Capitolo 5

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Il sole sorgeva in un nuovo giorno e la luna abbandonava il suo posto. Il nero mantello della notte ora si colorava di sfumature rosee all'orizzonte ed illuminava le strade. Il vicoletto spento e logoro venne colpito anch'esso dai raggi del nuovo sole, le insegne dei locali notturni erano spente, tutto era silenzioso, ed in quel silenzio si nascondeva ciò che restava della notte prima. Dazai si era addormentato, tutta la notte era rimasto disteso sul marciapiede. La luce gli illuminava il volto, ed i suoi occhi lentamente si aprirono. Girò la testa alla sua destra, vedeva la strada e la sua debole mano che non riusciva a muoversi, i suoi arti parevano ancora dormire e non rispondere al cervello già sveglio. Si girò dal lato opposto e vide lo stesso scenario. Trovò finalmente le forze di alzarsi, si stiracchiò e sbadigliando iniziò a camminare. Manteneva la testa bassa e l'unico suo paesaggio oltre la terra erano le sue lucide scarpe in cuoio segnate dai graffi. Quel modesto vicolo stava cambiando, ma a lui non importava. Ripensava alla notte prima, si sentiva sporco. Non sapeva cosa provasse per il rosso eppure perché il suo dolore gli aveva fatto così male? Per strada non c'era nessuno e le finestre dei palazzi erano tutte chiuse, altrettanto le serrande dei negozi. Dazai continuava a camminare stanco senza meta, dopo i pensieri avuti prima di addormentarsi aveva perso ogni forza ed ogni volontà. Al suo fianco si alternavano locali notturni e altri edifici chiusi. Alcune persone camminavano per strada traballando ed altre erano chine a terra per il vomito. Camminando distratto il moro finí pure per sporcarsi le scarpe in ciò che rimaneva dell'ebrezza di quegli uomini. Quelle persone gli facevano una grande pena, perché era come loro. Non sarebbe stata quella la sua fine prima di trovare la bottiglia di vino? Non era forse lui che aveva cercato di annegare i suoi dolori nello scotch? Effettivamente in quel momento gli andava proprio il buon vecchio scotch. Gli venne da pensare quando tempo fa, nel famoso bar che cercava, si trovava insieme a Chuuya con la testa sul banco, giocherellando con il ghiaccio nel bicchiere. Per gioco i due si erano scambiati la bevanda ed entrambi stavano sputacchiando dal disgusto. Erano completamente diversi ma perfetti insieme, era quasi come lo Ying e lo Yang. Dazai si specchiò davanti alla vetrata del bar vicino alla quale c'erano i poveri sbronzi. Era così pallido, la sua pelle si confondeva al colore delle bende, ed i suoi occhi erano contornati da nere occhiaie. Sembrava uno di loro. Aprí la porta ed entrò ospitato dal rumore della campanella. Quel locale non era tanto diverso dal Lupin che frequentava con Oda ed Ango. Perfino l'insegna fuori per quanto formata da led viola un po' la ricordava. Il locale infatti era ospitale, nonostante fosse più moderno e trasgressivo adatto perfino per ballare. Ciò che attirava l'attenzione però rimaneva il bancone in legno bianco ricco di cassetti e scomparti riempiti di bicchieri coperto da una lastra in vetro trasparente, dietro la quale c'era un vecchio uomo vestito a modo con un nero panciotto sulla quale poggiavano le punte di un fazzoletto bianco che portava legato al collo che esaltava i capelli brizzolati ed i baffi con le punte all'in sú dello stesso colore.
<< Buongiorno signore. >> disse il vecchio mentre puliva i bicchieri.
<< mi dica pure cosa desidera >> si girò e posò il bicchiere nei ripiani che circondavano il bancone stracolmi di bevande e bottiglie scintillanti.
<< non c'è nessuno? >> chiese Dazai guardandosi intorno, Il locale era così silenzioso da esaltare ogni loro movimento e rumore. I vari tavoli e morbidi divanetti erano tutti completamente vuoti.
<<Questa è l'ora nella quale ci si allevia dalla sbornia, è raro vedere clienti in questi momenti...>> prese una bottiglia e continuo il suo discorso << ma la servirò ugualmente, si senta come a casa >> il vecchio si rivolse verso Dazai con un dolce sorriso sulle labbra che si rifletteva nei suoi occhi leggermente socchiusi. Dazai non aveva soldi appresso, eppure non gli sembrava opportuno andarsene, in più gli andava proprio di bere qualcosa. Avrebbe inventato una scusa dopo.
<< Uno scotch per favore >> disse il ragazzo senza esitare e si sedette al bancone poggiandoci la testa sopra. Il vecchio lo guardò con gran stupore tanto da attirare l'attenzione di Dazai che però non volle dir parola, era stanco non gli andava.
<< ottima scelta! Arriva subito >> disse alzando il tono di voce meno sicura confronto a prima e si girò di scatto verso le bottiglie. Il Moro sentiva quel posto familiare ma continuava a ricordarlo come il Lupin che ormai non visitava da un po', quanti ricordi posso essere scatenati da semplici luoghi o sapori, ormai Dazai quasi non ci faceva più caso.
Passarono pochi minuti nella quale il vecchio preparava con gran cura la bevanda. Con velocità si muoveva tra tutte quelle bottiglie e bicchieri senza incertezze. Aveva una spiccata esperienza e conosceva le posizioni di ogni bevanda a memoria. Si toccò la fronte rugosa e attorcigliò le estremità dei suoi baffi brizzolati.
<< ecco a lei. >> gli posò la bevanda sul tavolo che scivolò sul piano fino ad arrivare al volto di dazai sfiorandogli la punta del naso. Il ragazzo prese il bicchiere che conteneva la bevanda dorata e ci posò le labbra. Iniziò a berlo in piccoli sorsi per godersi di più il suo sapore elegante. Poi riposandolo sul bancone, chinato nella solita posizione, con il dito inziò a girare il ghiaccio all'interno del bicchiere. Aveva un volto triste e stanco, sembrava quasi perso.
<< Cosa l'ha portata qui a quest'ora? >> chiese il vecchio che nel mentre iniziava a pulire il piano.
<< Sentivo il bisogno di uno scotch >> gli rispose il ragazzo senza nemmeno sollevare gli occhi per guardarlo.
<< Brutta giornata? >> il piano era già pulitissimo ma il vecchio continuava a strofinare rendendolo sempre più brillante.
<< Non lo so... >> Dazai sollevò finalmente gli occhi
<< molte cose mi sembrano così familiari, mi ricordano cose che avevo cercato di dimenticare>>
<< Il passato ci forma, perché voleva dimenticarlo? >>
Dazai rimase senza parole. Ci fu qualche secondo di silenzio, stava pensando a cosa dire, ma le parole gli cadevano in gola.
<< Perché abbandonarlo fa male >> rispose faticosamente il moro a quella domanda apparentemente semplice del vecchio, che genuinamente nel sentire la risposta sorrise. Il suo sorriso era sincero, come quello di un padre ad un figlio.
<< Una volta vidi un ragazzo, aveva gli occhi vuoti, eppure nascondeva tutto davanti al suo compagno. Parlava e battibeccava con lui pur velando un continuo dolore >>. Dazai rimase pietrificato, quelle parole lo lasciarono sospettoso.
<< Cos'è che sta cercando di abbandonare? >> lo distrasse il vecchio poggiando il panno bianco al braccio.
<< Sono scappato da un vita che non mi apparteneva ed ora l'unica cosa bella di questa sta tornando da me>> Dazai bevve un altro sorso e ritornò a parlare.
<< Com'era l'amico di quel ragazzo? >>
Il vecchio non parlò. Nel silenso Dazai lo si senti deglutire.
<< Era ancora più abile di luì nel nascondere ciò che provava >>

𝑴𝒆𝒎𝒐𝒓𝒊𝒆𝒔 𝒊𝒏 𝒘𝒊𝒏𝒆 // 𝒔𝒐𝒖𝒌𝒐𝒌𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora