Capitolo 42

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L'ascensore andava verso l'alto sempre più rapidamente ed il cuore mi venne quasi in gola. Mi accasciai su di un lato, tremavo mentre le lacrime scendevano ghiacciate lungo la mia guancia. Davis forse non era come mi aveva fatto credere, quella donna, quella Rose, quel suo sguardo erano riusciti a far cambiare tutto. Quando lui la guardò i suoi occhi si illuminarono di una luce nuova e triste, come un ricordo doloroso che ti porti nel cuore, racchiuso in un angolo, stretto, forte, ma è quel piccolo e sensibile pezzetto di cuore che vive più di tutto il resto, se non ami più è perché quel leggero e delicato pezzetto si è ormai spezzato, ha finito di vivere e non rinasce mai come prima oppure cessa di esistere.

Ma io quel mio pezzetto di cuore non so se sia mai esistito, non so se abbia mai avuto un nome.

L'ascensore si aprì, abbassai lo sguardo cercando di asciugarmi le lacrime con un fazzoletto preso di corsa dalla borsa. Uscii fuori, con un enorme macigno sulle spalle e sul cuore da sopportare.

Entrai nella camera, lanciai la borsa contro la poltrona e andai di corsa sul letto. Avrei dovuto farci l'amore con Davis su quel letto, avrei dovuto passarci una vita con lui, ma l'amore mi rema sempre contro.

Sentii la porta aprirsi, alzai di colpo lo sguardo.

''Vattene ti prego'' urlai.

''Aspetta, devo spiegarti alcune cose'' mi disse Davis avvicinandosi al letto e richiudendo la porta alle sue spalle.

''Voglio sapere solo chi è'' dissi asciugandomi le lacrime e cercando di farmi forza.

''Lei..'' si interruppe.

''Lei cosa Davis?'' lo guardai gelida.

''Non posso Beatrice, davvero non ce la faccio. Se vuoi se libera di andare, di fare la valigia e prendere un volo di ritorno per Milano.''

''Mi fai schifo'' mi alzai dal letto e gli diedi un forte schiaffo sulla sua guancia. I suoi occhi color ghiaccio mi gelarono il cuore.

''Questo non vuol dire che io non ti amo Bea, tu per me sei tutto. Anche Rose per me è tutto. Sono diviso fra due cuori, spezzati entrambi.''

''Senti Davis smettila, non ho più voglia di sentirti. Sai solo deludere la gente. Vuoi Rose? Prenditela.Io sono stanca'' urlai infilando le ultime cose nella valigia.

''Tu non capisci'' mi urlò contro prendendomi una mano e sfilando dall'altra gli ultimi vestiti. Io lo guardai dritto nei suoi occhi mentre la sua mano continuava a stringermi più forte.

''Il mio cuore è rotto, lacerato, perché non ho potuto fare niente, perché sono rimasto inerme, perché lei è diventata quello che più odio, perché non sono riuscito a salvare mia sorella. Capisci adesso.'' continuò guardandomi negli occhi.

''Rose è mia sorella, ed ora non è altro che un'escort, una mignotta, una prostituta. Lo sai perché? Perché non sono riuscita a portarla via, perché ero troppo preso dal mio lavoro, dalla mia amicizia, da Valerio, è lui l'artefice dei nostri cuori disperati. E' lui che ci comanda, perché in fondo io, Paolo e Ludovico una cosa sola abbiamo in comune: una donna persa.''

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