalmente raggiunse il grosso cancello grigio e si fermò riprendendo fiato per qualche istante. Avanzò a passo lento e tirò nella sua direzione la porta di legno scuro scontrando un uomo di mezza età, ben vestito, dai folti capelli bianchi. Riuscì a riconoscere nei suoi occhi gli stessi di Melissa, e questo le fece intuire che ci fosse probabilmente una parentela tra i due.
《Cerchi Melissa?》 Le domandò l'uomo con una voce quasi sussurrante, e lei si limitò ad annuire con un cenno della testa.
《È al piano di sopra, anzi, già che ci sei mi faresti un favore se tu l'avvisassi che sto uscendo》 disse rivolgendole un amabile sorriso ed allontanandosi fino a raggiungere l'uscita.
Vicky si avventurò in quella casa, davvero grande, ma solo agli occhi di quella ragazza, che non aveva mai vissuto in un posto più grande di un appartamentino di cinquanta metri quadri. Salì le scale che conducevano al piano superiore giocherellando con la ringhiera e bussò alla prima porta a destra entrando e scorgendo l'immagine della sua amica china su alcuni libri di scuola.
《Sei arrivata finalmente! Quasi non ci speravo più》disse Melissa stringendola.
Vicky si lasciò andare all'affettuoso abbraccio. Da quando era li, nessuno oltre Melissa le aveva dato molta confidenza, molte attenzioni, ed era innegabile il fatto che per lei quel rapporto stava diventando importante.

《Avevi detto di volermi mostrare qualcosa.》

Melissa annuì sollevandosi dai suoi compiti scolastici ed invitando l'amica a seguirla fuori dalla stanza. Percorse di nuovo la scalinata scendendo al pian terreno dopo di che, schiuse una piccola porta che si dirigeva verso un piano ancora inferiore, e li, si ergeva una mansarda dalle pareti gialle, con un piccolo caminetto spento, un gigantesco televisore a schermo piatto, un grosso divano apparentemente molto comodo ed infine una piccola libreria in legno.
《Siediti!》Ordinò Melissa avvicinandosi a quest'ultima.
《Ho dimenticato di dirti che ho incontrato un uomo all'entrata, mi ha detto di avvisarti che stava uscendo》rispose Vicky eseguendo.

《Chi? Mio padre? Sembra quasi che io viva da sola, i miei sono sempre iper impegnati.》

Sfilò qualcosa dalla libreria, che Vicky non riusci a riconoscere, poi prese posto accanto a lei in modo da mostrarle l'immagine di un enorme book fotografico.
《Hai detto di voler sapere di più di me. Bene, credo che il modo più semplice sia mostrarti chi sono》sorrise, quel sorriso sapeva donare un immensa calma a Vicky, che la guardava soddisfatta.
Melissa cominciò a sfogliare le pagine soffermandosi pian piano a commentarle, scherzando e ridendo insieme alla sua amica.
Puntò l'indice su una fotografia che rappresentava tutta la sua famiglia. I suoi genitori un po' più giovani, fieri e composti risaltavano nella foto, nelle braccia di sua madre c'era la piccola Melissa dagli occhioni verdi che non sembrava avere più di tre anni, e dinanzi i suoi due fratelli maggiori.
《Questa è la mia famiglia. Nulla di particolare, di disastrato, di complicato. I miei genitori sono gente per bene, dai forti valori, e li hanno tramandati a noi. Tutto forse noiosamente perfetto》disse Melissa.
Vicky sghignazzò infilandosi una sigaretta tra le labbra.

《Ti invidio Melissa, sul serio.》

《Chiunque invidierebbe una famiglia come la mia.》

《I tuoi genitori hanno l'aspetto di due persone molto pretenziose.》

《Oh, si, lo sono molto.》

Vicky si portò una mano al mento ed iniziò a riflettere, a collegare e quasi le si accese una lampadina.
《Ora capisco》sussurrò a se stessa.
《Cosa?》Domandò Melissa incuriosita da quell'affermazione.

Se non è amore non ha nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora