Treasure

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Mi ero appena infilata sotto le coperte quando sentii un colpetto leggero alla finestra; non avevo certo voglia di alzarmi per vedere che diavolo fosse.
Ma dato che il rumore si faceva risentire costantemente, decisi che era meglio controllare. Magari era Ron che, con la sua Ford Anglia volante, voleva portarmi ad Hogwarts.
Appena aprii la finestra un sasso mi colpì il braccio, facendomi imprecare. Che cazzo...?
-Scusa!- sentii sussurrare, dal giardino.
Sapevo che il Cappellaio Matto era pazzo, ma non così tanto!
-Che diavolo ci fai qui, Jake!
-Volevo portarti in un posto...
-Ti rendi conto che sono le undici e cinque e che domani dobbiamo andare a scuola?
-Certo! Allora, vieni giù?
-Neanche per sogno!
-Eddai, per essere una che legge tanto non vuoi buttarti in nuove avventure...insomma, pensa ai tuoi cari personaggi che rischiano la vita ogni minuto! E tu non vuoi nemmeno uscire al buio...

Ero scesa in giardino, cercando di fare meno rumore possibile. Avevo intenzione di uccidere Jake a mani nude...
-Dai, corri!
-Perché quando sono con te devo sempre correre?
-Perché la vita è fatta di momenti! Se stai ferma lì, scappano tutti! E con loro anche le opportunità! Per esempio ora hai l'opportunità di sapere la verità...quindi muoviti!
Mi prese per mano e mi trascinò con se per non so quanto tempo.
-Posso almeno sapere dove stiamo andando?
-Ma se è una sorpresa! Puoi farmi tutto quello che vuoi ma non ti dirò mai dove siamo diretti!
Gli saltai sulle spalle, accerchiandolo con le braccia, le gambe strette alla sua vita.
-Dai!!!! Ti prego dimmelo! Oppure rimango qui sopra.
-Okay, come vuoi...- e continuò a correre, tenendomi sulle spalle senza fatica. Chiusi gli occhi ed aspettai.
Dopo qualche minuto mi ritrovai a terra, Jake, sfinito, al mio fianco.
-Peso così tanto?- risi io, rotolando su di lui.
-Sì- disse, invertendo la posizione. Quando fu sopra di me rimase a fissarmi, con i lineamenti del viso seri.
-Siamo arrivati.
Mi aiutò ad alzarmi e aprì le braccia, per indicare tutto quello che ci circondava.
Il parco. Quel maledetto parco in cui mi aveva abbandonata.
-Che significa Jake...perché mi hai portata qui?!
-È ora che Alice scopra la verità.
Indicò un punto preciso del parco: una grossa radice che sporgeva dal terreno; il posto in cui ero inciampata tanti anni prima.
Mi avvicinai quasi tremante, abbassandomi ad osservare più da vicino la causa di tutto.
-Mi ci è voluto molto per prendere coraggio...quasi otto anni, a dire il vero.
-Cosa...cosa...
-Tieni- mi porse una pila e una paletta, di quelle che si usano per piantare i fiori. Lo guardai confusa.
-Devi scavare.
-Stai scherzando? Oddio...non è che adesso trovo il cadavere di una ragazza morta perché è stata abbandonata qui dal suo migliore amico, vero?
-Ha ha ha, molto divertente. Forse è meglio che ti lasci sola.
-Ma che sei impazzito?! Arriva uno e mi stupra!
-Tranquilla, vado solo a sedermi su quell'altalena; puoi benissimo tenermi sotto controllo da qui. Volevo solo lasciarti un po' di privacy...
Lo guardai andare via ed accesi la pila, iniziando la mia ricerca.
Sinceramente, non sapevo cosa aspettarmi; ma quando riuscii ad intravedere qualcosa, la mia curiosità era al massimo.
Mi ritrovai tra le mani una scatola in latta, come quelle di una volta; era di un verde pallido, sporcata dalla terra.
Potevo percepire il battito accelerato del mio cuore, le mie dita tremavano a contatto con quella scatola.
Trattenni il respiro e la aprii.

This is not a fairytale, it's real life Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora