Capitolo 16

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Per quella notte facemmo l'amore per la prima volta.
Le sue mani mi toccavano con delicatezza, accarezzando ogni mio piccolo centimetro di pelle con il suo tocco soave.
Mi toccava come avrebbe toccato la sua Eveline, ed io in parte ero contenta di restituirgli un po' di vita che gli era stata tolta dai ricordi del passato.
Paolo non era l'uomo che Ludovico e Davis pensavano che fosse, era un uomo tormentato, un uomo che doveva fare i conti con il suo amore svanito, un uomo che teneva dentro di sè la speranza di vedere ancora quegli occhi e di abbandonarsi in un abbraccio.
Se a lui serviva questo io ero pronta per darglielo, anche se sapevo che lui guardava me sperando fossi Eveline.
Dormimmo abbracciati per circa un'ora e fu la cosa più bella che io avessi mai provato da quando lo conoscevo.
Mi svegliai prima di lui e girandomi su un fianco notai una piccola foto all'interno di una cornice bianca.
Era un donna, bionda, gli occhi color ghiaccio, i lineamenti delicati.
Era Eveline. Lui teneva con sè il ricordo, una foto per pensare ai suoi momenti di pura felicità, una foto del suo passato.
Mi si strinse lo stomaco, non sarei mai stata per lui quello che era stata Eveline.
Notai che Paolo si era svegliato quando iniziò a baciarmi una spalla.
"Lei è sempre qui con me." disse guardando quella foto.
"Paolo, io non potrei mai competere con lei, lo so questo, ma io sarò qui ogni volta che tu ne avrai bisogno" gli dissi stampandogli un bacio sulle sue labbra.
"Tu sarai sempre con me." mi disse staccandosi dal nostro bacio.
"Ora andiamo, ti porto a lavoro." disse alzandosi dal letto ed io feci lo stesso.
Chiuse la porta alle sue spalle rimettendo la chiave dentro il cassetto del mobile adiacente.

Mi andai a preparare e mentre mi truccavo continuai a pensare a quella donna. Eveline stava portando anche me nell'abisso, non facevo altro che pensare a lei, ma quello che mi tormentava era sapere il perché se ne era andata all'improvviso, lasciandolo solo in preda ai suoi ricordi.
Un motivo ci sarebbe sicuramente stato ed io volevo scoprirlo.
Finii di preparami e insieme a Paolo andammo verso la discoteca.
"Questa sera sarà l'ultima volta che lavorerò qui, ora non mi serve più questo lavoro." disse rivolgendo il suo sguardo verso di me.
"E cosa hai intenzione di fare?" domandai.
"Continuerò a fare il modello come ho sempre fatto fino ad ora" disse ridendo.
Già avevo quasi dimenticato che lui era un modello, in fondo era così bello che non poteva non esserlo.

Entrammo dentro la discoteca e io andai dritta nel mio camerino mentre Paolo andò a parlare con Alessandro per dirle che non avrebbe più lavorato lì.
La serata iniziò presto, salii in pista insieme a Paolo e per quella sera, per quell'ultima sera, ballammo insieme davanti gli occhi di tutti. Lui si avvicinava a me guardandomi negli occhi, strusciandosi. I nostri corpi aderivano alla perfezione ed ora iniziava a non essere più solamente passione e desiderio.
Il suo viso si avvicinò al mio, cercai di baciarlo ma ogni volta che mi avvicinavo lui si scansava facendo iniziare un gioco fatto di un desiderio non restituito.
Guardai in mezzo la folla e poco dopo notai Ludovico e Davis.
Non mancano mai, pensai.
Scorsi poi la figura di un altro uomo, era alto, ma non riuscii a notare nient'altro che questo.
Aguzzai la vista per vedere meglio, ma ancora niente.
"Cosa stai vedendo piccola?" mi disse Paolo avvicinandosi all'orecchio per cercare di farsi sentire.
"C'è un uomo insieme a Davis e Ludovico, ma non riesco a capre chi è." gli dissi.
Lui subito girò lo sguardo e il suo viso rimase immobile e senza espressione per un paio di secondi.
Sembrava preoccupato.
"Cosa c'è?" urlai vicino al suo orecchio.
"È Valerio, tu resta attaccata a me tutta la sera." disse mostrandomi di nuovo la sua espressione dura.
Valerio, la persona che mi voleva sua, la persona che aveva messo a soqquadro il mio appartamento, era qui, con Davis, con Ludovico, cosa voleva da me?
Iniziai ad andare nel panico, mi appoggiai ancora di più a Paolo facendomi trasportare completamente da lui, io a stento riuscivo a tenermi in piedi.
Fortunatamente arrivò presto il cambio di musica e scendemmo lasciando posto ad altri ragazzi.

"Ora non ti preoccupare, tu resta vicino a me. Capito?" disse Paolo prendendo fra le mani il mio viso.
Io annui e lui mi stampò un bacio sulle labbra.
Mi accompagnò al camerino, ma non facemmo neanche in tempo ad arrivare che Valerio era già lì davanti.
Ora potevo vederlo meglio, era alto, i suoi capelli erano di un castano ramato, più scuri rispetto a quelli di Ludovico, i suoi occhi erano di un colore quasi impossibile da definire, erano celesti ma al contempo avevano delle sfumature grigie e verdi, erano di un colore così particolare, ma erano belli. Penso che aveva circa 36 anni, ma era un uomo affascinate.
"Finalmente ci incontriamo Beatrice." disse Valerio avvicinandosi a me.
Io mi strinsi a Paolo, cercando di fuggire da lui.
"Cosa vuoi da lei?" domandò Paolo con una voce molto composta e autoritaria.
"Voglio che venga con me, sai cosa le spetta. Deve essere mia, tu le farai solo del male." rispose Valerio anche lui con un tono composto.
"Non lascerò che ti porti via anche lei." disse Paolo iniziando a far alterare il suo tono e irrigidendo i muscoli.

"Anche lei" perché quell'anche? Era allora Valerio che gli aveva portato via Eveline?

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Nota autrice:

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