Capitolo 27

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Hermione diede un calcio a un sassolino mentre si trascinava su per la ripida collina verso l'appartamento dell'Ordine. Non erano nemmeno le 10 del mattino ed era già soffocante. Il caldo di fine agosto in Italia non era niente che avesse mai sperimentato, ma oggi era stato particolarmente brutto.

O forse, pensò mentre continuava a sfrecciare con la stessa roccia sulla strada irregolare, si stava muovendo lentamente perché voleva che il tempo rallentasse. Tornasse indietro.

Ieri era stato così bello, ma ora era finita. Avrebbe avuto solo oggi. Stasera.

Domani sarebbe partita.

Partenza. Le tre sillabe sembravano fondersi con il suo respiro mentre entrava e usciva.

L'indomani sera sarebbe stata alla Tana, a dormire nello stretto secondo letto di Ginny. E poi il matrimonio il giorno dopo, e poi chi lo sapeva? Aveva passato un po' di tempo a pensare al piano di Harry e intendeva usare le prossime ore per parlargli a lungo, ma non aveva ancora idea di come si sarebbero sviluppati le settimane e i mesi a venire.

Sarebbe andato bene?

La loro squadra avrebbe vinto?

Avrebbe rivisto le persone che... amava di nuovo?

Non le giunsero risposte ed emise un suono muto di frustrazione e forse disperazione. Ma avanzò arrancando, finché uno sbuffo luminoso di gelsomino bianco catturò la sua attenzione da dove pendeva su un muro ocra che fiancheggiava il marciapiede. Si sporse verso l'inebriante aroma della vite, che fluttuava nei suoi sensi, la sua dolcezza evocando ricordi di ieri.

Il loro ultimo giorno.

Hermione sospirò e trattenne il passo, toccando distrattamente i morbidi fiori.

Si erano svegliati presto, ma non si erano alzati subito, indugiando fino a tarda mattinata. E poi c'erano stati caffè e cornetti al bar, seguiti da un lungo giro lungo le strade più piccole che portavano fuori città. Erano finiti alle Piscine, che erano state adorabili per un po', ma alla fine si erano sentite un po' affollate. Quindi nel pomeriggio c'era stata una corsa pazza e ridente all'appartamento di Draco, dove erano rimasti per un bel po' di tempo. Cena quasi persa, in effetti. Ma erano riusciti ad arrivare in piazza a tarda sera e a consumare un pasto assolutamente romantico sotto le stelle. Poi erano tornati nell'appartamento e avevano dormito pochissimo.

Hermione sorrise, staccando un gambo del gelsomino e facendoselo scorrere sulla guancia.

Un giorno perfetto.

Ma ora era finito.

Il suo sorriso si abbassò e le sue spalle si accasciarono. Posò una mano contro il muro grezzo, prendendo alcuni respiri profondi prima di raddrizzarsi e ricominciare a camminare.

Non c'è niente da fare adesso, ma andare avanti, andare avanti. Costrinse la sua attenzione a spostarsi dal passato al futuro, da Draco a Harry, che avrebbe potuto già aspettarla al piano di sopra. Controllò l'orologio. Non proprio le undici: aveva ancora qualche minuto.

Raggiungendo l'edificio ormai familiare con la sua porta alta e stretta, si guardò intorno per assicurarsi che nessuno stesse guardando mentre disegnava un simbolo sulla superficie scura e mormorava un incantesimo. Spinse lentamente la porta verso l'interno ed entrò nell'ingresso buio, fermandosi mentre i suoi occhi si abituavano alla penombra. Le sue dita si strinsero sulla sua borsa a tracolla di tela e il sacchetto di carta bianca che teneva nell'altra mano si increspò. Colazione tardiva? Pranzo anticipato?... in ogni caso, era sicura che Harry non aveva mangiato prima del viaggio attraverso vari floo.

Fece un passo avanti e salì le scale fino all'ultimo piano, dove un altro incantesimo aprì la porta dell'appartamento, che era completamente immobile e silenzioso, in qualche modo vigile. Gli occhi di Hermione percorsero la stanza, ma non apparve nulla fuori dall'ordinario, a parte i ricordi di quando era stata qui l'ultima volta, avvolta in un'infelicità che ora sembrava quasi pittoresca.

Bending Light - scullymurphy - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora