CAPITOLO 11

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Crystal
Quel giorno fu la mia rovina.
Avevo sette anni ed ero a casa da sola con le Dupont perché mio papà aveva da concludere affari di lavoro. Le sorellastre erano in camera a giocare con la casa di barbie che James gli aveva regalato per natale. Sentii strani rumori provenire dalla camera di Isabelle e non seppi che fare. La odiavo e non immaginavo di preoccuparmi per la prima volta di lei. Pensavo stesse succedendo qualcosa di brutto. Mi avvicinai alla porta e udii due persone bisbigliare.
<<Lo sai Philip è rischioso>>
<<No Isabelle fidati. Ti amo con tutto me stesso sono pazzo di te. So che anche tu vuoi che tutto questo non finisca>>
<<E' stato solo per lo scambio e lo sai anche tu. Ho intrapreso la relazione con James da malapena due anni e devo avere la sua totale fiducia. Quella stupida ragazzina di sua figlia continua a mettermi i bastoni fra le ruote. Giuro che un giorno la farò cacciare di casa>>
<<Isabelle cara, l'unica soluzione è metterla contro suo padre. Cosicché anche lui la odi. Così avrai finalmente campo libero. Non permetterai mica che un'ingenua bambina ti rovini la vita. Su Isabelle. Parliamo serio>>
<<Il problema è che lei cerca sempre di allontanarlo e parlargli male di me. Lui non le crede ma sento che prima o poi inizi a sospettare.>>
<<Ci servono i suoi soldi Isabelle. Sai da quanto tempo aspetto di poter fuggire con te? Non è tanto difficile truffarlo.>>
<<Se fossi nella mia situazione capiresti Philip>>
Non ebbi il coraggio di credere a quella conversazione. Eccola qua sgamata la vera Isabelle.
<<No Philip fermati. Non possiamo più vederci. Fino a quando non risolviamo la questione. E adesso lasciami andare che mi devo vestire>>
<<E' così urgente? Perchè sei davvero davvero e dico davvero...sexy. Odio l'idea che vai a letto con quel mostro. Sai che ho sempre odiato James. Mi ha rubato Ester e adesso non permetto che lo faccia anche con te>>
<<Forse sei tu che capiti con le donne sbagliate>>
<<Tesoro sono sicura che non è così>>
Ma che cosa? Scioccata. Delusa. Incredula.
Ecco le parole che mi descrivevano in quell'esatto momento. Decisi di scappare via per porre fine a questa storia, dire tutto a James e liberarmi dalle merde che mi circondano. Come l'imbranata che ero, alzandomi scivolai sul tappeto e mi feci male ad una gamba così da non riuscire a camminare. Che genio Crystal. Isabelle uscii dalla stanza e mi vide perfettamente davanti alla porta di camera sua, ad origliare la sua conversazione. In quel momento capii che era finita.
<<Brutta schifosa mostriciattola che non sei altro, vieni qui. Philip aspettami lì. E tu Crystal, non la passerai liscia>> mi prese per il braccio e mi portò in cucina.
<<TU>> mi puntò un dito contro. <<Dimmi cosa hai sentito>>
Rimasi in silenzio. Negare non sarebbe servito perché entrambe sapevamo benissimo che sapevo e avrei detto tutto.
<<Ho sentito tutto e sinceramente mi fai schifo. Se vuoi essere una persona matura come ti sei sempre reputata allora lascia la mia famiglia e vai a farti fottere. Stronza. Stai tranquilla che James in un modo o nell'altro saprà tutta e tu sarai finita.> le urlai contro. Non seppi descrivere le emozioni che provai in quel momento. Ero un caos.
<<Non mi fai paura baby Miller. Tu a James non dirai proprio nulla. Sai perchè?>> estrasse un coltello dal cassetto e me lo puntò contro. Mi prese lo stesso braccio con cui mi teneva ferma e mi fece un taglio. Urlai dal dolore, il sangue uscii incessantemente e in quel momento la insultai in tutte le lingue del mondo.
<<F-fai schifo Isabelle ti devi vergognare da donna e da madre>> riuscii a sibilare piangendo.
<<Chiudi quella fogna Crystal. Se solo dirai qualcosa a James io ti ucciderò, piano piano, taglio dopo taglio, soffrirai fino a pregare di fermarmi e io non lo farò. Non lo farò perchè ho sempre odiato te e quella sgualdrina di tua madre. Sei uguale a lei. Una vergogna. E ti farò soffrire fino al tuo ultimo respiro. Sono due anni che non capisci che ti stai mettendo contro la persona sbagliata. Attenta Crystal. E adesso, da brava bambina pulirai il macello di sangue che stai colando e chiamerai tuo padre adesso, qui. Gli dirai che tu sei graffiata con il ferro giocando in giardino vicino i recinti arrugginiti, ti porteremo in ospedale e ti metteranno i punti. E non fiaterai, fidati che non lo farai perché le conseguenze non ti piaceranno, proprio per niente>>
E mentre continuai a piangere davanti la donna che mi ha rovinato la vita, da stupida ingenua,come disse Philip, feci quello che lei mi disse. Per paura, non so di cosa esattamente perchè vivere così era come già essere morti, non vedo la differenza. Lo feci solo perchè sapevo che Ester non avrebbe voluto che sua figlia morisse per colpa di un animale come Isabelle.
<<Lotta Crystal, sei forte. Sei il mio orgoglio>> mi ripeteva sempre in ospedale tenendomi per mano.
Di certo non la deluderò. Nè ora ne mai.

Occhi di CristalloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora