Umbrella Academy
29 marzo, ore 9:40Riunita la famiglia più o meno al completo nel salotto dell'Academy, i due giovani viaggiatori nel tempo si trovavano gli occhi dei fratelli puntati addosso mentre questi ultimi tentavano di elaborare il racconto dell'avventura alla sede della Commissione che avevano appena sentito.
<Presto saremo tutti insieme a saltellare tra le fiamme dell'inferno> disse Zero, seduta a gambe incrociate sul divano in tutta la sua aria da caffeinomane. Prese dalla tasca l'ordine della Commissione e lo sventolò pigramente attendendo che qualcuno glielo togliesse dalle mani.
Allison lo prese e, dopo averlo letto, commentò: <Chi diavolo è Harold Jenkins?>
<Non lo so, ancora. Molto probabilmente il responsabile dell'apocalisse, quindi dobbiamo trovarlo> disse il ragazzo.
Del silenzio sconcertante riempì la stanza.
<Questo caffè fa davvero schifo> decretò Zero guardando in disgusto la sua tazza take-away, e poi suo fratello <non era questo l'accordo, dovevamo prendere del caffè perlomeno bevibile questa volta>
Cinque la guardò sconcertato mentre beveva il suo come se la sorte del mondo fosse dipesa dalla velocità con cui l'avrebbe finito. Lanciando la sua tazza ormai vuota incurante di dove sarebbe finita, disse: <So che è incredibile, ma dovete aiutarci a trovarlo>
<Non hai detto che ci avevi visti tutti morti mentre cercavamo di salvare il mondo? Non ce l'abbiamo fatta una volta, perché dovremmo riuscirci ora?> chiese Klaus dal divano su cui era svaccato accanto a Zero.
<Perché stavolta ci siamo noi> disse indicando sé stesso e la sorella <Ascoltate, sono tornato solo per salvarvi tutti. Non è stato uno spasso vedervi morti sotto a cumuli di macerie e fiamme, vorrei davvero evitare che succeda un'altra volta>
Seguirono sguardi di tacito confronto. Tutti assentirono.Ore 12:04
<Ecco come si fa. Un giorno capirete quanto è stato stupido dare la targhetta del numero uno a Luther e non a me> disse Diego porgendo spavaldo un fascicolo della polizia appena ottenuto illegalmente.
Cinque fece per aprire il fascicolo e alla vista di quest'ultimo vuoto, Zero reagì così: <Un'altra fregatura del cazzo. Ben fatto Diego, devono davvero adorarti i tuoi colleghi piedipiatti>
<Però deve essere il fascicolo di Harold Jenkins. È logoro, deformato da sembrare che una volta fosse pieno di documenti, e qua dietro c'è annotato a matita "H. Jenkins". Avrà eliminato le prove della sua esistenza> fece notare Cinque.
<E ora?>
Si guardarono come per capirsi telepaticamente in silenzio.
<Aspetta, non avevi trovato davvero niente sui Jenkins?>
<Beh, risalendo ad uno degli alberi genealogici di gente morta e sepolta ci sarebbe una persona viva che potrebbe avere a che fare con i Jenkins, anche se non ha quel cognome. La ragazza di un mio sogno ricorrente>
<Perché non me l'hai detto?> chiese Cinque visibilmente irritato.
<In che senso di un tuo sogno ricorrente?> chiese Allison confusa.
<Eri preso dal tuo stupido occhio. Ed ero arrabbiata con te> rispose Zero ignorando la sorella.
Il ragazzo sbuffò, ma arreso al suo destino chiese: <Quindi che si fa, capo?>
<Ti va di andare a scuola?>The City private High School
Ore 13:25Ed eccoli là, di fronte alla triste facciata di una scuola per ragazzini spocchiosi nel pieno centro caotico della città.
Le era sempre venuto complicato mimetizzarsi anche tra le folle: guardare qualcuno negli occhi significava trovarsi degli sguardi curiosi o scioccati alla vista del brillante rosso che accerchiava le sue pupille, ma se era necessario mischiarsi tra la gente abbassava lo sguardo e il gioco era fatto. Ora però problemi come le cicatrici, i lividi, o forse la divisa logora e mezza bruciacchiata distraevano molto più del colore dei suoi occhi. Insomma, sembrava uscita dagli Hunger Games.
<Ma questa ragazza come l'hai trovata?> chiese Cinque da dietro, appoggiato alla portiera dell'auto in cui il resto della famiglia attendeva che i due giovani si decidessero sul da farsi.
<Un'intera giornata a leggere necrologi è bastata>
<Come avevi detto che si chiamava?>
<Olivia Blaine. Biondina, quindici anni>
Questa volta i due non erano d'accordo sul piano da attuare. Cinque pensava che fosse meglio procurarsi l'orario scolastico della ragazza per sapere in che aula si trovasse, per poi mandare Diego a fingere di essere lo zio che chiede di portarla a casa per via di un'emergenza familiare, così da non creare trambusto, o problemi legali. Al contrario Zero era del pensiero che "non c'era tempo" per fare le cose in modo discreto e che avrebbero fatto più in fretta semplicemente cercandola fra le aule, che non potevano essere poi così tante. "Formalizzarsi in questo caso è solo una perdita di tempo" fu la sua argomentazione finale nella discussione sul da farsi. Quindi conclusero che ognuno avrebbe fatto come meglio credeva e chi avrebbe trovato la ragazza per primo doveva farsi offrire una pizza dal perdente, e si divisero.
Entrare e camminare per quei corridoi si rivelò meno discreto di quanto si aspettasse. Non che ne sapesse molto di scuole lei, che era stata educata in casa propria dalle severe lezioni impartite dal padre su materie andanti dal greco antico all'astrofisica.
Di certo però non si aspettava tutti quegli occhi puntati addosso. Pensava che degli studenti avessero cose a cui pensare, posti in cui correre, e invece sembrava che il loro passatempo preferito fosse scannerizzare chiunque gli passasse davanti e bisbigliarsi giudizi all'orecchio a vicenda. Avevano tutti una tremenda faccia da schiaffi.
Una cosa che non la fece sentire molto mimetizzata fu la sua divisa dell'Umbrella Academy: non tanto per il logo quanto per il blu della giacca, il rosso del maglione e della gonna, contrastanti col grigio dell'uniforme della scuola. Forse era per quello che tutti la stavano guardando in malo modo, oltre che per il suo aspetto che palesava stanchezza e insonnia, o lo sguardo attento ma allo stesso tempo perso, o ancora la sua camminata nervosa.
Le occhiate curiose però non sembrarono turbarla quanto il terribile odore di sudore mischiato a quello di profumo eccessivamente costoso. A quanto pare, a molti di quei ragazzini nessuno aveva mai consigliato, in un modo o nell'altro, l'uso del deodorante.
Quei ragazzi in grigio si muovevano in branco, ed erano soliti ad essere capitanati dal membro più altezzoso di tutti. Alcuni si aggiravano in coppia, ragazzo e ragazza; alcuni avevano le mani intrecciate, altri si tiravano occhiatine imbarazzate. Chissà come doveva essere vivere come uno studente normale, avere una cotta adolescenziale, o... sì insomma, quelle cose.
Zero si ricordò che aveva una scommessa con suo fratello e, dato che voleva quella pizza, si concentrò su Olivia, pensando in quale di quei gruppetti l'avrebbe potuta trovare. Nei suoi sogni le appariva come una ragazza di buon cuore, innocente, ma anche remissiva e ingenua, quindi era probabile trovarla in uno dei quei gruppetti di ragazze sottostanti ad un'altra che si distingueva per la prepotenza, o i soldi. Oppure con un ragazzo, perché no. I suoi profondi occhi blu e i boccoli perfetti li aveva impressi nella mente, come il suo innegabile bell'aspetto. Dunque pensò che era molto probabile che si trovasse con un ragazzo, uno dei tanti che le sbavavano dietro.
Suonò la campanella, simile a quella installata in casa Hargreeves come allarme per le missioni, solo più forte. Il suo suono le rimbombò in testa tanto violentemente da farle male, ricordandole il volto severo di suo padre.
Prima che potesse accorgersene gli studenti erano spariti come sciami d'insetti nelle rispettive classi, il che avrebbe dovuto facilitare la ricerca, o così lei credeva.
Fece irruzione in tutte le aule, una per una, decisa a non smettere fino a che non avrebbe trovato Olivia nonostante lo stupore e la confusione dei presenti. Potete immaginare le loro facce quando avevano visto la porta della propria classe spalancata da una ragazza mai vista con dei lividi in faccia che scrutava ogni studente per qualcosa come dieci secondi e finiva per andarsene via sbuffando.
Finalmente aprì la porta dell'aula di matematica del secondo anno, trovandovi una professoressa la cui svogliatezza era proporzionale alla quantità di capelli grigi, intenta a scrivere alla lavagna una serie di polinomi. Tra le varie facce annoiate quella di Olivia non spiccava, ma Zero la riconobbe all'istante. Lei altrettanto alla svelta si accorse che quegli occhi rossi circondati da occhiaie stavano scrutando proprio lei.
<Olivia, era ora! Non sai quanti insegnanti in età da pensione ormai da un pezzo mi stanno dando la caccia in questo momento. Dai, andiamo> disse mentre camminava verso il suo banco in terza fila.
<Potresti identificarti, signorina?> chiese la professoressa, abbastanza irritata dall'intrusione.
<Devo proprio far assentare la signorina Blaine da questa entusiasmante lezione sui> diede una veloce occhiata alla lavagna <Polinomi? Ancora? Vede, se insegnasse dell'algebra seria, questi ragazzi non si starebbero rompendo le palle>
<Il tuo nome, signorina> insistette la donna.
Sbuffò e guardò il soffitto per un attimo. Sorrise e disse: <Zero, il mio nome è Zero> prese la mano di Olivia e la strattonò perché si alzasse.
<Non prendermi in gir- >
<Aspetta, tu non eri una dell'Umbrella Academy?> chiese un ragazzino in fondo all'aula, interrompendo la professoressa.
Lo osservò in volto. Aveva un non so che di arrogante nella sua espressione. Si limitò ad annuire.
<Ma non eri scomparsa?>
<È curioso come tu sappia di me, dato che nemmeno esistevi quando è successo>
Il ragazzino la guardò esterrefatto. <Ma ho delle domande, tu...>
<Ora, dato che ho scommesso una pizza e non ho ulteriore tempo da perdere, tolgo il disturbo. Andiamo>
Olivia non se lo fece ripetere due volte, nonostante l'inquietudine che Zero e il suo tono sarcastico le mettevano.
<Non preoccuparti, non ho intenzione di farti niente. Facciamo solo un giro> disse con un tono che cercò di rendere meno minaccioso di quello per cui aveva precedentemente optato.
<Ma io ho lezione...>
<Olivia, questo è molto più importante della tua istruzione. Niente pressioni, ma c'è in ballo la sorte dell'umanità>
La guardò confusa per qualche secondo e chiese: <Perché servo proprio io?>
<Hai un parente di nome Harold Jenkins, non è così?>
<Sì, mio cugino, ma non capisco>
Zero sorrise. <Ottimo, ottimo. Mi dovrai spiegare cosa sai di questo tuo cugino Harold. Ma prima troviamo quel coglione di mio fratello>
Iniziarono a percorrere il corridoio a ritroso verso l'uscita.
<C'entrano qualcosa gli alieni, o i servizi segreti?> chiese Olivia dopo che la curiosità cominciò a prendere il sopravvento.
<Non essere stupida>
<Quanti anni hai?>
<Dipende da cosa intendi>
<E quei segni sulla faccia come te li sei fatti?>
<Soffocando una ragazzina che faceva troppe domande. Si dimenava molto e mi ha fatto male in faccia>
A quelle parole sbiancò e non aprì più bocca per un po'. Il piano prova-ad-essere-rassicurante-e-non-farle-paura era fallito in meno di un minuto. Così aggiunse un <Ma dai, scherzavo>. Si accorse inoltre che per avere quindici anni il modo in cui parlava era alquanto infantile.
Si trovarono davanti a Cinque, tutto preso dalla tabella dell'orario di Olivia in mano. Guardò Olivia, poi Zero. <Cazzo> espresse il suo disappunto sull'aver perso la scommessa.
<Olivia, mio fratello, Cinque Hargreeves. Cinque, Olivia Blaine, la protagonista dei miei incubi ricorrenti>
Il ragazzo le osservò con le sopracciglia aggrottate. <Questa storia degli incubi dopo me la spieghi>
E così un uomo tozzo e bassino apparve davanti a loro e disse, sottovalutando i soggetti che si trovava di fronte: <Dove credete di andare?>
Olivia era pietrificata, non avrebbe aperto bocca nemmeno se le avessero chiesto di farlo. Al contrario, Zero non esitò a rispondere: <Dritti all'inferno, signore>
L'uomo si avvicinò ai ragazzi con aria indispettita. Ma insomma, tra un po' di fretta e impulsività, l'individuo finì a terra tramortito da qualche pugno che probabilmente non si aspettava.
La ragazza in grigio guardò Zero e Cinque spaventata ma anche allibita, e la risposta a quell'espressione sconvolta fu un serissimo: <Che c'è?>Tornati in macchina, con Diego al volante ed Allison sconcertata intenta ad ascoltare i discorsi dei fratelli "minori" con la loro nuova vittima di rapimento sui sedili posteriori, iniziò l'interrogatorio.
Olivia ci mise un po' prima di parlare. Forse credeva di essere appena stata rapita da dei tipi alquanto inquietanti, o pensava solo che fossero tutti matti.
<Dunque, hai detto che Harold Jenkins è tuo cugino. Spiegaci bene l'albero genealogico completo senza tralasciare dettagli> esortò Zero.
<Mi lascerete tornare a casa, vero?>
<Non c'è nessun motivo per cui dovremmo ucciderti, quindi sì, puoi stare tranquilla> rassicurò Diego, ottenendo però ulteriore terrore nello sguardo di Olivia.
<Avranno già chiamato la polizia per venire a cercarti e non abbiamo tempo per finire in carcere ora> disse Cinque esasperato <rispondi e basta>
La paura di quella ragazzina stava iniziando ad innervosire entrambi, quindi Zero racimolò tutta la pazienza presente in corpo e tentò di dire in modo calmo: <Olivia, non ti faremo del male ma anzi, siamo qua per proteggerti. Abbiamo solo bisogno delle tue risposte, e se ce le dai sarai un elemento fondamentale della riuscita nel salvataggio del mondo. Salverai la tua famiglia, i tuoi amici, l'intera umanità. Serve solo che collabori, senza paura>
Zero pensò che quello fosse il suo discorso d'incoraggiamento più imbarazzante mai fatto, ma stranamente funzionò alla grande e Olivia iniziò a parlare: <Harold è figlio di mia zia, la sorella di mia madre, Ava Peabody, e... William Jenkins credo, non sono sicura che il padre si chiamasse così. Comunque, mia zia è morta dando alla luce Harold. Oltre al fatto che è finito in prigione per aver ucciso suo padre, non so niente di lui. Dopo la morte di zia Ava mamma non ha mai avuto niente a che fare con loro. Era molto giovane quando è morta sua sorella, ne è rimasta molto scossa e non ne parla quasi mai>
<Aspetta, aspetta, hai detto che tua zia faceva Peabody di cognome> disse Zero sull'orlo di un'illuminazione <Sai dirmi se conosci un certo Leonard Peabody?>
<No, mi dispiace>
Guardò Allison con gli occhi sbarrati, intendendosi all'istante. <È stato molto originale a usare come nome falso il nome da nubile di sua madre defunta, c'è da dirlo> disse sarcastica Zero, parlando del presunto fidanzato di Vanya.
<Quel figlio di puttana> disse Allison <dobbiamo dirlo subito a Vanya>
<Cosa intendete, chi è Leonard?> chiese la ragazzina.
Ignorando la domanda, riprese: <Sai che cosa fa adesso Harold, dove abita?>
<Ci ha chiamati una volta, ci ha detto che se fosse servito, l'avremmo trovato a casa della nonna, di nostra nonna>
<Dove si trova la casa?> chiesero all'unisono in fretta e furia.
<In periferia, subito dopo il bosco attraversato da Oldwick road. È una casetta di legno, l'unica nel raggio di miglia e miglia>
<Grazie Olivia, sei stata grandiosa> <Adesso prepariamo l'alibi che racconterai alla polizia e poi ti portiamo dritta a casa> concluse il ragazzo, preso dall'euforia di una nuova pista da seguire.Spazio autrice
Non so se si capisce che Olivia è l'Olivia del capitolo 0, quella del sogno. Ma sì insomma è lei.
Suppongo di dover chiedere scusa a chi frequenta una scuola privata, ho scelto di descriverla così per evidenziare il contrasto fra il caos che caratterizza Zero e l'ordine, la perfezione apparente. Le divise sono grigie per sottolineare la noia del far parte di una massa, perché è un colore associato alla monotonia e alla tristezza. Però non ho niente in contrario al vestirsi di grigio o alle scuole private.E ora
ALLERTA SPOILER STAGIONE 3 DI THE UMBRELLA ACADEMY
Se non l'avete ancora vista andate a farlo :) se continuate a leggere, a vostro rischio e pericoloAmici miei cari, ho finito la terza stagione non appena è uscita e che dire mi è piaciuta un sacco, però non ho capito niente lol, la sto riguardando per vedere se capisco qualcosa in più.
MA IL FINALE MI HA SPIAZZATA COSA SIGNIFICA QUELLA ROBA OH
Vabbè troppo carini Diego e Lila, Cinque non ha per niente deluso le mie aspettative e la scena in cui ballano tutti nel primo episodio credo sia la più bella di tutta la serie.
Insomma tutte le stagioni hanno vibes diverse, sembra quasi di vedere tre show diversi e questa cosa mi piace tantissimo.
Ditemi anche voi che ne pensate se vi va, ma senza spoilerare :)Al prossimo capitolo :)
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𝑰 𝒂𝒎 𝒁𝒆𝒓𝒐 𝑯𝒂𝒓𝒈𝒓𝒆𝒆𝒗𝒆𝒔 || The Umbrella Academy
Fiksi PenggemarZero era il suo nome, ed era quello che pensava di valere senza l'unica persona al mondo per cui non provava disprezzo. L'ultima briciola del suo cuore sarebbe sparita se non fosse stato per il quinto dei suoi 7 fratelli, numero Cinque. Reginald Har...