42. 𝐶𝑜𝑠ì 𝑓𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑖 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑖 𝑝𝑜𝑒𝑡𝑖

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𝕁𝕆R𝔻𝔸N

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Mi sforzai di assumere un'espressione neutra, che non apparisse minacciosa

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Mi sforzai di assumere un'espressione neutra, che non apparisse minacciosa.

Trovai la cosa estremamente difficile. Non era come un tempo, senza contare che un corpo ricoperto di tatuaggi rendevano la gente sospettosa e poco propensa ad ascoltare e a prendere sul serio, soprattutto in mancanza di un sorriso amichevole.

Cercai di sembrare il meno ostile possibile.
«Dove eravamo rimasti J?»

Con l'occhio truce rivolto verso me, Eren teneva stretto il collo di Arya. C'erano a terra macchie di unto. La spostò di lato, guardando il punto in cui avevo fatto cadere l'occhio. Impedendovi così una rovinosa caduta, con tanto di accompagnamento musicale delle risate dei presenti. Era un uomo tutto d'un pezzo, non poteva fare figuracce.

La vidi divenire rossa a causa della pressione sul collo.

«Giochiamo. Ho già detto che giocherò con te.»

Avrei fatto di tutto.

«Bene lascia che faccia sedere la nostra dama, più comodamente» disse accarezzando una delle ciocche schiarite dei capelli della mia ragazza.
Lei lo guardò adirata e schifata.
Sembrava voler far finta di star bene.
Lo guardava dritto negli occhi senza paura, ma qualcosa la tradiva.
Le mani.
Tremavano.
Avrei scommesso tutto l'oro del mondo che fossero madide di sudore.
«Non preoccuparti Arya, ti porterò fuori da qui.»
La guardai sperando di farle forza.

Quando volsi lo sguardo alla sinistra del capannone, vidi cinque individui ben vestiti comparire dal buio.
«Chi siete voi?» Cercai di capire la presenza ostile di quegli uomini a cosa fosse dovuta. Sembravano arrabbiati e in collera vedendomi lì davanti.
Eren lascio la presa, serrando unicamente le braccia di Arya dietro al suo minuto corpo.
«Siamo le persone che tua mamma ha mandato in mezzo a una strada e hanno trovato la salvezza grazie al signor Aoki» disse, facendosi avanti un uomo sulla quarantina con capelli indubbiamente tinti in maniera oscena.

Eren tirò su le spalle, per pavoneggiarsi.

Prese Arya trascinandola con sé.

Lei cercò con tutte le forze di divincolarsi, ma dopo pochi strattoni e urla che straziavano il cielo smise.

𝐺𝑜𝑜𝑑 𝑡h𝑖𝑛𝑔𝑠 𝑁𝑒𝑣𝑒𝑟 𝐻𝑎𝑝𝑝𝑒𝑛- 𝐽𝑜𝑟𝑑𝑎𝑛 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora