Fuga

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Freya's POV

Dopo due settimane passate in ospedale arrivò il giorno delle mie dimissioni.
Durante la mia permanenza Polly, Ada e Bertha non mi avevano mai abbandonata.
Bertha era felice della mia gravidanza.
Io lo ero sempre di più, non vedevo l'ora di partorire, di poter mettere al mondo il mio bambino o la mia bambina.
Nonostante la felicità che avevo provato avevo saputo da molte altre visite che il sangue espulso durante la nausea era causato da un'intossicazione.
Lavorare in fabbrica aveva reso i miei polmoni molto fragili.
Inoltre avevo saputo da Polly che John le aveva inviato una lettera dal fronte dicendo che Arthur era rimasto ferito e che per qualche giorno non avrebbe potuto combattere, niente di grave.

Nel contempo era persino passato novembre.
Dicembre e il suo freddo gelido erano arrivati.
Io non avevo ancora un lavoro e non avevo più rivisto né mia madre né i miei fratelli.
Ada aveva saputo da Charlotte che mia madre vietava loro di potermi vedere.

Il mio unico pensiero era il mio bambino e un modo da escogitare per farlo sapere a John, un modo per andare al fronte.
Non gli avrei scritto una lettera, non volevo lo sapesse così, non volevo dirglielo tramite un foglio.
Volevo averlo accanto, volevo stringerlo.
Ormai stavo bene, ero stabile e volevo fargli sapere del bambino di persona, ma questo non lo avevo detto a nessuno.
Ero spaventata ma dovevo guardarlo in faccia.

Fu così che iniziai a preparare la mia fuga per il fronte.
Con la scusa di andare a cercare lavoro mi recai a Londra, andai alla caserma centrale; dovevo trovare il ragazzo delle provviste.

"Chi cercate signorina?" chiese probabilmente un soldato

"Sto cercando il ragazzo delle provviste, devo parlargli. È... piuttosto urgente!" dissi nervosa

"Chi siete? Una sua parente?" chiese ancora e annuii

"Sono... sono sua cugina devo avvertirlo di mio padre, è molto malato e mio padre vorrebbe vederlo prima di..." dissi e lui annuì

"Il magazzino delle provviste è di sopra, primo piano e prima porta a destra" disse e lo ringraziai con un sorriso

Salii di sopra a passo svelto e una volta trovata la porta bussai.
Un ragazzo sulla trentina aprì la porta e lo guardai.

"Chi siete?" chiese corrugando la fronte

"Devo parlarvi!" risposi

"Di cosa?" continuò confuso

"Dovete portarmi con voi al fronte!" tagliai corto

"Signorina voi esattamente chi siete? Una ragazza innamorata che non può fare a meno di vedere il proprio soldato?"

"Voi non capite! Dovete portarmi con voi al fronte perché il mio com... mio marito deve sapere una cosa importante! E se non viene a saperlo adesso probabilmente non lo saprà mai più!" dissi innervosendomi

"E io cosa ci guadagno?" chiese ghignando

Scossi la testa e tirai fuori dalla borsa 200 sterline.

"È tutto ciò che posso offrirvi!" dissi con il cuore che mi batteva in gola

Lui guardò i soldi e annuì prendendoli.

"Vado al fronte stanotte e arriverò lì all'alba, vi procurerò una divisa da infermiera, fatevi trovare qui alle 3.00!" disse e annuii

"Grazie!" dissi con un lieve sorriso

"Io vi porterò all'inferno signorina, non dovreste ringraziarmi!" disse lui

"Lo so dove mi porterete, ma non posso rinunciare!" esclamai e lui annuì

"Un'ultima cosa, ho detto ad un uomo di sotto che sono vostra cugina e che ero qui perché mio padre nonché vostro zio vorrebbe vedervi prima di morire, reggete il gioco" mi raccomandai

Across the distance ||John Shelby||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora