Capitolo 8

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<< Cosa vuole da me >> gli chiese l'uomo guardando la bottiglia, pareva una normalissima bottiglia di birra, di buona marca. Probabilmente lo sbronzo aveva buon gusto.
<< Mi racconti quella notte>> gli chiese Dazai indicandosi l'occhio. Poi si fermò per qualche istante, guardando intensamente l'uomo. In quegli occhi non c'era uno sguardo minaccioso, ma erano occhi che raccontavano una grande tristezza. Erano occhi misteriosi che come un velo parevano nascondere ogni pensiero del ragazzo, lasciando intravedere solo una gran pena. L'uomo ne rimase colpito, provò quasi compassione per lui.
<< Ne ho bisogno.. >> continuò il moro parlando tra i denti. Quelle parole sentite a malapena avevano fatto l'effetto dovuto rompendo la freddezza che l'uomo si era imposta.
<< Ero un ragazzo stupido... >> disse l'uomo, fermandosi per bere un sorso dalla bottiglia, poi rivolse lo sguardo a Dazai che lo osservava con attenzione, pareva quasi riuscisse a leggerlo dentro, si rivolse nuovamente per il disagio  alla bottiglia e continuò.

<< Non pensavo ad altro che a mostrami forte, mi circondavo di persone che mi seguivano come cani. Non riflettevo, pensavo solo a sporcarmi le mani per ogni minima cosa. >> lo sguardo di Dazai si fece quasi compassionevole, inclinando leggermente la testa per incoraggiare l'uomo a parlare.
<< Era notte, ed ero andato come al solito allo stesso locale con i miei compagni. Ci sentivamo i padroni di quel luogo. C'era un gran casino, la musica suonava ad alto volume ed il bar era pieno di ubriachi parlare a vanvera...>> bevve un altro sorso di birra e continuò
<< ci avvicinammo al bancone sbraitando come al solito al barrista. Al mio fianco c'era un piccoletto con i capelli rossi, l'unico ad aver preso del vino, ed ad accompagnarlo... >> alzò leggermente lo sguardo verso Dazai, che nel mentre teneva il volto basso guardando il collo della bottiglia. L'uomo Continuava a parlare ma il moro ormai si era già perso nel ricordo. In quella birra che oscillava nel vetro Dazai vedeva le luci viola del locale. Sentiva la musica assordante nelle orecchie, il rumore dei tacchi delle tante ragazze nella sala, le loro forme sinuose esaltate dalle brillanti gonne corte, la luce bianca dietro al barrista riflettere sul bicchiere di vino del compagno. Era completamente ubriaco e Chuuya altrettanto.
<< Un altro bicchiere!! >> urlò Chuuya al barista mentre rivolgeva i suoi occhi completamente a Dazai, le sue gote erano colorate di rosso per il vino, dandogli un aspetto ancora più raffinato, mentre la luce bianca dietro al bancone gli scintillava negli occhi. I due presi dalla brezza ridevano ed urlavano, divertendosi a beffegiare i loro colleghi. Dazai però aveva un peso sul cuore. Quello era il suo ultimo giorno nella mafia, anche se il collega non lo sapeva ancora. Aveva fatto la scelta più difficile nella sua vita, vedeva il compagno rosso, i suoi occhi parevano spensierati, allegri e la sua risata toccava in pieno Dazai, che cercava di nascondere la sua grandissima voglia di piangere. Non voleva lasciarlo così, sentiva il bisogno di rivelarsi a quegli occhi, non poteva sparire nel nulla, Chuuya non l'avrebbe perdonato, inoltre Dazai non voleva fargli del male, ma le parole non volevano uscirgli da bocca, infondo cosa doveva dirgli? La sua mano tremava non riuscendo nemmeno a mantenere il bicchiere, abbassò lo sguardo per guardarla, gli pareva ancora sporca del sangue del suo amico.
<< Chuuya-kun ti devo parla->>
<< Hey vecchio portami una birra!! >> lo fermò un ragazzo che si sporgeva al bancone urlando con le mani vicino alla bocca per amplificare il suono. Le parole di Dazai gli caddero in gola, il suo coraggio era completamente svanito, non riusciva più a parlare, nel mentre la mano tremava ancor di più tanto da doverla nascondere sotto al bancone. Chuuya lo notò, guardò Dazai quasi dispiaciuto, forse voleva sentirsi dire qualcosa in particolare.
Si girò stizzito verso il ragazzo che rispose volentieri al suo sguardo di sfida.
<< Hey ragazzino! Non lo sai che i bambini non possono bere. >> Il ragazzo prese la bottiglia di vino e gliela versò addosso facendo infuriare ancora di più il rosso.
<< Hey attento a chi parli! >> Chuuya afferrò la bottiglia poggiata sul bancone ormai quasi vuota, stringendola con forza e sporgendo il viso verso il ragazzo che non pareva scomporsi. Dazai guardava il compagno con i suoi occhi senz'anima, i suoi occhi rossi come il sangue, gli occhi di un diavolo che si limitava a rimanere in silenzio. Dietro di loro c'erano altri ragazzi che pareva lì avessero accerchiati intorno al banco. Dazai sentiva i loro putridi respiri addosso e questo lo rendeva ancora più nervoso.
<<Hey ragazzino, attento o ti farei male>> disse il ragazzo con un  gigno beffardo. Guardava Chuuya dall'alto verso il basso, incosciente che il vero dio li in mezzo lo stava guardando in cagnesco.
<< Io ti uccido. >> Lo sguardo di Chuuya si fece sempre più furioso, iniziò a stridere i denti e non si rese nemmeno conto di aver messo tanta forza nella mano da aver rotto il collo della bottiglia. Il guanto si bagnò con delle gocce di sangue, dello stesso colore del vino, che si nascondevano nel nero della stoffa, ma la rabbia di Chuuya era più forte del dolore. Dazai  gli afferrò la mano, interrompendo il suo silenzio, sapeva che sarebbe finita male. Chuuya sentiva il suo respiro caldo sul collo, e la sua mano ferma che lo stringeva, la sua presenza così vicina riusciva quasi a calmarlo ma non era abbastanza.
<< Andiamo via. >> il rosso però non pareva muoversi, ormai  la sua rabbia aveva superato ogni limite.
<< Vai nanetto corri dalla mamma!! >> gli urlò il ragazzo stizzadolo ancora di più. Se c'era qualcosa da non fare mai nella vita era di certo dare del nano a Chuuya. Dazai non riuscì più a contenerlo, il rosso prese ciò che rimaneva della bottiglia gettandola sulla testa del ragazzo. Egli parve stonato, indietreggiava vaccilando. Si toccò la testa e sorrise con ancora più cattiveria di prima. Gli aveva dato proprio un bel colpo.

𝑴𝒆𝒎𝒐𝒓𝒊𝒆𝒔 𝒊𝒏 𝒘𝒊𝒏𝒆 // 𝒔𝒐𝒖𝒌𝒐𝒌𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora