Menta

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Quella notte sognai il Paese delle Meraviglie; Alice ed il Cappellaio Matto mano nella mano, circondati dagli oggetti più strani e meravigliosi. Mi svegliai quando il sole era già alto, ma rimasi per un po' stesa sul letto a pensare alla sera precedente.
Nel momento in cui Jake mi aveva chiamata per nome, ero quasi svenuta, presa dall'imbarazzo e dalla sorpresa; così ero letteralmente scappata via di lì.
Lui sapeva, aveva sempre saputo che dietro quella maschera c'era la sua ex migliore amica sfigata. Eppure non aveva detto niente; anzi, mi aveva baciata. Ed ora ero più confusa che mai...
Quando scesi le scale, Jonah stava facendo colazione e non riuscii nemmeno a sedermi a tavola, che lui mi aveva già riempito di domande sulla festa.
Così piccolo e già interessato a queste cose...dovrò stare attenta a lui...
-Cosa farai oggi?- mi chiese mia madre, dopo che mio fratello si fu calmato.
-Mah, potrei leggere un po'...e guardare una puntata di Doctor Who o Supernatural...e ovviamente fare i compiti.
-Allora possiamo stare tranquilli.
Stavo per chiedere spiegazioni, ma Jonah fu più veloce.
-Mamma e papà mi portano al Luna Park!- sorrise lui, saltellando sulla sedia, mentre il latte gli colava sulla maglietta.
-Sul serio? Sono a casa da sola?
Stavo già pianificando la mia giornata...
Allora...4 episodi di Doctor Who, 3 di Supernatural, Hunger Games e finisco di leggere Cercando Alaska per la quarta volta.
-Sì, ma non combinare guai...
-Niente magia fuori da Hogwarts, ricordi?
-Se rimani incinta non è certo colpa della magia!
-Mamma! Che diavolo stai dicendo?!
-Non voglio ragazzi qui dentro.
-E io che avevo un appuntamento con Dylan O'Brien...
Mia madre alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa, disperata.

Avevo appena spento la tv quando il campanello suonò, causandomi un lieve infarto.
Quando aprii la porta mi ritrovai un Isaac con i capelli scompigliati e le labbra allargate in un sorriso.
-Ciao!
-Ciao- mi resi conto di aver addosso solo un pigiama leggero di Batman, e, d'istinto, mi coprii con le mani, come una deficiente.
-Posso entrare?
-Sì, cioè, no! Scusa, ma mia madre non vuole che entrino ragazzi quando lei non c'è...
Isaac scoppiò a ridere e indietreggiò di un passo, con le mani alzate in segno di scuse.
-Capisco...e tu? Puoi uscire?
-Ehm, io...ecco...puoiasptettarmipercinqueminutiperfavore?
Corsi in camera a cambiarmi; misi un paio di shorts, una maglia grigia e mi pettinai alla bell'e meglio.
Quando tornai, Isaac era seduto sul gradino d'entrata e si guardava intorno.
-Sono pronta! Dove andiamo?
-Non lo so, tu che vuoi fare?
Avrei voluto leggere ma...
-Gelato?
-Ci sto!

Il mio gelato alla menta era semplicemente sensazionale; l'idea che sarebbe finito da un momento all'altro mi rattristava parecchio, così cercai di gustarlo e mangiarlo il più lentamente possibile.
Passeggiammo per la città, chiacchierando del più e del meno e guardando le vetrine. Ma, sulla strada del ritorno, qualcosa mi bloccò il fiato.
Dall'altra parte della via, 500 metri più avanti, un taxi si era fermato di fronte alla grande casa dal cancello nero, dov'era appoggiato Jake Stephens, vestito elegantemente, con giacca e cravatta.
Lo sportello si aprì e, con mia grande sorpresa, vi uscì una ragazza alta e bionda, tutta curve; portava un vestitino verde leggero, che le arrivava fino a metà coscia e una borsetta dello stesso colore.
Qualcosa si ruppe dentro di me, appena la vidi saltare tra le braccia di Jake.

This is not a fairytale, it's real life Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora