Cosa avrei dovuto fare? Questa domanda mi rimbombava nella testa da tutto il pomeriggio.
Sarei dovuta andare a cena con Davis? Oppure starmene a casa e continuare a pensare a Paolo?
Sebbene fosse il momento di riprendere in mano la mia vita, non trovai alcuna decisione, rimasi solamente lì a pensare su cosa sarebbe stato più giusto fare, se pensare a me oppure continuare a pensare a cosa sarebbe stato giusto nei confronti di Paolo.
Tuttavia era stato lui ad abbandonarmi, a lasciarmi andare via, perché lui, semplicemente, non era innamorato di me, ed io son stata troppo sciocca nel pensare che un pezzo del suo cuore sarebbe stato mio per sempre, non sarebbe mai andata così perché l'amore va sempre nel verso opposto.Sarebbe stato bello poterlo stringere nuovamente fra le mia braccia, ma questa volta erano altre braccia a cingere il suo corpo, altre braccia che non erano le mie.
Alla fine decisi di andarmi a preparare, nel momento stesso in cui Davis sarebbe stato sotto casa mia avrei scelto se scendere e andare a cena con lui oppure rimanere a casa e passare una serata continuando a pensare.
Bisogna scegliere e forse è questo il grande problema, scegliere fra due cose, fra due uomini, scegliere soprattutto chi essere ma tutto questo non può altro che generare angoscia poiché l'esistenza di una implica l'annullamento dell'altra, ci andiamo così a perdere in un labirinto dell'esistenza, in un ripensamento, in un "cosa sarebbe successo se.." ma tutto questo è inevitabile, qualsiasi cosa noi facciamo inconsapevolmente protendiamo al passato, al momento della scelta.
Andai al bagno e mi feci un lungo bagno caldo, il vapore si posava su tutta la mia pelle e in quel momento provai una sensazione di riposo, di riconciliazione con me stessa, di perfetta armonia. Mi sistemai i capelli in uno chignon molto alto e mi truccai poi passai alla scelta del vestito e optai per un vestito nero, non troppo elegante, mi misi le scarpe e guardando fuori dalla finestra aspettai Davis.
Mancavano solamente 10 minuti alle 20.00, e iniziai a pensare che forse sarebbe stato meglio lanciare la monetina visto che ancora non ero arrivata ad un conclusione. Decisi di andarla a prendere nella mia borsetta, ma quando la aprii sentii il suono del clacson: era arrivato.
Per un momento rimasi immobile e poi contro tutte le mie aspettative presi la borsetta e uscii dal mio appartamento per andare da lui.Ora avevo scelto e non potevo più tirami indietro.
****
"Allora hai deciso di venire a cena." si rivolse a me Davis mostrandomi un grande sorriso.
"Si ma solo perché non volevo stare a casa" risposi prendendolo in giro perché in realtà sapevo che non era affatto per questo.
"Hai fatto la scelta giusta." mi fece l'occhiolino e mi accompagnò in macchina.
"Ancora non lo so, vedramo" dissi ridendo.
"Comunque volevo dirti che sei bellissima e questa sera non mi dispiacerebbe portati a letto" disse ridendo ed io gli diedi una forte gomitata.
"Così non ti presenti bene" dissi.
"Sei bellissima davvero" disse tornando serio.
"Ecco ora va meglio" sorrisi e mi misi la cintura.
Accesi la radio e iniziai a guardare fuori dal finestrino, questo era sempre stato un mio vizio fin da bambina.
Da piccola esploravo il mondo da quel finestrino, ora indago su me stessa."Potresti anche dire qualcosa" disse Davis ridendo.
"Cosa vuoi che ti dica?" risposi continuando a guardare fuori dal finestrino.
"A cosa pensi" il suo tono autoritario era inconfondibile.
"A niente" risposi tornando a guardare la strada.
"Pensi a Paolo?" domandò lui facendosi triste.
"No" risposi fredda.
"Meglio questa sera dimenticalo. Ci siamo solamente io e te." si rivolse a me facendomi un grande sorriso.
"Già, mi sei mancato" dissi non guardandolo neanche in faccia imbarazzata da quello che avevo appena detto.
"Anche tu piccola, tanto."
Parcheggiò la macchina e scendemmo.
Appena vidi l'entrata del ristorante la riconobbi subito: era il ristorante in cui mi aveva portato Paolo la sera prima."Io non entro qui" dissi con tono serio e rientrando in macchina.
"Perché?" domandò Davis.
"Perché è qui che il mondo è caduto in pezzi" nel dire queste parole il mio cuore iniziò a battere forte e alcune lacrime uscirono dai miei occhi per rigarmi il viso.
"Bea, credo che tu debba entrare invece. Poi ti spiegherò perché." disse prendendo la mia mano fra le sue e baciandomela.
"Dimmelo perché?" gli urlai contro disperata.
"Perché devi iniziare a crescere e ad affrontare le cose. Ora andiamo e zitta." disse uscendo dalla macchina e sbattendo forte lo sportello.
Forse aveva ragione, così scesi e lo seguii. Alla porta sempre lo stesso uomo, stesse pareti neri, stesse luci, stessi tavoli, stesse persone, ma quella che ora passava di lì era una nuova Beatrice, una donna tradita.
"Il tavolo è lì, è tutto pronto." disse la cameriera rivolgendosi a Davis.
"Grazie, ci vediamo dopo" rispose lui e gli sorrise.
"Andiamo Bea" mi strinse la mano e mi portò lì, nello stesso tavolo in cui ero con Paolo.
"Bea aspetta." disse strattonandomi indietro "sappi solo che io ti amo e quel che faccio è solo per renderti felice di nuovo. Ora vai." prese la mia testa e mi diede un leggero bacio.
"Dove vai?" dissi cercando rassicurazione nei suoi occhi.
"Via da te, ma sarai sempre nel mio cuore." e detto questo andò via di corsa non lasciandomi neanche il tempo di seguirlo. Ora l'unica cosa che era rimasta da fare era entrare in quella stanza, volevo sapere quel che stava succedendo: tutto questo mistero, tutto questo scappare, ero curiosa e preoccupata.
Entrai e lo vidi, era lui e il mio cuore iniziò a battere.

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Luxury
Romance"Tante volte mi hanno chiesto cosa sento quando faccio l'amore: è come una miscela di energia con l'altra persona che mi fa viaggiare e provare una fusione cosmica. L'energia del mio orgasmo è un'altra parte di me che se ne va e si mescola con l'uni...