[capitolo 21] fine vacanza

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pov t/n

nei giorni a venire ci divertimmo solamente.
passammo giornate intere in acqua fino a quando non mi veniva la paura di lacerarmi per il troppo tempo in acqua, visitammo tutto quello che si poteva nell'isola e mangiammo come maiali, ingoiando il primo cibo spazzatura che ci capitava a tiro.
non c'è poi bisogno di aggiungere che a fine vacanza tutti avevamo le spalle spellate e il viso rosso a causa del sole.

«non abbiamo dimenticato niente vero?» chiese Emma guardando per l'ultima volta quella stanza.
«non penso» rispose Draken chiudendo la porta.
un'ora dopo arrivò il traghetto che ci riportò dall'altra parte, lasciandoci solo le ore da fare in moto.
questa volta salii sulla moto insieme a Mikey, ma non rimasi sveglia, mi addormentai poco dopo la partenza.
arrivammo a Tokyo la sera tardi e la stanchezza di tutti si faceva sentire.
il biondo mi riaccompagnò fin sotto al mio condominio.
scesi dalla moto e mi sganciai il casco, porgendoglielo con una mano mentre con l'altra tenevo il borsone.
lo afferrò e disse «è stata bella questa vacanza vero?» con un sorriso stanco per il viaggio.
«si, ed è stato solo grazie a te che l'ho potuta fare, grazie» lo ringraziai avvicinandomi a lui per poi dargli un bacio sulla guancia.
quel gesto mi venne spontaneo e lui ricambiò con un sorriso ancora più grande di prima, per poi riaccendere il motore e dire poco prima di partire un «buonanotte t/n-chan».

salii con una lentezza pari ad un bradipo le scale e con la stessa lentezza tirai fuori le chiavi.
feci più silenzio possibile entrando avendo paura di svegliare qualcuno, mollai il borsone a terra e mi scaraventai sul letto addormentandomi automaticamente.

-cos'è questo peso...-
sentii improvvisamente un peso sopra il mio petto e la mia pancia, cosi aprii gli occhi trovandomi sopra Koshi addormentato che mi sbavava la maglietta.
«buongiorno..» gli dissi sorridendo toccandogli con un dito la testa.
si svegliò alzando la testa come una molla per poi sorridere e abbracciarmi sia con le braccia sia avvolgendo le gambe attorno alla mia vita.
«ti sono mancata?» chiesi ridacchiando passando la mano tra i suoi capelli.
«no!»
«ah grazie, e dire che ti ho pure compra una cosa» attirai subito la sua attenzione.
«cosaaa???» si esaltò mettendosi in piedi sul letto.
«è una sorpresa» lo spostai da davanti con un dito sulla fronte alzandomi.
«dai che cos'è!?» continuò a chiedere seguendomi.
andai in cucina e lì trovai Shiba ancora mezzo addormentato seduto sul divano.
mi sedetti al suo fianco e lui so stese su di me come gesto di affetto.
«e Hayato?» chiesi non vedendolo.
«in questi giorni esce presto e rientra tardi, dice che ha tante cose da fare a lavoro» mi rispose il corvino mezzo addormentato.
«adesso posso avere il mio regalo??» continuò l'altro, così cedetti e andai a prendere una scatola di cartone che avevo tenuto con cautela dentro il borsone, poggiandola sul tavolo.
«è per tutti e due però eh» chiarii.
non aspettarono due secondi ad aprire la scatola, trovandoci all'interno un piccolo acquario con dentro un pesce bianco ed arancione.
per tutto il viaggio pregai che non si rompesse l'acquario e morisse il povero pesciolino.
sgranarono gli occhi stando attaccati al finto vetro di plastica e questo mi bastò come grazie.

«lo metto qua sopra, cosi non cade» dissi mettendo l'acquario sopra una mensola in camera loro.
rimasero la giornata intera a guardare quella povera bestiolina, evidentemente si divertivano con poco.
invece io passai il resto della giornata in coma sul divano, sentivo il calore accumulato in quei giorni uscirmi da tutti i pori, cosi mi finii una scatola intera di ghiaccioli.

nei giorni a venire stetti a casa, avevo solo paura di mettere una sola gamba fuori casa che senza alcun dubbio si sarebbe incenerita dal caldo.
Hayato invece si vedeva poco e niente in quei giorni, gli avevo poggiato il suo regalo, una maglia che cercava da molto tempo della sua band preferita, in camera sua la sera prima.
mi ringraziò con un biglietto e quando gli chiesi come mai stesse così tanto a lavoro disse sbrigativo che in quei giorni avevano molte cose da fare in officina, così non gli chiesi altre domande.
non volevo essere troppo invasiva, era comunque una sua cosa personale qualsiasi cosa stesse combinando, non potevo mettermi in mezzo.
mi chiesi semplicemente quando avrei avuto il tempo di parlargli della proposta che avevo ricevuto.

 you and me? [mikey x reader] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora