Isaac's pov
La spinsi in acqua ridendo, poi mi tolsi la maglietta e la seguii, tuffandomi. Stavo passando una magnifica giornata al Lago, con la ragazza dei miei sogni. Sì, dal primo giorno di scuola l'avevo osservata starsene seduta al suo banco a leggere, tutta sola. Per anni nessuno le si era mai avvicinato, se non per chiederle i compiti.
Non sono un ragazzo molto estroverso, diciamocelo...e mi ci era voluto molto per chiederle di uscire, ma ne era valsa la pena. Era divertente stare con lei, timida come me, e un po' pazza. Il suo sorriso mi metteva di buon umore e mi faceva sentire, in qualche modo, importante.
Iniziammo a schizzarci l'acqua gelida addosso; così la strinsi tra le mie braccia, fino a quando i nostri nasi non si ritrovarono a pochi centimetri di distanza. Era lì, davanti a me, i capelli bagnati che le coprivano gli occhi verdi, il respiro irregolare per il freddo.
D'impulso appoggiai le labbra sulle sue e il mio corpo fu scosso da brividi di piacere.
Ma lei mi scostò via.
Un dolore atroce mi pervase, facendomi mancare il fiato. Pensavo seriamente di piacerle...insomma, mi aveva detto che non voleva più vedere Jake e continuava a passare il suo tempo con me, come se fossimo una vera coppia.
Mi offrii di portarla a casa, dopodiché non aprii più bocca per tutto il tragitto. Non era così che doveva andare...Pensavo che dopo il bacio non ci potesse essere nulla di peggio, ma mi sbagliavo. Megan, la mia sorellina di 16 anni, mi aveva supplicato di accompagnarla alla festa della sua migliore amica, così, avevo approfittato per farmi una passeggiata lungo la spiaggia e prendermi un gelato. Parcheggiai la macchina davanti ad una gelateria e percorsi la strada che portava al mare. Sentivo già l'odore dell'acqua salmastra e la musica in lontananza. Avevo portato con me un telo, per potermi distendere sulla sabbia e guardare le stelle. Non ero uno di quei ragazzi che andavano alle feste ad ubriacarsi e farsi una a caso; preferivo la tranquillità e la solitudine, trovando la bellezza nelle cose più semplici. Nascosto dentro il telo tenevo un piccolo quaderno, il mio segreto da sempre.
Adoravo scrivere, era uno sfogo; mi faceva sentire bene ed alleviava il mio dolore. Ero solito sedermi sul tetto di casa o andare in spiaggia, i miei due posti preferiti. Ci andavo di mattina presto o al tramonto, quando c'era poca gente.
Forse quella sera avrei dovuto limitarmi a prendere un gelato e tornare a casa; sarebbe stato tutto molto più facile.
Appena scesi gli scalini che portavano alla spiaggia la vidi. Era lì, tra le braccia di quel bastardo e rideva, con gli occhi illuminati.
Avrei voluto andarmene all'istante, ma le mia gambe non avevano intenzione di muoversi. Paige alzò lo sguardo e mi vide. I nostri occhi si incontrarono e rimanemmo per qualche secondo a fissarci. Non potevo stare lì, non dopo quello che avevo visto. Riuscii a staccare lo sguardo con fatica e tornai alla macchina, senza più voltarmi.
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This is not a fairytale, it's real life
Genç Kurgu-E se andassimo nel Paese delle Meraviglie? -Io ci sono già- mi disse, allargando le labbra in un sorriso. Si possono trovare fin troppi riferimenti a personaggi di libri e serie tv. Fangirl mode on