Capitolo 21

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Hermione si toccò le labbra mentre (finalmente) si allontanava dalla grande porta verde dell'edificio di Draco. Non l'aveva lasciata andare per un bel po', trattenendola nel corridoio dell'appartamento, sulle scale e nell'atrio.

Inoltre non aveva voluto che camminasse da sola, ma lei aveva insistito, San Cipriano era generalmente sicura quanto Hogsmeade e lei voleva rafforzare l'idea che non fosse fragile o bisognosa di protezione.

E ora voleva muoversi, la gioia le ribolliva dentro come vino frizzante.

Percorse la piazza e il centro della città, i suoi passi lunghi e i suoi piedi leggeri nonostante i suoi stivali pesanti. I suoi stivali. Oh. Visioni di lui inginocchiato per slacciarli... sospirò al pensiero e poi rise ad alta voce. Un fattorino di passaggio le rivolse uno sguardo indulgente e lei strinse i lineamenti, un po' stupita dal fatto che la città si stesse appena svegliando mentre lei tornava a casa. Guardò il suo vestito: come doveva chiamarsi? La "camminata della vergogna"? Fanculo; provava tutt'altro che vergogna.

Rimuginando su queste cose, si avviò su per la collina fino al suo appartamento, muovendosi a passo svelto sull'acciottolato irregolare e sbuffando contro la pendenza della strada. Stava guardando in basso, quindi non si accorse di una figura che veniva verso di lei nella direzione opposta finché non fu quasi su di lei, e alzò lo sguardo stupita quando registrò l'altro passo proprio sul suo cammino.

"Oh! Harry!"

"Ciao, Hermione." Anche Harry indossava i vestiti della scorsa notte e i suoi capelli erano un vero disastro. Rimasero in piedi e si guardarono l'un l'altro per alcuni istanti ed Hermione sentì il calore nelle sue guance mentre guardava un rossore salire sul collo di Harry.

"Bene," disse. "Ti sei, ehm, divertito?"

"Sì." Si passò una mano tra i capelli e guardò di lato. "Tu?"

"Uh Huh."

"Bene bene... Con, uh, Malfoy?" Harry trasalì un po' all'ultimo momento.

Hermione annuì lentamente. "E tu eri da... da Matteo?"

"Si, è esatto."

Rimasero lì ancora un momento finché un furgone che ruggì lungo la strada li fece trasalire entrambi.

Hermione scosse la testa e si fece avanti. "Immagino che non siamo più bambini," disse, mettendo il braccio intorno al collo di Harry.

La guardò con un sorriso. "No."

"Avanti." Hermione iniziò a condurli verso la sua porta. "Preparerò del tè e del pane tostato prima che tu debba andare."

Salirono faticosamente i gradini dell'appartamento vuoto e disordinato. Hermione sbirciò nella stanza di Lavanda per confermare che nemmeno lei era tornata a casa la notte scorsa.

"Vuoi fare prima la doccia?" chiese a Harry, che stava bevendo un bicchiere d'acqua in cucina.

"Per favore," disse. "Sono fetido. Tutti i balli e il fumo di sigaretta."

E il sesso. Non dimenticare il sesso. Hermione sorrise e gli fece cenno di allontanarsi in fondo al corridoio. "Gli asciugamani sono nell'armadio vicino al bagno."

Più tardi, quando furono entrambi appena lavati e sistemati al tavolo della cucina con una tazza di tè forte e una grande pila di toast tra di loro, Hermione approfittò della loro ultima ora insieme per sgridare Harry sui suoi piani per l'autunno.

"Quindi davvero non pensi di tornare a scuola?"

"Ci sto pensando." disse Harry, masticando. "Penso di dovermi concentrare sulla ricerca del resto degli Horcrux."

Bending Light - scullymurphy - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora