Sono in giro da stamattina presto, da sola. Mi sono presa del tempo per svagarmi, facendo shopping, ma allo stesso tempo cercando lavoro in giro.
Il sole battente sta distruggendo la bella giornata che mi ero promessa; mi manca l'aria, è così afoso che non si respira. Nonostante abbia una canotta in pizzo e un pantaloncino non trovo comunque pace, e pensare che ci sono persone che stanno lavorando in giacca e cravatta in questo momento.
I bar non sono molti qui, e per trovarne uno bisogna percorrere davvero molta strada. Mi ricorda Roma, anche lì non se ne trovano chissà quanti, sono tutti distanziati spesso da molte strade.
Il suono di un motore che riconosco arriva alle mie orecchie, e quando mi volto noto una Ferrari nera, anzi LA FERRARI.
«come va la gamba?» mi chiede abbassando il finestrino e sono costretta a fermarmi.
L'auto non è alta, e quindi mi tocca abbassarmi per poter comunicare guardandolo nei suoi meravigliosi occhi.«buongiorno anche a te Charles, molto meglio» rispondo,alzando gli occhiali e ponendo i capelli dietro. L'aria gelata della sua auto passa sulle mie mani e credo di non averla mai amata tanto.
«non fa molto caldo vero?» passa una mano tra i capelli e accenna un ghigno. Di tutta risposta mi allontano dalla sua auto perché so benissimo che la sua domanda era dovuta al fatto che stavo morendo sotto il sole.
Cammina seguendo i miei passi con l'auto e lo sento ridere. «scherzavo»
«bel modo di scherzare» mi dispiace se non tutti possiamo permetterci una macchina come lui.
«dai sali» mi abbasso di nuovo appoggiandomi al finestrino e noto che non mi guarda più negli occhi, ma in basso, verso il seno ben visibile a causa della larghezza della canotta.
«preferisco farmela a piedi» accenno un sorriso amaro e ironico ma di tutta risposta mi apre lo sportello, facendomi anche male al braccio.
«me la paghi Charles» dico salendo in auto e subito mi sento immersa nel paradiso glaciale. Questa è vita!
«bottiglia d'acqua ghiacciata e gomme per la signorina» tira dal suo sportello le cose accennate precedentemente e rimango di stucco notando che mi aveva davvero comprato queste due cose.
«sei un angelo custode?» chiedo ridendo, e lui annuisce, incastrando gli occhi nei miei.
«ti ho vista passeggiare mentre uscivo dal bar così ho comprato queste cose e sono venuto da te» più volte si gira verso di me, che gli sorrido. Mi ha pensata...
«grazie Charles» inizio a bere l'acqua e finalmente mi sento meglio. Non so quale folle mi abbia detto di uscire stamattina.
«dove ti porto?» chiede, mentre mi accorgo che stiamo girando a vuoto.
«stavo facendo delle commissioni, ma ora non ne ho più voglia» ammetto, beandomi dell'aria fresca di questa macchina, e notando gli interni che sono bellissimi. Le Ferrari d'altronde sono belle e famose per la loro eleganza. Nessuna macchina potrà mai copiare una Ferrari, è unica.
«ti va di accompagnarmi a fare shopping?» chiede ed io spalanco gli occhi. Che sensazione si prova ad entrare in negozi di lusso? Come ci si comporta?
«hai idea di come sono conciata?» insomma, non posso entrare da Vuitton e presentarmi così...non è l'outfit adatto neanche ad un bar.
«fa caldo, fai bene a vestirti così, non ci vedo niente di male» parcheggia l'auto e quando alzo gli occhi noto la scritta "Gucci". Non c'ero mai entrata prima d'ora, mi piaceva osservare i vestiti dalla vetrina, ma sapevo che se fossi entrata sarei comunque uscita a mani vuote.
Le commesse salutano Charles come se lo conoscessero da una vita, mentre io non vengo neanche calcolata...capisco che una bellezza del genere non capita tutti i giorni ma fate con calma.
Iniziamo a girare tra i vestiti degli uomini ma più volte i miei occhi finiscono su un vestito rosso stretto, ma bellissimo che si trova nel reparto femminile.
Obiettivo: trovare un lavoro subito e comprare quel vestito.«ti piace questa maglia?» me ne mostra una celestina con solo il logo in alto a sinistra.
«credo ti starebbe bene, il celeste ti dona» accenna un sorriso e io non posso che rimanere a guardarlo...Dio quel sorriso!
«questi pantaloni?» chiedo, mostrandoglieli. Sono neri e semplici, ma probabilmente molto aderenti.
«mi piacciono. Provo tutto. Cerca qualcosa che possa piacerti» dice serio, ma mi auguro stia scherzando. Posso permettermi a stento una T-shirt.
«no Charles siamo qui per te» esclamo ma fa cenno di 'no' con il capo.
«se ti piace qualcosa non farti problemi, prendi quello che vuoi» non lo sfrutterei mai per comprare dei vestiti e poi non ci conosciamo neanche bene. Solo perché conosce mia zia da una vita non significa che io possa usarlo a mio piacimento.
«no Charles. Non accompagno le persone a fare shopping per sfruttare le loro carte, siamo qui per scegliere i tuoi vestiti e faremo così» accenna un sorriso, probabilmente perché non si aspettava un comportamento del genere da me. Io sono così, qualsiasi cosa voglio devo guadagnarmela attraverso i miei sforzi.
Entra nel camerino e prova inizialmente la maglia rossa simile a quella celeste e il pantalone nero che gli avevo mostrato.
Avevo ragione è molto aderente. Mette in risalto le sue gambe muscolose e il suo fondoschiena perfetto. La maglia non è da meno, aderisce perfettamente al suo corpo, e la tartaruga è ben visibile. Ho la gola secca e sono rimasta senza fiato...questo ragazzo è sceso dall'Olimpo per farmi morire...altrimenti non si spiega.«che te ne pare?» posso dirgli che è un Dio o penserà che ho perso la testa per lui? Ok magari meglio evitare, anche perché non è assolutamente vero.
«il rosso ti sta d'incanto» maledetta me...dovevo solo dirgli che mi piaceva, e invece gli ho fatto un complimento e anche troppo dolce.
«me lo dicono tutti» mi rivolge un occhiolino e io roteo gli occhi per questa sua battuta squallida.
«sei sempre il solito modesto, non ti sopporto» dico e lui ride di gusto, passando poi una mano tra i miei capelli.
«ed io invece ho capito che in realtà non sei antipatica come mostri. Ti preferisco così» rientra in camerino lasciandomi con una risposta pronta che alla fine non dico più.
Usciamo da quel negozio dopo un po' di tempo. Ha davvero comprato tutto, d'altronde sul suo corpo nulla era sbagliato.
«ti riaccompagno a casa?» mi chiede, e si volta con i suoi occhioni verdi forse per chiedermi di rimanere ancora un po' con lui...o forse è stata semplice impressione mia.
«si, grazie» esclamo solamente e così prosegue per la strada che porta verso la nostra destinazione.
«mi sono divertita Charles, ci vediamo» scendo velocemente dall'auto e poi mi abbasso sul finestrino.
«anche io mi sono divertito, ma la prossima volta evita canotte così scollate» gli lancio la bottiglina che avevo in mano e lui me la rilancia subito dopo.
«che spiritoso che sei» dico, mentre continua ad osservarmi.
«non ero sarcastico» ammette, passandosi una mano tra i capelli così lentamente da farmi impazzire.
«che hai da ridire sul modo in cui mi vesto?» dico, controllando cosa avessi di strano.
«oh niente...ma il problema non sei tu, sono io» sento lo stomaco attorcigliarsi, mentre i suoi occhi sono fissi sul mio collo scoperto e su ciò che si intravede dal reggiseno.
«ti ecciti per così poco?» dov'è finita la me che ora se ne sarebbe andata dentro senza rispondere neanche?
«il problema è che se poi mi eccito chissà come va a finire» risponde prima di andare via, lasciandomi impalata nel viale di casa.
Cos'è appena successo?
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𝘾𝙝𝙤𝙨𝙚𝙣 𝙗𝙮 𝙙𝙚𝙨𝙩𝙞𝙣𝙮 | 𝘾𝙝𝙖𝙧𝙡𝙚𝙨 𝙇𝙚𝙘𝙡𝙚𝙧𝙘
FanficIl bisogno di allontanarsi da Parigi porterà Nicole in un'altra città non molta lontana dalla sua...Monte Carlo. La necessità di cambiare vita la porterà a fare nuove amicizie e anche a cimentarsi in cose che mai pensava avrebbe fatto. Ma soprattutt...