Capitolo 6

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Dazai guardò il vecchio, gli venne quasi naturale di unirsi al suo sorriso. Non parlava così ad una persona da parecchio tempo, forse da quando Oda l'aveva lasciato. Gli mancava quella figura di amico, non un semplice amico, ma un vero e proprio padre. In quel sorriso aveva visto Odasaku nel bar Lupin dargli come al solito consiglio. Ma quello davanti a lui era solo uno sconosciuto, ciò nonostante l'aveva comunque ascoltato. Adesso Dazai si sentiva quasi in colpa, non poteva nemmeno pagargli l'ottimo servizio. Il vecchio guardò il bicchiere vuoto è alzando lo sguardo verso Dazai gli disse gentilmente:
<<offre la casa. >>
Al moro venne quasi da ridere, che il vecchio avesse capito? Non importa, ringraziò il dolce gesto e si alzò dal rosso sgabello. Si avviò verso l'uscita salutando con un cenno della mano ma fu interrotto dal vecchio che gli consigliò di andare dalla parte opposta.
<< Esca pure dal retro, così eviterà lo spettacolo di fuori. >> Dazai annuí sorridendo
<< la ringrazio, tornerò a farle visita >>.
Attraversò la sala fino ad arrivare alla bianca porta d'uscita. Fuori c'era un muro di mattoni colorato solo dalla porta bianca e dalla finestra sopra di essa. Non c'era nulla di particolare apparte il cassonetto dei rifiuti, e qualche graffito sul muro. Non rispettava l'eleganza della sala interna. Quel posto gli era però molto familiare, nonostante non fosse messo molto bene non si sentiva spaesato. Decise di poggiarsi con la schiena al muro e si accese una sigaretta. Non fumava dai tempi della mafia, ma il pacchetto lo portava sempre in tasca. La nicotina faceva il suo lavoro preocurandogli una situazione di benessere. Chuuya odiava questo vizio, ed era anche uno dei tanti motivi per la quale aveva smesso. Ogni volta che fumava in sua presenza gli strappava da bocca la cicca e la schiacciava al terreno calpestandola con il piede. Odiava l'odore del fumo, ed effettivamente Dazai non era da meno se questo avesse coperto il dolce profumo del compagno. Scivolò lentamente con le gambe, finendo per sedersi sul terreno polveroso. Per terra c'erano vari rifiuti sparsi, pezzi di sughero e di vetro che sfuggivano al sacchetto dei rifiuti, mozziconi spenti, c'era anche una strana pietruzza blu, forse caduta da qualche indumento, che Dazai decise di prendere con sé. Girò lo sguardo verso destra come fece appena sveglio, questa volta però guardando anche ciò che lo circondava. Tra i mattoni del muro vi erano degli strani solchi, stracolmi di cenere, sigarette, c'era anche qualche tappo di bottiglia. Un qualcosa però scintillava nel solco, pareva incastrato in una fessura tra i mattoni. Dazai ne rimase incuriosito, doveva essere composto da qualche metallo ed aveva un  colore leggermente dorato. Prese una forcina dalla tasca, ormai si sapeva che  con quelle sapeva fare miracoli. Cercò quindi di estrarre con cura l'oggetto senza rovinarlo, scavando leggermente vicino alla fessura. Questo cadde al suolo è Dazai si chinò per vederlo. Rimase quasi senza respiro, spalancò gli occhi ed indietreggiò. Era un proiettile.
Ricordava quel proiettile, apparteneva alle armi date dalla mafia. Pure la sua pistola ne doveva avere di simili, ma questa l'aveva lanciata in mare per non vederla mai più. Prese un fazzoletto trovato a terra e lo mise nella tasca. Che ci fosse stata una sparatoria? E se fosse provenuto proprio dalla sua pistola? Dazai si alzò, stare lì seduto non l'avrebbe portato a nulla. Accese il telefono, non avrebbe voluto informare gli altri delle sue ricerche ma aveva bisogno di una strada.
<< Pronto... Dazai cosa vuoi a quest'ora!! Sei riuscito a suicidarti?! >> gli rispose una voce al telefono, ancora impastata dal sonno, apparentemente quasi infantile.
<< Purtroppo no, forse devo cercare un altro modo sul mio libro, tu che ne dici Ranpo-kun >>>
<< Hmm... Crunk Crunk.... Non mi importa >> dal telefono si sentiva un sottofondo particolare, sembrava stesse sgranocchiando qualcosa. Conoscendo il tipo aveva approfittato di essersi svegliato per mettere qualcosa sotto i denti.
<< Hai trovato qualcosa? Poe oggi non c'è >> il ragazzo era di una strabiliante perspicacia, infondo rimaneva pur sempre la mente della agenzia. Forse Dazai era l'unico capace di avvicinarsi alla sua intelligenza e per questo le loro chiacchiere duravano poco. Il moro sorrise ed inviò l'immagine delle prove al compagno.
<< Ti farò sapere... Crunk Crunk... >> il ragazzo gli attaccò, era uno strano tipetto, ma avrebbe soddisfatto di certo la fiducia che gli era stata data. Dazai però non poteva aspettare, seguire quella pista non era poi così difficile. Entrò nuovamente nel locale, ed il vecchio stava ancora pulendo il bancone, forse era l'unica cosa che potesse fare. Il ragazzo si avvicinò al tavolo ma il vecchio non sollevò lo sguardo rimanendo attento alla pulizia.
<< Già di ritorno? >>
<< Solo di passaggio, non berrò altro. >> il vecchio ne rimase un po' amareggiato, avrebbe potuto staccarsi dal panno sgualcito. Dazai posò i gomiti sul bancone e appoggiò la testa tra le mani arrovigliando le dita nei capelli.
<< Ci sono stati strani avvenimenti in giro? >> il moro posò il proiettile sul bancone scatenando un gran stupore nel vecchio, altre persone si sarebbero spaventate ma lui non parve intimorito solo incuriosito. Prese l'oggetto tra le mani analizzandolo come faceva con le sue bottiglie.
<< Dove l'ha trovato? >>
<< Sul retro, sa quel posto non rispecchia per niente l'interno >>
<< Lo penso anch'io...>> il vecchio pareva distrarsi dal proiettile per guardare Dazai, non sembrava dare peso a ciò che stesse toccando.
<< Quattro anni fa.. >> il vecchio posò il panno e si toccò i baffi, pareva avere sempre la stessa routine.
<< Ci fu una rissa proprio lì fuori, il rumore dei colpi sconvolse il vicinato>> Dazai abbassò lo sguardo "quattro anni fa" ripeté tra se e se.
<< Sa dirmi altro? >> disse il moro, il vecchio posò il proiettile sul bancone e continuò il suo discorso.
<< Doveva essere notte, il locale era pieno. Quel ragazzo di cui ti ho parlato sedeva con il compagno proprio dove sei tu ora. Nel locale in oltre erano soliti a venire una banda di ragazzi...>>
<< Si ricorda com'erano? >> gli chiese Dazai che attento ascoltava la spiegazione del vecchio.
<< Ricordo solo uno di loro, lo chiamano "il bendato", penso fosse il capo. >>
<< Ricorda anche il vero nome? >>
<< Hayato Izo o almeno così lo chiamavano... veniva spesso qui>>
<< il nome "il bendato" all'epoca non lo aveva, tutto iniziò da quel giorno >>
<< Cos'è successo esattamente? >> chiese Dazai che nel mentre si sporgeva sempre di più, avvicinandosi al barrista, come fosse un bambino incuriosito.
<< Izo ha parlato con le persone sbagliate>>
<< Con il ragazzo?>> Chiese Dazai
<< Esattamente, si avvicinarono al compagno cercando di strattonarlo, e lo trascinarono fuori, il ragazzo lo seguì di conseguenza. Cio che è successo dopo non lo sò. >>
<< Perché non è intervenuto? >>
<< Non c'era bisogno, il ragazzo sapeva il fatto suo e quelli erano solo una banda di teppisti. >>
Dazai si allontanò dal bancone e salutò il vecchio.
<< Grazie mille!>>
<<Si figuri>> disse il vecchio sorridendo. Il moro gli voltò le spalle ed uscì dal locale. Aveva trovato il bar che cercava e anche qualcosa in più.

Spazio autrice
Le cose si fanno interessanti :)
Spero che la storia vi stia piacendo, se si cliccate sulla stellina ☺️🌟 o fatemi sapere che ne pensate, se no vi prego di non leggere.
Al prossimo capitolo <3
Bye bye
-Yres

𝑴𝒆𝒎𝒐𝒓𝒊𝒆𝒔 𝒊𝒏 𝒘𝒊𝒏𝒆 // 𝒔𝒐𝒖𝒌𝒐𝒌𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora