Ero sdraiata nella mia spinosa prigione, incatenata come una detenuta, assorta, cullata dal peso dei miei bui pensieri, quando m'apparve.
«Monica», mi chiamò una voce recondita, austera. Pian piano, sentii chiaramente dei passi avvicinarsi, un rimbombo delicato, e un familiare fascio di luce abbagliante m'invase. Era circondato da un'aura splendente, sorta dai millenni di venerazione. Attorno a lui, angeli beati ne anticipavano l'arrivo, aprendogli il fiero cammino. Quella luce era quasi mortalmente abbagliante, era materia pura, m'accecava gli occhi, m'appesantiva le membra che, seppur la mente rivendicasse febbrilmente la contemplazione di quell'essere, s'appesantivano involontariamente, abbassandosi al cospetto di una così luminosa e solennissima creatura.
«Monica, non temere, guardami», m'invitò allora il Signore, riprendendo: «Sai bene che non v'è anima né in cielo né in terra che io ammiri di più. Sei la mia amica più fedele. Io la mente, tu il corpo. Siamo una cosa sola, io e te, come il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo», mi rincuorò. Timidamente, allora, io assentii, socchiudendo languidamente gli occhi, e sbriciando con estremo pudore. Mi fissava benevolmente, Lui, una corona d'alloro posta in capo, una miriade di colombe che gli aleggiavano attorno. Una veste bianca a indicare la purezza disumana del suo spirito, un sorriso alacremente affabile dipinto su quel volto celestiale.
«Non temere, Monica. Sono venuto solo ad avvertirti», m'anticipò, notando l'incuriosita frenesia che abitava il mio sguardo angosciato. «Alberto non è chi tu credi. Non lasciarti ingannare. Le spie russe l'hanno catturato, lo stanno tormentando. L'Alberto che ti s'è avvicinato è un clone che vuole spiare e distruggere la tua mente. Devi cacciarlo per sempre dalla tua vita e smascherarlo. Solo se lo farai, le spie russe potranno confonderlo con l'Alberto vero, che sarà sufficientemente arguto da fuggire e raggiungerti. Monica, è fondamentale che tu lo faccia. E ricorda: non temere, perché io sarò con te, dovunque andrai», m'assicurò e, in un ultimo limpido bagliore di luce accecante, scomparve, dissolvendosi nell'aria.
Il giorno seguente, il clone di Alberto creato dalle spie russe sopravvenne nella mia struttura psichiatrica, procedendo a braccia spalancate, un chiaro invito di esultante amichevolezza.
Con gioia suprema, s'avvicinò dunque a me, sproloquiando: «Monica! Oh, Monica, ho tante di quelle cose da dirti... Vediamo un po', da dove incominciare?», s'interrogò, cogitabondo.
«Via! Va' via, laido impostore!», lo interruppi, fremente di sdegnosa stizza.
«Che ti prende?», mi domandò, vagamente spaesato.
«Basta con tutti questi infingimenti! Credi forse che con tutte le mie vicissitudini, non abbia imparato a distinguere gli impostori dagli onesti?! Va' via, o non terrò più per te alcun riguardo!», gli intimai, con un fremito rabbioso.
«Monica, io... io non capisco...», azzardò, sbigottito.
«Non usarmi mai più a questa maniera! Vattene via!», ripetei, fremebonda. Il volto terreo, spaurito, lo sguardo languido, gli occhi afflitti, nell'inattesa consapevolezza di non poter più ingannarmi a quel modo, tentò d'acquietarmi: «Monica, calmati, lo risolveremo insieme, come abbiamo sempre fatto...».
«Via, lurido impostore!», gridai, e attesi che scomparisse chiudendo gli occhi. Quando li riaprii, delle guardie lo stavano spintonando fuori dai cancelli del manicomio.
Qualche giorno dopo, Alberto (o il clone, chi poteva allora saperlo?) sopraggiunse nuovamente a San Salvi.
Mentre, come consuetudine, passeggiavamo nel misero giardinetto dell'ospedale psichiatrico, gli domandai, cinica: «Chi sei dei due?», di modo che se fosse stato il clone, avrebbe finto d'esser incredulo, mentre se fosse stato il vero Alberto, imprigionato e torturato per settimane, avrebbe compreso al volo, e m'avrebbe risposto.
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Oltre il limite #wattys2022
قصص عامة"Quella ero io: Monica Monti. Quella era la mia essenza, il mio essere, e avevo deciso di mostrarlo, piuttosto che recarmi a ritirare la maschera ch'era stata predisposta per il mio volto. M'ero mostrata, quasi imposta alla società, ma essa aveva de...