Capitolo 23

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Mi svegliai, presi il telefono che era sul comodino vicino al letto, vidi l'ora, segnava le 10.30.
Paolo si era già alzato perché non era più nel letto e al suo posto notai un bigliettino di carta rossa.

"Buongiorno piccola"

Iniziai a sorridere come un ebete, ogni giorno con lui era una nuova sorpresa, e tutto questo mi faceva sentire bene, mi stava dando tutto quello che nessuno mi aveva mai dato: attenzione, affetto, premura.
Paolo stava diventando speciale, i suoi occhi, la sua bocca, il suo sorriso, mi sapevano tanto di felicità.
Ero sicura di poter star bene con lui.
Presi subito il telefono e gli inviai un messaggio.
"Buongiorno anche a te tesoro" fissai la chat in attesa di una sua risposta, che arrivò poco dopo.

"Buongiorno dormigliona. Sono a lavoro torno a casa verso le 19.00, preparati che andiamo a cena fuori"

Una cena io e lui, sarebbe stato fantastico, sarebbe stato un momento per parlare, un momento in cui esistevano solo noi due e nessun altro.

"Va bene, ti aspetterò." scrissi ed inviai.

Pensai che avrei dovuto inventarmi qualcosa da fare per tutta la giornata, non potevo di certo restare a casa tutto il giorno.
Decisi di chiamare Elen, fortunatamente era disponibile nel pomeriggio, così ci organizzammo per andare a fare una passeggiata in centro.

**********

Uscii di casa per raggiungere la macchina di Elen parcheggiata proprio fuori l'immensa villa di Paolo.
"Ciao Bea" mi disse abbracciandomi.
"Elen, tutta questa felicità?" domandai vista la sua euforia.
"Devo raccontarti tantissime cose" disse lei mostrando un sorriso grandissimo e battendo le mani.
"Dai racconta" la esortai.
"Hai visto Travis, il ragazzo dell'altra sera?" annuii con la testa.
"Ecco, siamo andati a letto insieme dopo anni." mi disse mostrando gioia che sprizzava da tutti i pori.
"Sapevo che tra di voi c'era stato qualcosa" le dissi ridendo, contenta di aver avuto ragione per una volta.
"Si io e Travis siamo stati insieme molti anni, poi è finito tutto per causa mia. Ma io lo amavo e lo amo tutt'ora tantissimo. L'ho sempre tenuto nel mio cuore." disse mostrando un sorriso.
"Che avevi combinato Elen?" le domandai prendendola in giro.
"Mah, niente di grave ero ubriaca e ero andata a letto con Davis, ma di lui non mi è mai interessato nulla." rispose.
"Davis" dissi ridendo.
"Si il tuo Davis. Paolo mi ha raccontato tutto" e rise insieme a me.
"Certo ti ha detto tutta la mia vita insomma" dissi mostrando un sorriso smezzato ed essendo leggermente irritata.
Lei annui e continuò a ridere e alla fine mi aggregai anche io alla sua risata.
Parcheggiamo e scendemmo per passeggiare nelle vie di Milano.
Elen si fermava ad ogni singola vetrina di ogni negozio ed io la seguivo.
Lo vidi da lontano, era lui, le mie gambe iniziarono a tremare, il mio cuore iniziò a battere forte, era incontenibile.
Valerio era lì, trascinai Elen per una mano e iniziai a correre, non appena i suoi occhi si posarono sui miei.
"Cosa c'è Bea?" domandò con il fiatone Elen.
"C'è, c'è Valerio" balbettai.
"Forza torniamo a prendere la macchina e andiamocene" disse preoccupata Elen.
Io annuii e ci dirigemmo verso la nostra macchina.
Mentre camminavo sentivo degli occhi puntati addosso, mi giravo per vedere se ci fosse stato qualcuno a fissarmi, ma niente, fino a quando non incontrai il suo sguardo.
Valerio mi fissava dall'entrata di un negozio, ma non fece nulla, era lì fermo che mi guardava scappare.
Mandai subito un messaggio a Paolo.

"Ho visto Valerio, mi fissava dall'entrata di un negozio. Ho paura."

"Torna subito a casa. Ti ho detto che non devi uscire" rispose poco dopo.

"Va bene" gli scrissi triste, capendo di aver sbagliato ancora una volta.

Elen mi accompagnò a casa ci salutammo e lei andò via.
Mi buttai sopra il divano, fino a quando il mio telefono squillò.
Risposi.
"Non puoi scappare per sempre" disse una voce maschile.
"Cosa vuoi da me?" urlai.
La chiamata si interruppe subito, aveva attaccato e sicuramente sapevo chi era stato a chiamare: Valerio.
Avevo paura, non volevo di nuovo essere umiliata da lui, il solo pensiero mi faceva rabbrividire. Chiusi ogni porta e ogni finestra, mi barricai dentro casa in attesa che arrivasse Paolo.

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