Giorno speciale

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Freya's POV

Quando ritornai a casa mia madre e i miei fratelli dormivano. Sospirai sollevata, ero felice di non dover sopportare qualsiasi altra predica.

Andai in salotto e la stanza era illuminata soltanto dal camino. Mi sedei sul pavimento, di fronte al camino stesso e mi accesi una sigaretta.

Chiusi gli occhi assaporando quel silenzio assordante nel quale la casa era immersa e mi godei quel momento.

Amavo stare in compagnia ma a volte amavo ancora di più stare da sola con me stessa e godermi quella tranquillità insolita che solo la compagnia di sé stessi era capace di offrire.

"Dove sei stata?" chiese una voce interrompendo il mio attimo di tranquillità

"Non penso ti riguardi" dissi senza neanche guardare mia sorella Charlotte che era in piedi e sulla soglia della porta del salotto

"Sei arrabbiata ancora?" chiese dondolandosi sui talloni

"Non me ne frega niente di ciò che mi hai detto, anche se su una cosa hai ragione. Mi sono avvalsa di un titolo che non spettava a me assumere ma alla mamma. Solo che dimentichi che spesso devo sostituirla quando è necessario" dissi aspirando il fumo

"Ad esempio quando l'avresti sostituita?" chiese

"Quando non riusciva ad alzarsi dal letto e a reggersi in piedi perché l'abbandono di papà la stava uccidendo, ma ad ogni modo, non mi interessa sai? Vivrò anch'io la mia età" dissi

"Freya non prendere decisioni affrettate" disse ancora

"E perché mi chiedi questo? Perché a te conviene giusto? Hai sempre agito sempre e soltanto nel tuo interesse! Non intendo ascoltarti un minuto di più Charlotte, quindi, dato che sono arrivata in salotto prima di te vedi di sparire e di lasciami tranquilla!" tuonai e calò il silenzio

"Non ho dormito, ero preoccupata per te. Volevo aspettare che rientrassi. Tutto qui" disse dopo un pò

"Cos'è una forma di responsabilità? So badare a me stessa Charlotte adesso puoi anche andare ad esplorare il mondo dei sogni" dissi ironica

"Non fare la dura Freya! So che stai soffrendo"

"E quindi? Cambierebbe qualcosa? Eh? Ora noti il mio dolore? Davvero? Quanti anni sono che papà è sparito? Quanti Charlotte dimmi quanti! Ognuno di voi ha sempre pensato al proprio dolore, la mamma non si alzava dal letto, tu sei sempre stata egoista, Brandon non sapeva come risollevare la situazione e chi ha mandato indietro tutto il dolore perché non poteva permettersi di soffrire? Chi? Chi ha ingoiato dolore e merda per anni? Io! Sono stata io a risollevare tutti e nessuno di voi ha mai pensato che avessi bisogno anch'io di qualcuno che mi risollevasse! Non avete mai pensato a come stessi io! Quindi per favore Charlotte non venirmi a dire che sai che sto soffrendo perché non lo sai! Non hai mai saputo niente! Non hai mai saputo come stessi perché tu sei l'epicentro del tuo mondo! Non lo hai mai saputo perché sei arida ed egoista!" tuonai e salii in camera spedita

Misi la camicia da notte e mi buttai sul letto. La mattina dopo sarebbe stato un altro faticoso giorno e avevo bisogno di riposare. Tuttavia i pensieri decisero di non abbandonare la mia mente e Morfeo tardava ad arrivare.

Sembrava che stessi rinfacciando ogni sacrificio fatto e ogni cosa; la realtà era solo una: era che stavo scoppiando, che non riuscivo più a trattenere ciò che avevo sempre soffocato.La verità era che non riuscivo più a recitare la parte della ragazza forte dall'umore incrollabile. La realtà era che non riuscivo più a trattenere le emozioni e che il vaso di Pandora sarebbe presto esploso, ancora di più. La verità era che non riuscivo più a rimanere in silenzio, che non riuscivo più a non piangere; i miei occhi pregavano di poter piangere, pregavano di potersi sfogare, di poter esprimere ciò che a parole non sarei mai riuscita a spiegare e ciò che l'anima teneva stretto a sé da tanto, troppo tempo.

Across the distance ||John Shelby||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora