Capitolo 21

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Davis era di fronte a me ed i suoi occhi azzurri si incastonavano perfettamente all'interno dei miei.
"Cosa vuoi Davis?" mi rivolsi a lui in modo sprezzante.
"Ti ho vista qua tutta sola e ho pensato di venirti a fare compagnia" rispose mostrando sempre il suo solito sorriso ammiccante, credendo che io abbia dimenticato tutto quello che ha fatto.
"Davis vattene. Non ti voglio più vedere, invece di aiutarmi mi hai trascinata da Valerio." gli urlai contro e dai miei occhi si poteva intravedere tutto l'odio che provavo nei confronti di quell'uomo che prima mi ha accarezzato e poi mi ha tirato nel cuore una profonda pugnalata.
"Beatrice io sono stato costretto, non potevo fare altrimenti"
"Da chi?" chiesi non credendo alle sue parole.
"Da Ludovico." rispose abbassando lo sguardo.
"Davis ora puoi andartene e non cercami più." gli dissi quasi urlando cercando di farmi forza per non farmi scendere qualche lacrima.
È sempre difficile dire addio ad una persona che nonostante tutto porti nel tuo cuore, perché lui rimane lì, sempre, continua a battere e a farti sentire la sua presenza. Non lo amavo, ma gli volevo bene,è sempre stato un punto di riferimento.
"Beatrice ti prego, non mandarmi via." disse guardandomi negli occhi, quei miei stessi occhi da cui ora iniziava a sgorgare qualche lacrima.
Non risposi, mi alzai dallo sgabello e tentai di andarmene, ma la sua mano mi trattenne trascinandomi proprio di fronte a lui, al suo viso e sottoponendomi allo sguardo di quei suoi occhi.
"Beatrice io." disse titubante.
"Io devo dirti una cosa, seguimi." e con la sua mano ancora stretta nella mia mi trascinò fuori da quel locale.
Passammo su quel tappeto rosso, e notai che i fotografi ancora non se ne erano andati, anzi iniziarono nuovamente a scattare e ad accecarci con i loro flash.
Mi portò dentro alla sua macchina parcheggiata lì di fianco, i fotografi ci seguirono, ma lui la mise subito in moto e li seminammo.
Ci fermammo in un parcheggio di una scuola, era tutto buio e c'erano altre macchine lì con noi.
Lui girò il suo viso guardandomi ancora una volta.
"Bea, mi dispiace." disse con tono dismesso.
"È l'unica cosa che sai dire? Mi hai messa nelle mani di Valerio e ora ti dispiace?" gli urlai contro.
Lui cercò di abbracciarmi ma io lo scansai, dandogli dei colpi sul suo addome cercando di farlo idietreggiare.
"Non era questo che volevo dirti." sospirò "volevo dirti che in questi giorni che non eri con me, io non ho mai smesso di pensarti, ti volevo vicino, volevo proteggerti io, invece sei scappata nella mani di Paolo, nei suoi abbracci, dimenticandoti di me. Bea io.." e si fermò sospirando.
"Tu cosa Davis?" domandai mostrando sempre un tono irrequieto.
"Io ti amo Beatrice, dal primo giorno in cui i tuoi occhi hanno incontrato i miei, dal primo giorno in cui le mie labbra si sono posate sulle tue, in cui il mio corpo e le mie braccia hanno cinto il tuo. Ti ho sempre amata di nascosto." disse facendomi sprofondare.
"Davis io, io non so cosa dirti, per me sei stato una persona importante ma non ti ho mai amato. Mi dispiace" aprii lo sportello per uscire dalla sua macchina, ma le sue mani mi riportarono dentro e subito la sua bocca si posò sulla mia.
"Davis non posso, ti farei solo del male." gli dissi cercando di liberarmi dalle sue labbra.
"Me ne hai già fatto tanto Beatrice." e le sue labbra si posarono di nuovo sulle mie e io non riuscii a fare altro che lasciarmi trasportare da quel bacio passionale e ricco di amore.
Guardai nei suoi occhi ed ora li vidi brillare di una luce diversa, erano rinati, questa volta erano pieni di amore.
"Davis io devo andare" gli dissi staccandomi da lui.
"Ti prego, sii mia solo per questa notte ancora, poi sparirò te lo prometto." disse con tono dismesso.
Ed io cedetti a quel suo sguardo così penetrante, a quel suo corpo che bramava di desiderio, cedetti a lui ancora una notte.
Le sue labbra si posarono sulle mie, cercando amore, un amore che non riuscivano a trovare.
Mi accarezzò ogni mia parte del corpo, cercò di farmi sua per questa notte, ed io lo ero, mi abbandonai a lui, volendogli restituire i nostri attimi felici.
"Ti amo Beatrice" mi sussurrò, e con un bacio sigillò il suo amore, consapevole di non poter riceverne altro.
"Portami a casa ora, per favore" gli dissi, lui annuì e mise in moto la macchina.
Per tutto il tragitto lui non disse una parola e neanche io, mi limitai solamente a guardare fuori dal finestrino.
Mi sentivo vuota, mi sentivo sbagliata, ero un insieme di errori che commettevo ogni giorno, avrei voluto anche io una persona da amare, una persona che con i suoi abbracci mi avesse scaldato, che mi avesse aperto il cuore, una persona di cui fidarmi, per essere sua sempre.

"Ciao Davis" dissi scendendo dalla macchina e mostrandogli un sorriso di consolazione.
"Ciao Bea." disse con il suo tono dismesso e con le mani che stringevano forte il volante.
"Addio" sussurrai avvicinandomi alla porta di casa per aprirla.

Entrai e sul divano vidi seduto Paolo.
Le mie gambe iniziarono a tremare, ma non doveva essere a lavoro? mi chiesi.
"Beatrice dove sei stata?" disse alzandosi e venendo verso di me.
"Ero ad una festa con Elen" risposi cercando di restare più calma possibile.
"Si questo lo so, Elen mi ha chiamato preoccupata che non ti trovava più quindi ho lasciato il lavoro e sono venuto a cercati. Dove sei stata?" mi urlò contro, perdendo tutto il suo tono calmo e delicato di un tempo.
Ero indecisa se dirgli tutta la verità, ma non avevo scelta.
"Ho incontrato Davis, ha detto che doveva parlarmi." dissi abbassando lo sguardo e sentendomi in colpa per ogni cosa che avevo fatto.
"Che ti doveva dire?" disse con tono autoritario.
"Voleva chiarire con me per quello che era successo" dissi tremando.
"Beatrice, non devi sparire così, con tutto quello che sta succedendo andare con Davis mi sembra la cosa più insensata e incosciente che tu potessi fare."
Il suo tono era così forte che avevo paura, urlava ed era arrabbiato e io non potevo di certo biasimarlo, questa volta aveva ragione lui: ho sbagliato, di nuovo.
"Lo so, sono stata un'incosciente, mi dispiace Paolo davvero." e con tutta la mia fragilità crollai fra le sue braccia cercando riparo, un riparo dai miei errori, cercando qualcuno che mi capisse, cercando sostegno e lui ignaro di tutto mi accolse e mi strinse forte.
"Scusami" sussurai, celando dietro quella parola la notte passata fra le braccia di Davis.
"Andiamo a letto che sei stanca" ed il suo tono tornò pacato e dolce dandomi un bacio sulle mie labbra, che ora cercavano amore e sapevano di trovarlo nel cuore di Paolo.

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