«...mi sono promesso di prendermi cura di te...»

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«io esco ragazzi, ciao Charles ci vediamo presto» mia zia se ne va, senza neanche darci il tempo di salutarla.

«dove va così di fretta?» mi chiede il monegasco, tirando fuori una coca cola dal frigo.

«faccio finta di non saperlo» dico, mettendo la mano in fronte e roteando gli occhi.

Si mette dietro di me, mentre sono seduta ancora sullo sgabello. Mi accarezza i capelli delicatamente, massaggiando più volte le spalle.

«che ti va di mangiare stasera? Così ordino» chiedo. Si avvicina con il viso al mio orecchio, e respira dolcemente.

«è un invito a rimanere a cena con te, qui, a casa, da soli?» mi lascia un bacio dietro il lobo, scendendo sempre più giù.

«non penso tu sia disposto ad andartene» rispondo, continuando a bearmi dei suoi baci.

«chi te lo dice?» sposto gli occhi verso la sua figura, e noto che si sta mordendo il labbro...sto impazzendo!

«siamo da soli, a casa mia, sobri, troppo sobri» faccio il suo stesso gesto, e i suoi occhi si fiondando immediatamente lì.

«non possiamo giocare da troppo sobri, non è lo stesso» tira fuori una bottiglia di vino, e lo versa in due bicchieri. «non c'è bisogno che ordini, ti cucinerò la pasta alla carbonara migliore di sempre» porta il bicchiere sulle sue labbra più rosse del solito.

«non sapevo fossi anche uno chef» mi giro completamente verso di lui, che si avvicina, appoggiando le mani sul mio viso.

«per te posso essere tutto» il vino non aiuta di certo a nascondere le mie guance rosse. Sembrerò una bambina.

Tira fuori dal frigorifero i vari ingredienti, e osservo con quanta facilità si stia ambientando in casa mia. Non muovo un dito, amo vederlo così impegnato a fare qualcosa per me.

Scendo nella piccola cantina giù, per prendere una bottiglia di vino e una di champagne. L'abbiamo appena aperta, si, ma finirà sicuramente in un batter d'occhio.

Ritorno sopra, mettendo gli alcolici nel freezer. Mi metto dietro a Charles, stringendo il suo stomaco con le mie braccia, e appoggiando il viso sulla sua spalla.

«allora? Come va con la carbonara?» lascio un bacio dietro l'orecchio, mentre le mie mani si sperdono sul suo petto.

«devo controllare se la pasta è cotta, ma puoi farlo tu» si morde il labbro, guardandomi dritta negli occhi.

«volentieri» si sposta di poco, permettendomi di passare davanti a lui.

Mi blocca tra il piano di cottura e il suo corpo. Le sue mani sono salde sui miei fianchi, mentre io mi sporgo in avanti per prendere una forchettata di spaghetti.

Li assaggio, accorgendomi che non sono cotti del tutto. «tienili ancora qualche altro minuto» dico solamente, osservando poi la cremina incredibile che aveva fatto con le uova.

Mette i miei capelli su un lato, lasciando dei baci umidi sul mio collo, arrivando fino alle spalle, dove sposta la bretella del top, per accedere meglio alla mia pelle.

Prende il vino, e ne beve un sorso, con i suoi occhi completamente affondati nei miei. Afferro dalle sue mani il bicchiere e lo porto alle mie labbra, bevendo dal suo stesso lato.

Mi volto completamente verso di lui, che non smette di guardarmi dalla testa ai piedi. Sta infuocando ogni parte di me, i suoi occhi mi stanno studiando. Amo quando lo fanno, lui è in grado di notare particolari che gli altri non vedono.

«le tue labbra colorate di vino sono ancora più belle» metto la mano tra i suoi capelli, mentre porto l'altra sul suo viso.

«perché non mi dici se sono anche buone?» mi avvicino di più, ma il monegasco non sembra cedere alla tentazione.

«lasciami terminare il mio piatto» mi sposto, pur sempre rimanendo lì. La felicità con cui cucina mi riempie il cuore di gioia; sembra un bimbo con il suo giocattolo preferito.

«et voilà» mi passa il piatto, una volta che la pasta è pronta. «assaggia e dimmi com'è»

«insegnami a farla ti prego, a me non riesce mai» scoppia a ridere ed io lo seguo. «è davvero buona Charles»

«sono contento che ti piaccia, mi riesce bene» accenna un sorriso, bevendo un sorso di vino.

Finiamo di mangiare, dopo aver aperto anche la seconda bottiglia di vino. Nonostante la poca distanza, ci cerchiamo con gli occhi, più volte con le mani.

Sparecchio la tavola, cercando di mettere in ordine il più possibile la cucina. Odio totalmente il disordine.

«so di essere completamente ubriaco, ma mi crederesti se ti dicessi che sei bellissima stasera?» mi volto verso di lui, che ha un sorriso strambo sul volto.

«no, non ti crederei affatto» sono completamente in mood "casa", non ho nulla di bello, ha bisogno di una visita oculistica questo ragazzo.

«credimi lo stesso, perché è così» mi tira per il braccio, facendomi scontrare con il suo corpo.

Mi posiziono meglio tra le sue gambe, mentre le sue mani toccano le mie braccia nude. «mi fai sentire in un modo incomprensibile» dice, passando l'indice sul mio viso, attraversando il collo e il petto, arrivando al seno, di cui traccia i contorni.

«non dovevo rimanere qui» passa la lingua sulle labbra, e una mano dolcemente tra i capelli.

«eppure sei qui» lascio baci umidi sul suo collo, spesso mordendo lembi di pelle. «te ne stai pentendo?» chiedo, continuando il mio lavoro.

«ho paura di pentirmene tra un po'» mi mordo il labbro inferiore, avvicinandomi sempre di più.

«perché? Cos'hai intenzione di fare?» sposta le sue mani quasi sul mio fondoschiena, tirandomi di più a se.

Si alza, avvicinandosi al freezer e prendendo la bottiglia di champagne.

«cosa festeggiamo?» chiedo, mentre lui la apre.

«questa nostra serata» facciamo un brindisi, e pian piano beviamo quasi tutta la bottiglia.

«resti a dormire qui?» gli chiedo, ubriaca fradicia, ma consapevole di quello che stavo dicendo.

«non ti lascerei sola, ma devo fare una doccia» al solo pensiero di Charles nella mia doccia mi manda i neuroni in tilt.

«seguimi» lo accompagno di sopra, lasciandogli gli asciugamani.

«la fai con me?» accenna un ghigno, che attorciglia completamente il mio stomaco.

«ti piacerebbe» mi stendo sul letto, aspettando che finisca di lavarsi.

Quando esce, noto che è in mutande, con ancora le goccioline che gli cadono sul petto. Questo ragazzo è un'opera d'arte.

«non ho nulla da prestarti, mi dispiace. Ti accompagno nella stanza degli ospiti» dico, ma lui mi blocca per il polso.

«stanotte resto con te» sussurra sulle mie labbra, stendendosi poi nel mio letto.

𝘾𝙝𝙤𝙨𝙚𝙣 𝙗𝙮 𝙙𝙚𝙨𝙩𝙞𝙣𝙮 | 𝘾𝙝𝙖𝙧𝙡𝙚𝙨 𝙇𝙚𝙘𝙡𝙚𝙧𝙘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora