Quegli occhi blu come l'oceano

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Quel fresco lunedì mattina trovai varie volte lo sguardo di Jake puntato su di me. Sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontarlo, ma non pensavo così presto. Stavo per chiudere l'armadietto, quando sentii la sua voce calda alle spalle.
-Ciao Alice!
Non riuscii nemmeno a voltarmi, tanto ero disgustata dal sentire quel suono.
Percepii la sua mano appoggiarsi sulla mia spalla e mi irrigidii all'istante; lui la ritrasse, dopo avermi lasciato una carezza.
-Fai così con tutte?
-Così come?
-Gli dai un soprannome e per una notte gli fai vivere una favola. Complimenti! Ci sono cascata anch'io.
-Ma di che stai parlando?!
-Sei un bastardo! E dovevo aspettarmelo...stronzo fin da bambino.
Sbattei la porta dell'armadietto e me ne andai adirata e delusa, mentre lui ancora tentava di fermarmi.

Quando uscii da scuola lui era lì, ad aspettarmi; seduto su un muretto, l'aria seria e gli occhi abbassati.
Speravo non mi notasse, invece alzò lo sguardo nella mia direzione e saltò giù dal muretto.
-Paige...
Non lo badai minimamente; presi il libro che avevo in cartella e iniziai a leggere, camminando per la mia strada. Mi seguì in silenzio, fino a quando non girammo l'angolo, dove mi fermò.
-Voglio capire che ti ho fatto!
-Ti ho visto, ieri, con quella ragazza! Insomma, mi avevi appena baciata! Come hai potuto farlo, se ne avevi già un'altra? Perché illudermi così?
-Ma di che stai parlando?
-Della bionda tutta curve che ti è saltata addosso ieri pomeriggio.
Jake scoppiò in una fragorosa risata e non sembrava voler smettere tanto presto.
-Ma che hai capito? Quella era mia cugina Laurel! È tornata ieri da Londra così abbiamo festeggiato, visto che era da un anno che non la vedevamo.
Ero impietrita; gli occhi spalancati e le labbra semiaperte per lo stupore. Passato quel momento di sconcerto, mi voltai e continuai a camminare.
Jake mi corse dietro, mi agguantò per la vita e mi voltò verso di lui.
Tentai di divincolarmi ma lui mi prese il viso tra le mani e mi baciò. Quel genere di baci che ti fanno dimenticare che esisti, che ti sciolgono l'anima.
Il libro mi scivolò di mano, cadendo per terra, ancora aperto alla pagina che stavo leggendo.
Portai le mani sulla sua nuca, accarezzandogli i capelli corvini e attraendolo di più a me; in quel momento le nostre lingue si incontrarono, facendomi sobbalzare. Lui mi accarezzò la schiena e si staccò leggermente dalle mie labbra, guardandomi con quegli occhi blu profondo come l'oceano.
-Sei solo tu la mia Alice. Lo sarai per sempre.
Mi sorrise e se ne andò, lasciandomi lì, con le labbra ancora calde di baci.
Mi abbassai per prendere il libro e continuai da dove avevo interrotto.

"Per quanto tempo è per sempre?" chiese Alice.
"A volte, solo un secondo." rispose il Bianconiglio.

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