Un anno, sei mesi, tredici giorni. Si, è passato tantissimo tempo da quando mi hanno trasferita a Londra. Ricordo a malapena com'era l'Italia. Non mi ricordo quasi più com'è Verona, ho dimenticato il viso di Niall, il viso di mia madre e di mio padre, non mi ricordo com'è fatta la mia scuola, non mi ricordo il viso di Emily, ho dimenticato tante cose, comincio a dimenticare la voce di Zayn. Chissà come saranno cambiati tutti. Passiamo a me. I dottori londinesi non hanno ancora combinato niente, sono degli incapaci. Per quanto riguarda il sogno, non ne ho mai più fatto neanche uno come l'altro. In totale da quando sono in ospedale, compreso il periodo nell'ospedale italiano, sono passati due anni, un mese ed un giorno, quindi ora ho vent'anni ed un giorno. Sono le quattro del mattino e sto fissando il soffitto bianco della stanza con le mani che sono fuori dal letto. Ad un certo punto sento un rumore provenire dalla stanza aldilà del muro di fronte a me. guardo aldilà del muro e non vedo niente di, stanotte non ci sono neanche i dottori, sono tutti fuori per una cena di lavoro. Mi rilasso e torno a fissare l'interessantissimo soffitto. Un rumore simile al precedente rientra nelle mie orecchie, mi sollevo di scatto e guardo nuovamente aldilà del muro. Noto immediatamente una finestra. Ci metto tutta me stessa per riuscire a guardare addirittura oltre alla finestra, gli occhi mi bruciano.
-Fermati! Così diventerai cieca!- ignoro la coscienza e continuo.
Vedo un'uomo coi capelli cortissimi rasati, un gran bell'uomo sui venticinque anni che si arrampica dalla finestra, indossa uno scalda collo che lo copre sino al naso, somiglia moltissimo a Zayn, ma cosa fantastico a fare, lui non tornerà più, mai più. Si apre di colpo la finestra e ne esce quest'uomo.
-Tesoro, so che mi vedi, vieni- mi dice quella figura cupa e misteriosa vestita di nero. smetto di guardare aldilà del muro e vedo subito una luce bianchissima che brucia, urlo come non mai, tanto dal far urlare di dolore anche quell'uomo. Mi lacrimano gli occhi, vedo tutto solo bianco. Sbatto ripetutamente le palpebre e ritorno a vedere normalmente. Tiro un lungo sospiro di sollievo.
-Chi sei tu?- gli domando mettendolo alla prova.
- Non abbiamo tempo per questo andiamo- mi urla in risposta. Alzo gli occhi al cielo scocciata.
- E tu, carissimo sconosciuto mi faresti scappare da qui? Tu non mi conosci, nessuno mi verrebbe a salvare, sono un mostro, so solo fare del male, se la gente sapesse il mio segreto e le mie potenzialità mi rinciuderebbe o forse peggio, mi ucciderebbero! Quindi perchè mi vuoi salvare?- domando con le lacrime che minacciano di uscire e la voce tremante.
- Tranquilla, ti conosco meglio di quanto tu creda. Amber Potter, vent'anni, capelli naturali biondi ma ha fatto tantissime tinte, tra cui il viola e il castano, occhi azzurri con il contorno pupilla giallo, ora sarà un po' di più che solo il contorno pupilla, odia i colori, indossa solo il nero, amici Niall Horan e Emily Austin, entrambi in ospedale picchiati da Calum Wood, lui in coma lei a casa da un anno otto mesi e venticinque giorni, ex ragazzo Edward Owen, genitori Sam Potter e Diana Potter, entrembi di origine inglese, ragazzo attuale Zayn Javaad Malik, dottore di ventiquattro anni lincenziato dall'ospedale veronese, è stato licenziato perchè fidanzato con la sua paziente; Lei. Sai guardare attraverso qualsiasi materiale, sai sollevare gli oggetti, hai potenzialità ancora da scoprire.- mi guarda con il sopracciglio alzato, mi conosce tra un po' meglio lui di me. Intanto entra nella mia stanza bianca e continua. -Sono stato abbastanza convincente? Ah! Tieni, dovrai confonderti nella Londra notturna...- mi dice con un sorriso sghembo, ricambio e prendo gli abiti che mi porge.
Indosso gli abiti neri che mi porge, sono gli stessi che avevo comprato con Zayn l'anno scorso prima che mi portassero via da lui. appena ho finito anche di indossare le Converse nere mi prende la mano destra e mi trascina dietro di sé. Mi porta fuori dalla stanza imbottita ma dentro la stanza dei dottori, l'uomo prende la ricorsa e salta fuori dalla finestra. Urlo per lo spavento, mi sporgo dalla finestra e lo vedo vivo e vegeto che mi fa segno di fare come ha fatto lui. Sospiro e indietreggio. Comincio a correre più veloce che posso sino a che non arrivo di fronte alla finestra e salto. Atterro in piedi e vedo quell'uomo di fronte a me che mi guarda con gli occhi sgranati. Ridiamo e ci mettiamo a correre.
Spazio Autrice:
Hey Ragazzi/e,
Vi ringrazio e basta, vi amo♡
-Lisa
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Nothing |z.m/n.h| #Wattis2015
Fiksi PenggemarDal capitolo 6: «-Come ti senti?- mi chiede aprendo il quadernetto. -Meglio rispetto alla settimana scorsa - rispondo sincera al dottor Malik . -Visto che il medicinale che ti ho prescritto funziona ?- mi chiede serio , credo sia serio , è indeci...