Il giardino era quasi deserto; tutti stavano ballando all'interno della casa. Jake mi teneva la mano, sudata per l'agitazione, anche se lui non sembrava farci caso. Tra gli alberi scorsi una panca a dondolo, in legno chiaro, circondata da fiori di svariati colori; mi stava portando lì.
-Perché invece non ci stendiamo sull'erba?- proposi io, d'un tratto.
-Pensavo di essere io quello matto...-disse lui, indicando il cilindro.
-Come dice lo Stregatto: siamo tutti matti qui!
Rise e si lasciò cadere per terra, tirandomi giù con lui.
Sopra di noi, il cielo illuminato da miriadi di stelle e dal sottile raggio della luna. Restammo per un po' in silenzio, con i volti rivolti all'oscurità dell'universo e all'ignoto.
-Pensi mai alla vita?- mi chiese d'un tratto, sospirando.
-Sì, penso che non dovrei essere qui- risposi semplicemente io.
-Non ti stai divertendo?
-No, intendevo qui in questo mondo. Mi sento sbagliata.
-Anch'io...e se andassimo nel Paese delle Meraviglie? In fondo veniamo da lì!
-Quando partiamo?
I miei occhi incrociarono i suoi, profondi come l'oceano e accesi di una luce dolce. Le sue dita sfiorarono la mia mano e le sue labbra si allargarono in un lieve sorriso.
-Io sono già lì.
Era veramente Jake quello steso al mio fianco? Quel ragazzo che si sentiva sbagliato, come me, e che voleva scappare? Quello che mi aveva intrappolata con uno sguardo?
-Io...posso toglierti la maschera?- mi chiese incerto, senza staccare gli occhi dai miei.
-Ho paura che potresti rovinare tutto.
-E io ho paura di non trovarti più.
Le mie guance si tinsero di un lieve rossore.
-Vorrei solo dirti che ho passato una serata fantastica. Grazie di tutto.
Sorrise in risposta; le sue dita mi sfiorarono la pelle e accarezzarono i miei capelli. Portò le mani dietro la mia nuca, forse per sfilarmi la maschera; ed io, senza nemmeno accorgermene, trattenni il fiato e chiusi gli occhi.
Accadde tutto in un secondo.
Le sue labbra catturarono le mie, togliendomi il respiro e facendomi perdere un battito. Avevano il sapore del tè verde, il che mi fece pensare al Cappellaio Matto e al tè che prendeva con la Lepre Marzolina.
Era il primo bacio perfetto, come quelli dei film. Non mi resi nemmeno conto che il ragazzo davanti a me era Jake, che proprio lui mi stava accarezzando una guancia, prima di staccarsi dalle mie labbra.
-Forse hai ragione tu. Forse è meglio che resti una favola.
Gli sorrisi, mentre tornavamo a guardare le stelle, con i battiti accelerati e le mani intrecciate.Il silenzio fu spezzato dallo squillo di un cellulare. Il mio cellulare. La fantastica suoneria dell'albero degli impiccati mi fece arrossire; Jennifer Lawrence canticchiava "Are you, are you coming to the tree?" e io mi resi conto che Jake aveva detto di odiare quella canzone.
L'atmosfera romantica era ormai distrutta.
-Io...devo andare. I miei mi stanno aspettando...- dissi, alzandomi, più in imbarazzo che mai. Jake fece lo stesso e si avvicinò per salutarmi.
-Grazie per la serata, mi sono divertita molto- sorrisi.
I suoi occhi erano puntati sui miei, i nasi a pochi centimetri di distanza. E ancora una sensazione di farfalle allo stomaco mi pervase, appena le nostre bocche si incontrarono per una seconda volta.
-Notte Paige- disse lui tra le mie labbra.
STAI LEGGENDO
This is not a fairytale, it's real life
Teen Fiction-E se andassimo nel Paese delle Meraviglie? -Io ci sono già- mi disse, allargando le labbra in un sorriso. Si possono trovare fin troppi riferimenti a personaggi di libri e serie tv. Fangirl mode on