Capitolo 8

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La persona contro cui andai a sbattere era un uomo. Alzai lo sguardo per cercare di vederlo meglio, aveva i capelli mori ed era alto molto più di me, i suoi occhi erano di un castano brillante quasi sembravano fossero d'oro.
"Scusami, non volevo" gli dissi mostrandogli un leggero sorriso imbarazzato.
"Non preoccuparti. Come ti chiami?" mi domandò.
"Beatrice." gli risposi con tono sicuro.
"Io Paolo. Bene ci vedremo in scena allora, io sono il nuovo cubista, oggi è la mia prima sera." mi disse mostrandomi un sorriso.
"Alessandro non mi aveva avvisato di nulla, comunque va bene, dobbiamo fare un pezzo insieme allora?" gli domandai, cercando di farlo sentire a suo agio.
"Si, quando vogliamo." mi rispose mostrandomi un sorriso.
"Perfetto ci vediamo a breve in scena" gli dissi facendogli un occhiolino e andandomene.
Mi incamminai verso l'entrata sulla scena ma prima di riuscire ad entrare mi bloccò Alessandro.
"Ti piace quello nuovo?" mi domandò.
"Si, si può fare, ora staremo a vedere come ballerà." gli risposi ridendo e salii subito sulla scena.
La musica era ormai già partita, io iniziai subito a ballare, muovendomi a destra e a sinistra, girandomi, scendendo giù con la schiena, nel frattempo notai che la folla si stava mano a mano selezionando in gruppi. Davanti a me c'erano, per la maggior parte solo uomini, mentre davanti a Paolo si andavano a formare gruppi di ragazze.
Ci fu il cambio della musica e Paolo si avvicinò a me, mi mise una sua gamba in mezzo alla mia, ed iniziò a toccarmi lungo la schiena, nel contempo continuavamo a ballare. Ho sempre ballato con altri uomini, ma il suo tocco, così forte, così potente, riusciva a mandarmi su di giri, ora era lui che mi conduceva in ogni mio singolo passo, io non facevo nulla solo quello che lui voleva, ero come una bambolina nelle sue mani.
Continuavamo a ballare i suoi occhi puntavano lungo i miei e il suo respiro era sempre più forte, mi girai e mi misi davanti a lui, iniziai a strusciarmi scendendo mano mano più in basso e rialzandomi solo di sedere, mettendomi a 90 davanti a lui, poco dopo rialzai la testa mentre inarcavo la schiena, la sua mano si posò subito sulla mia pancia stringendomi, poi la passò sul mio collo e mi fece girare di scatto.
Sembrava di far l'amore, eravamo una miscela di corpi sconosciuti, i nostri respiri erano perfettamente sincronizzati, ed ad ogni sguardo aumentava sempre di più il desiderio.
Continuammo a ballare, lui tornò poi al suo posto ed io tornai al mio.
Guardai in mezzo alla folla e notai al bancone dei cocktail Ludovico e Davis che parlavano, chissà cosa mai si staranno dicendo pensai.

Passarono altre due ore ed io alla fine scesi dal mio cubo e andai nel mio camerino, lo stesso fece anche Paolo.
"Non pensavo fossi così brava" mi disse lui ridendo.
"Ho le mie doti nascoste." gli risposi facendogli l'occhiolino.
"Speriamo di provarne anche altre di doti nascoste." mi disse ridendo e se ne andò di corsa.
Era chiaro, voleva fare sesso con me, la sua fisicità sicuramente non mi faceva tirare indietro, tuttavia era il caso di stare un po' tranquilla adesso, in fondo c'è Ludovico, anche se ancora non ho capito bene cosa lui voglia da me.
Entrai nel mio camerino e mi iniziai a struccare e a sistemarmi i capelli in modo normale. Poco dopo bussarono Davis e Ludovico e li feci entrare. Davis aveva uno sguardo duro, mentre Ludovico sembrava abbastanza tranquillo.
"Ti piace strusciarti per bene addosso a sconosciuti vero?" mi disse subito Davis con tono freddo.
"Senti Davis ora non iniziare è lavoro." gli risposi continuando a struccarmi.
"Non sembrava che fosse solo lavoro." mi disse lui mettendosi dietro di me.
"Davis ma che sei geloso?" gli domandai ridendo.
"Cazzo Bea non capisci! Non sono geloso, se lo fossi stato oggi non ti avrei condiviso anche con Ludovico. Il problema è un altro, quel tipo non mi piace, ha un viso troppo familiare, lo stavamo dicendo prima con Ludovico." mi rispose lui sembrando molto preoccupato.
"Dovresti lasciare la discoteca." disse subito Ludovico.
"Non ci penso neanche, adoro questo lavoro." gli risposi alzando leggermente la voce.
"Sarebbe per il tuo bene Bea, vista tutta la situazione, questo luogo non mi sembra molto sicuro." mi disse Davis accarezzandomi una guancia.
"Non saprei cosa mettermi a fare, quindi non se ne parla." gli risposi.
"Un lavoro lo troviamo noi, per questo non c'è problema." mi disse Ludovico avvicinandosi anche lui.
"Poi vediamo" risposi fredda.
"Qui non sei più al sicuro Bea." disse Ludovico con un tono preoccupato.
"Ho detto poi vediamo, ora finitela." risposi con tono autoritario e freddo.
Davis si allontanò da me e si poggiò al solito tavolino accendendosi una sigaretta. Non avevo neanche voglia di sgridarlo, così rimasi in silenzio, tanto non mi avrebbe ascoltata.
Ludovico si mise seduto vicino a me, guardandomi attraverso lo specchio.
"Cosa fai?" gli domandai ridendo.
"Ti guardo." mi disse mostrandomi un sorriso.
"Ah e ti piace? Guardarmi intendo" risposi.
"Si, sei bella." mi disse lui, sorridendomi dallo specchio.
Io sorrisi e ringraziai con leggero filo di voce.
Di colpo Ludovico si alzò e si mise dietro di me. Dallo specchio vedevo che continuava a guardarmi mentre le sue mani si poggiarono sopra le mie spalle, scesero poi ancora più giù fino a toccarmi il seno e con il suo viso si abbassò baciandomi prima il collo e poi dandomi una bacio profondo sulle labbra.
Qualcuno bussò alla porta, ma io e Ludovico non ce ne curammo minimamente, continuando a toccarci e a baciarci.
Davis aprì, e potei notare dallo specchio che fuori la porta c'era Paolo.

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