Sdraiato prono, nudo, con la fronte appoggiata al piano freddo del tavolo da laboratorio, Aronui rabbrividì. Stringeva i denti, afferrando con più forza i bordi con le mani in una stretta spasmodica che aveva sbiancato le nocche, i muscoli tesi.
«Non ti muovere.»
«Vai a fare in culo, Jako. Non solo fa male... sai che cazzo mi succede quando mi stimoli gli innesti sulla schiena!» il ringhio soffocato terminò in un uggiolio di piacere. Aronui sbatté, esasperato, la fronte sulla superficie metallica un paio di volte «Merda!»
«Oh, dopo ti faccio passare le voglie, faccino. Ma ora mi serve cercare di interfacciarmi almeno al 5%, resisti.» la voce di Jako era tranquilla e distaccata, ma non rassicurò o calmò Aronui in nessun modo. Quando lavorava aveva sempre quel tono, sia che sistemasse una matrice, sia che staccasse innesti da un disgraziato ancora urlante. Anche se al momento stava solo lavorando con delicatezza sui suoi innesti nauhea, per Aronui era una tortura.
Tra dolore e piacere cercava di rimanere immobile, mentre il meccanico maneggiava uno schermo d'interfaccia neurale in cui un paio di matrici pulsavano a intervalli regolari. Da quello strumento filamenti luminosi partivano, toccando gli innesti del giovane e Jako, con attenzione, cercava di calibrare un minimo di connessione. Era una cosa estremamente difficile e delicata, ma aveva bisogno di dati specifici e poteva ottenerli solo in quel modo.
«Sei... il più lurido...» un gemito profondo, vibrante, interruppe le parole di Aronui. Sentiva che stava per iniziare a tremare per via della tensione ed era certo che al ricettatore quello non sarebbe andato bene. Prese fiato, cercando di parlare tra i gemiti che gli uscivano dalle labbra, faticando a mantenere una minima lucidità per colpa di quella stimolazione. «Non posso più... tanto...»
Passò un lungo minuto, e Jako si spostò, trionfante.
«Fatto!» L'esclamazione fu accompagnata da una sonora pacca sulla natica di Aronui che si mosse di scatto, avvinghiandosi all'altro e sbattendolo sulla poltrona dietro di lui. «Quanta fretta!» disse Jako, divertito.
«Fottiti!» ringhiò Aronui, mentre gli apriva i pantaloni, accarezzando per un momento il membro eretto dell'altro, per poi salirgli a cavalcioni e calarsi su di lui, incapace di aspettare. Gemette di dolore e piacere, il bisogno di essere appagato era già diventato un tormento, e iniziò a muoversi febbrilmente.
Si odiava per quello. La brama che lo prendeva era incontrollabile, il bisogno di sesso cancellava qualunque altra cosa dalla sua mente, diventando doloroso: un tormento che gli scopriva ogni nervo coprendolo di lava, se non veniva appagato.
Jako adorava guardarlo, era quanto di più sensuale avesse mai visto in tutti i suoi quarant'anni di vita. Accarezzò il fianco dalla pelle candida e luminosa, osservando quel corpo androgino, dalla muscolatura sottile ma sviluppata. Era muscoloso, forte, eppure al contempo era estremamente cedevole e languido, morbido. Era ammaliante.
Si rilassò, pigro, facendo fare quasi tutto all'altro e limitandosi a sostenerlo per i fianchi.
Lo guardava muoversi, salire, scendere, accarezzarsi e gettare la testa all'indietro con le labbra gonfie e gli occhi lucidi. Amava quel corpo sempre giovane e bianco, indubbiamente maschile in quel momento nonostante l'androginia. Aveva visto quanto poco bastava, ad Aronui, per passare da donna se lo voleva. L'immaginò con un grosso paio di tette, i fianchi giusto più morbidi e sorrise, divertito da quell'immagine mentale, godendosi quelle fantasie e abbandonandosi a esse.
Un'ondata di piacere accompagnò l'orgasmo mentre si svuotava in quel culo serrato, più stretto di qualunque vagina, che lo faceva gemere come nessun altro.
Un giorno gliel'avrebbe chiesto, come faceva a continuare ad averlo ancora così.
Vedeva che Aronui non era ancora soddisfatto, ma lui non voleva perdere altro tempo: si era tolto lo sfizio e aveva dato una calmata all'altro; ora doveva continuare ad analizzare i dati. Il sesso era una gran bella cosa, ma non quando aveva altro in mente. Si mosse, scostandolo senza troppa gentilezza e, riallaciandosi i calzoni, si rimise al tavolo.
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Ultimo Varco
Science FictionQuando due universi paralleli si toccano sono belve che si dilaniano. Il più forte si nutre del più debole, dissanguandolo e portandolo alla morte. Nelle strade della megalopoli di Taone Nui, Aronui è famoso perché trova sempre quello per cui viene...