«siamo buoni amici»

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Il viaggio per Parigi non è stato per niente facile. Per tutto il tempo non ho fatto altro che pensare a quella lettera. Non mi pento di averla scritta, e non mi pento di avergliela lasciata, ma l'ansia che potesse leggerla da un momento all'altro si era impossessata di me.

Atterro all'aeroporto CDG...che ovviamente mi ricorda lui. È lo stesso da cui sono partita 1 mese e qualche settimana fa. Quell'aereo ha stravolto la mia vita in meglio; ovvio, con tanti problemi, ma giuro su Dio che non cambierei nulla. E poi ha anche il suo nome, di cui sono tanto, forse troppo innamorata. Così elegante...si addice alla sua persona.

«Nicole, bentornata a casa» corre ad abbracciarmi mia madre, e con lei anche mio padre.

Mia zia ha deciso di partire con me. Lei non sa niente di quello che è successo in questo tempo tra me e Charles, e non deve saperlo; ma sono certa che prima o poi lo scoprirà.

«mamma, papà mi siete mancati» affermo, stringendoli di nuovo a me.

Alzo gli occhi verso uno schermo che trasmette delle pubblicità, e noto la Formula 1. C'è la sua macchina, in lotta contro quella di Max Verstappen. In un attimo il ricordo di noi a Maranello si fa strada nella mia mente. Mi manca, e tanto. Vorrei che lui fosse qui.

Mentre sono in auto diretta verso casa, accendo il cellulare. Trovo centinaia di messaggi e chiamate da parte di Charles. Pensare che lui stia male, proprio come me, mi fermenta la testa.

«ma che cazzo significa questa lettera amore?» «dimmi che è uno scherzo» «io non ho bisogno di persone che siano alla mia altezza, io ho bisogno di qualcuno che mi faccia stare bene, e quella persona sei tu» «allontanarti da me non porterà a niente, solo ad una distruzione di entrambi» «torna da me, ti amo Nicole» e tanti altri messaggi.

Lo spengo di nuovo, so che se non lo facessi gli risponderei, e non posso permettermelo, ci starebbe male ancora di più.

«stasera abbiamo organizzato un barbecue con i tuoi amici a casa, ti dispiace Nicole?» afferma mio padre, ma io nego con la testa. Mentendo.

Volevo solo rimanere un po' da sola, dedicarmi a qualcosa, così da non tenere la mente ancorata al cuore, che sta soffrendo. Non mi va di vederli, anche loro mi ricordano lui. Tutto mi ricorda lui.

Il sole sta tramontando; lo osservo dalla panca sotto la finestra della mia stanza. Non ho riacceso il telefono, anche se molte volte sono stata tentata dal farlo.

«Nicole, i tuoi amici sono qui» urla mia madre dal piano di sotto, così mi guardo un'ultima volta allo specchio e scendo.

«hey ciao» li abbraccio. Ci sono tutti: Claire, Denise, Jade, Adrien, Arthur, tranne Philippe, e sinceramente ne sono contenta.

Andiamo fuori, in giardino, dove i miei stanno aggiustando le ultime cose. Ci sediamo per parlare un po' di quello che abbiamo fatto in queste settimane. Sfoggio i sorrisi più falsi del mondo; non volevo ritrovarmi qui a chiacchierare tranquillamente della mia vita, anche perché tutto questo tempo l'ho trascorso con lui.

«e sei ancora amica di quel ragazzo? Philippe ci ha detto che vi ha visti insieme» beh almeno non ha detto che eravamo fidanzati.

«di chi? Di Charles? Oh si, hanno un'amicizia bellissima -sempre che sia un'amicizia-; sono sempre insieme, si vogliono davvero un mondo di bene» afferma mia zia, mentre il mio cuore subisce indirettamente delle coltellate.

«aspetta Nicole, ma Charles Leclerc? Il pilota di formula 1?» chiede mio padre sbalordito, ed io annuisco debolmente, abbassando lo sguardo, perché i miei occhi minacciano lacrime.

«sei amica di Leclerc e non ce l'hai mai detto?» continua Adrien. Perché lo conoscono tutti ed io prima di due mesi fa non ne sapevo neanche l'esistenza?

«siamo buoni amici» mento, torturandomi le mani. Se sapessero qualcosa inizierebbero a farmi mille domande, ed io non voglio pensarci.

«portaci ai paddock» esclama Arthur sognando ad occhi aperti...quei paddock. Fu la prima volta che lo vidi trionfare.

«servono dei pass, non posso farveli avere, mi dispiace. Voi non avete fame?» mi alzo per smorzare l'argomento, e raggiungo i piatti colmi di carne, prendendone una fetta.

Ceniamo in tranquillità, ma ciò nonostante non smetto di togliermi dalla testa il suo viso dolce. Fortunatamente non accennano neanche per sbaglio il suo nome, e gliene sono davvero molto grata.

«sei sicura di non voler venire con noi Nicole?» mi chiede ancora una volta Jade, ed io annuisco. Non ho proprio voglia di feste e discoteche; e in più sono stanca, voglio solo riposarmi.

Vanno via, così ne approfitto per filare in stanza. Faccio una doccia fresca per scacciare i pensieri, che non sembrano però volermi abbandonare.

Accendo il cellulare, sembra essere passata un'eternità dall'ultima volta. Ancora miliardi di messaggi da parte di Charles. Leggerli distrugge ogni parte di me.

«mi manchi da impazzire» «questa casa non è più la stessa se tu non ci sei» «anche la mia auto ha ancora il tuo profumo» «Foto -lo conservo gelosamente» ha ancora il mio vestito a casa sua. Lo lasciai lì dopo quella sera al locale con i miei amici. Non posso crederci.

Vorrei dirgli che merita qualcosa di meglio; che non sono io la persona che può renderlo felice. Che ha bisogno di una donna che riesca a stare al suo fianco, davanti a mille fotocamere, sempre addosso a lui. Io so che non ci riuscirei...

«mi manchi» digito, ma subito dopo cancello il messaggio. Dobbiamo dimenticarci.

Lo appoggio sul comodino affianco al letto e subito dopo lo sento vibrare. Mi sta chiamando; vorrei rispondergli ma so che mi morirebbero le parole.

«ho visto che stavi scrivendo. Mandami quel dannato messaggio Nicole»

Non posso Charles.

𝘾𝙝𝙤𝙨𝙚𝙣 𝙗𝙮 𝙙𝙚𝙨𝙩𝙞𝙣𝙮 | 𝘾𝙝𝙖𝙧𝙡𝙚𝙨 𝙇𝙚𝙘𝙡𝙚𝙧𝙘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora