«da quando fumi?» chiede una voce alle mie spalle facendomi sobbalzare...
«lo faccio solo quando sono nervosa» continuo a guardare l'acqua della piccola piscina di fronte a me.
«ti fa male» afferma, con voce roca, provocandomi una scarica di brividi lungo la schiena.
«una al mese non uccide» affermo acida, portando di nuovo la sigaretta alle labbra.
«e quanto ne sei sicura di questo?» chiede, avvicinandosi sempre di più.
«mi piace pensare che sia così» la getto nel posacenere, ormai consumata del tutto.
«volevo evitare di parlarti stasera, volevo lasciarti i tuoi tempi, ma quando ti ho vista così indifesa appena sono entrato e dopo che te ne sei andata ho capito che non ce l'avrei fatta.
Mi dispiace tantissimo per quello che è successo, sono stato un fottuto coglione. Non mi pento di aver fermato quel bacio, vederti attaccata alle labbra di un altro mi avrebbe distrutto completamente;
mi pento di averti urlato contro, di averti baciato solo perché speravo che avrebbe risolto le cose, mi pento di non esserti corso dietro quando sei andata via, mi pento di non averti cercata abbastanza la notte scorsa, mi pento di tutto quello che è successo in queste 19 ore» alzo lo sguardo verso di lui, notando i suoi occhi umidi.
Gli rivolgo la mano, che lui accetta, e si siede al mio fianco. «ho temuto di perderti Charles» affermo senza vergogna, sentendo ormai che le lacrime scendevano in viso.
«ho temuto di non rivederti più, ho temuto che tu mi odiassi dopo averti urlato di andartene a fanculo; però allo stesso tempo ero arrabbiata con te, per quello che avevi fatto, ecco perché non ti ho cercato» appoggia la mano sul mio viso, asciugando le goccioline che scendevano.
«credo che questo non succederà mai, non riesco a stare senza di te. Non potrei mai odiarti, stai rendendo la mia vita incredibile» mi abbraccia forte, come non aveva mai fatto prima.
«anche io ho temuto di perderti» afferma, continuando a stringermi tra le sue braccia forti. Il suo profumo annebbia la mia mente, così come le sue mani che si posizionano dietro la nuca.
«rientriamo?» mi chiede, lasciandomi un bacio sulla guancia.
«no, voglio rimanere qui» esclamo, osservando le migliaia di stelle che erano sopra di noi.
«chi sono io per lasciarti da sola?» rido alla sua domanda retorica, e mi accoccolo ancora di più al suo corpo.
Sono certa che se raccontassi questa cosa alle persone in molti non sarebbero d'accordo con il mio comportamento. Forse sono ritornata troppo presto tra le sue braccia, facendomi abbindolare dalle sue dolci parole; eppure il timore di perdere una persona così tanto rara ha preso il sopravvento.
Insomma, "sbagliare è umano" giusto? Lo diciamo ai giornalisti, ai politici, al Papa, ai presidenti, agli sportivi...chi sono io per non dirlo anche a lui? Sbagliare è davvero umano; una delle prime a farlo sono stata io...me ne sono pentita a tempo debito, proprio come lui, e ho ricevuto una seconda occasione.
Ecco come ho imparato a perdonare, e a farmi scivolare le cose addosso. Ci sono passata, e forse è questo che mi ha portata ad essere così.
«non avrei resistito un giorno in più senza di te, credimi» sposta i capelli su una sola spalla, lasciando baci umidi sul collo. Lo lascio fare liberamente, forse sbagliando, ma le sue labbra mi sono mancate troppo.
«resti con me stanotte?» gli chiedo e lui annuisce felice.
«ma andiamo da me» continua, ed io metto il broncio.
«e per quale motivo?» si stende sul lettino, e mi prende la mano incrociandola alla sua.
«lasciamo i due piccioncini da soli per questa notte» rido per il modo in cui aveva detto questa frase, con un ghigno in volto.
«ci sto» mi stendo al suo fianco, lasciandogli diversi baci sulla guancia e sul collo.
Salutiamo mia zia e Patrick, dicendo che saremmo andati a fare un giro, nonostante avessi portato con me uno zainetto contente le mie cose.
«è inutile che ti ripeta che puoi fare quello che vuoi» mi dice, una volta che siamo arrivati da lui.
Annuisco, recandomi in bagno a cambiarmi. Indosso solo una T-shirt, ormai è una cosa normale per me e soprattutto per lui.
Lo raggiungo in terrazza, e appoggio le braccia intorno ai suoi fianchi, beandomi del venticello che si infiltrava tra i miei capelli.
«posso chiederti una cosa?» annuisco, alzandomi sulle punte per lasciargli alcuni baci sulle spalle scoperte.
«le cose che ha detto tua zia...ecco...sono vere?» si volta verso di me, prendendomi i polsi e rimettendomi le braccia come prima.
«non tutte...lei non ha mai conosciuto realmente Philippe» affermo. Probabilmente nella sua vita l'avrà visto una decina di volte ad eventi come compleanni o feste come il Natale.
«e perché tra voi è finita?» chiede, accarezzandomi il viso e posizionando alcune ciocche di capelli dietro le orecchie.
«Entrambi siamo cambiati e alla fine abbiamo finito
per non capirci più, per litigare per qualsiasi cosa,
come se non ci sopportassimo, come due estranei
costretti ad amarsi forzatamente.La verità è che non ci siamo mai conosciuti abbastanza. Abbiamo forzato un debole sentimento di attrazione in qualcosa di più grande di noi, che alla fine ci ha sopraffatti, portandoci alla rottura totale.
Ovviamente a tutto questo si è aggiunto un errore di cui non vado fiera, e probabilmente ai tuoi occhi non sarò più la stessa dopo che te l'avrò detto , ma voglio essere sincera: l'ho tradito. È successo solo una volta, ma sfortunatamente ero anche sobria. Quella notte era voluta, nonostante questo glielo abbia sempre nascosto.
Il più popolare della scuola voleva stare con me e non che mi interessasse che fosse sulla bocca di tutti, più che altro era bellissimo e sapeva far innamorare tutte le ragazze, tra cui me. L'aveva scoperto, non so come, ma l'aveva fatto. Da lì avevo capito che qualcosa si era già spezzato. Desiderare una notte con un altro ragazzo mi aveva fatto capire tutto.
Mi ha perdonata, mi ha dato una seconda chance, ma dopo una serie di litigi mi ero resa conto che non eravamo più la coppia di un tempo, così l'ho affrontato con il cuore in mano...e quindi eccomi qui, su questa terrazza incantevole con te» per tutto il tempo l'ho guardato negli occhi...non mi dispiace raccontargli queste cose; Philippe non è più niente per me.
«non sei cambiata ai miei occhi, affatto. Le cose che hai fatto in passato non mi interessano, ti sto conoscendo in un determinato modo e resterà per sempre questo, a meno che non succedano altre cose. Capita a tutti di sbagliare, lo sappiamo bene io e te»
Mi prende per mano, portandomi verso la sua stanza. Mi stendo al suo fianco, mettendo il viso nell'incavo del suo collo.
«amo quando mi parli di te» afferma dolcemente, accarezzandomi la pelle scoperta.
Avvicino il mio volto al suo, facendo ritrovare le nostre labbra a pochi centimetri di distanza. Improvvisamente sento qualcosa premere su di me e capisco che è la sua bocca.
Finalmente mi ha baciata non costretto da alcuna circostanza. Le sue labbra dolci e calde si muovono sulle mie, che gli permettono anche l'accesso con la lingua.
Sento le farfalle nello stomaco, anzi un intero zoo che balla dentro di me. Perché se neanche sono innamorata di lui? O forse si? Non mi ricordo neanche più come si fa a capire quando una persona è innamorata.
«buonanotte principessa» esclama lasciandomi un ultimo bacio.
«buonanotte principino» gli lascio un morso sul collo, e lui mette il broncio, facendomi ridere.
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𝘾𝙝𝙤𝙨𝙚𝙣 𝙗𝙮 𝙙𝙚𝙨𝙩𝙞𝙣𝙮 | 𝘾𝙝𝙖𝙧𝙡𝙚𝙨 𝙇𝙚𝙘𝙡𝙚𝙧𝙘
FanficIl bisogno di allontanarsi da Parigi porterà Nicole in un'altra città non molta lontana dalla sua...Monte Carlo. La necessità di cambiare vita la porterà a fare nuove amicizie e anche a cimentarsi in cose che mai pensava avrebbe fatto. Ma soprattutt...