Capitolo 15

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Quel giorno nella terra del sol levante il sole stava calando. Dazai aveva riflettuto ormai troppo a lungo su questa scelta, sapeva di voler seguire il suo sentimento, di andare incontro ai ricordi come Atsushi gli aveva consigliato, ma sapeva come gli aveva detto il vecchio Mori che farlo avrebbe portato solo ad un inutile dolore, o almeno inutile per il rosso, perché per il moro era inutile una vita senza poterlo stringere tra le sue braccia, sentire il profumo dei suoi capelli, piangere chiedendo perdono sulla sua spalla e baciare le sue labbra. Ma sapeva che per Chuuya il suo solo volto significava ricadere in un dolore passato. Così aveva scelto il momento in cui il giorno dice addio alla sua luce. Il cielo si colorava di rosso sulla linea dell'orizzonte per poi con dolci grandienti schiarirsi in un caldo arancio, la parte più alta del cielo ricordava ancora l'azzurro del giorno che però si perdeva in un indaco a tratti leggermente violetto. Le nuvole parevano dipinte con il pennello, il colore grigiastro di quelle fumose strisce si mescolava perfettamente all'arancione che si rifletteva su quelle più lontane, creando un colore caldo che addolciva i restanti toni freddi. Le strade, nonostante non ancora del tutto, iniziavano a scurirsi e i primi lampioni si accendevano. Un aria leggermente fredda accarezzò Dazai causandogli un brivido, portandolo a stringersi tra le sue vesti. In lontananza si vedeva anche il mare riflettere il cielo ed ospitare gentilmente il sole. In quel momento pensava a come sarebbe stato bello abbracciare Chuuya su una di quelle verdi panchine aspettando che lo splendente mantello della dea Nyx ricoprisse il cielo. Aveva finalmente capito. Era un codardo, era scappato da lui per paura di una scintilla di felicità. Aveva paura per la prima volta di sentirsi umano, o più che paura non l'aveva semplicemente capito, lui che non era umano e che non aveva mai capito i comportamenti degli umani non poteva comprendere una cosa così banale. Lui amava quel rosso. L'aveva amato fin da ragazzo quando a 15 anni cercava di capire chi fosse. L'aveva amato ogni volta che il suo viso si contorceva dalla rabbia, ogni volta che doveva salvarlo fermando corruzione e toccare la sua pelle pallida. L'aveva amato tra le mille parole farfugliate nella brezza ed i profondissimi silenzi che rivelavano le sue fragilità. Il vino non aveva fatto altro che riaccendere una fiamma, lui l'aveva sempre amato, ma si era forzato di dimenticarlo, come aveva fatto con tutto ciò che riguardasse quella vita. "Me l'hai proprio fatta maledetto nano " pensò Dazai con un sorriso malinconico. Era infatti leggermente triste, il freddo che gli toccava la pelle pareva toccargli anche il cuore, questo perché capire cosa volesse non significava smettere di scappare. Era arrivato davanti alla casa di Chuuya, una casa vuota. Dazai infatti non avrebbe visto il rosso, non poteva sopportare il suo dolore. Avrebbe chiuso il ricordo una volta e per tutte, avrebbe capito se quella notte di fuoco fosse vera (anche se ormai c'erano pochi dubbi) o avrebbe almeno intuito qualcosa di più sul rosso, ma ne sarebbe rimasto distante. Preferiva un eterna tristezza piuttosto che una sola lacrima del rosso, per lui aveva pianto abbastanza, anche se amava la sua faccia infastidita.

Casa sua in confronto a quella di Chuuya era veramente misera. Il rosso viveva in una piccola villa, non lussuosa e grande ma veramente bella. Scavalcò un grigio cancello e seguì un sentiero spianato e leggermente polveroso. La casa esternamente aveva i muri color terracotta e tegole scure, foglie di vite decoravano quelle pareti e siepi verdi circondavano la casa contornate da dei bianchi sassi, una casa molto rustica. Dazai avrebbe potuto forzare la porta, ma preferí passare dal retro, lì infatti vi era una piccola cantina, con mura in pietra come se fosse stata estratta da un rudere. Dazai entrò da lì immergendosi completamente nell'odore del vino e del legno delle tre botti poste al centro della stanza, contornate da scaffali con centinaia di bottiglie. Il compagno non era solo amante della bevanda, ma un vero e proprio collezionista con alcune bottiglie ben esposte che sarebbero valse migliaia di dollari, era così che il rosso si faceva dei ragali dopo anni di risparmi. Dazai Aveva portato quella famosa bottiglia con sé, il suo posto era ancora vuoto tra le mille bottiglie degli scaffali, e quel vuoto pareva quasi fargli dimenticare il freddo che aveva sentito poco prima. Sulle tre sole botti non troppo grandi, della quale probabilmente il rosso andava stra fiero, vi erano dei calici di cristallo, uno dei quali per metà pieno dando un che di pittorico al tutto. Dazai seguí le tegole del pavimento rovere scuro arrivando dinanzi ad una porta. Rimase però stranamente stupito, la casa era un completo disastro, non che Chuuya fosse una persona tanto raffinata, anzi conoscendolo era capace di riempire una parete di buchi per la rabbia, ma il disordine interno pareva staccarsi da quella cantina e dal resto. La stanza era grande ma molto cupa con tutte le serrande chiuse, rimasta così com'era stata lasciata, bottiglie e bicchieri qua e la, qualche busta in giro, briciole sul tavolo e piatti sporchi nel lavello. All'ingresso c'era un grande specchio rotto, non sapeva portasse sfortuna? Il che era un peccato perché la camera era spaziosa, i mobili la riempivano perfettamente senza opprimerla. Quella casa anche se abbandonata lo avvolgeva con il suo tepore, il freddo di fuori ormai era solo un ricordo. Dazai si avvicinò al tavolo colorato da una macchia di chi sa cosa. Quel calore lo riportava ai ricordi, si strinse con le braccia come in un abbraccio.

Vedeva quel giovane rosso cercare di aprire impacciatamente la porta mentre il moro lo baciava sul collo. Chuuya la spalancò con un calcio e si strinse a Dazai che fremeva dalla voglia che aveva di lui. Le loro lingue si sfregavano ed intrecciavano, Dazai sbottonava la camicia di Chuuya ed il rosso faceva altrettanto mentre indietreggiando si dirigeva in camera da letto. Chuuya premeva il suo volto a quello di Dazai, gli dava dei baci fugaci, gli mordicchiava le labbra, per ingrandire sempre di più il suo desiderio. Aperta la camicia iniziò a baciargli il petto, gli lasciava succhiotti ovunque, sul collo, sulle braccia, e dopo un cenno del moro, gli strappò via le bende innescando un piccolo gridolino di Dazai. Il rosso passò le dita affusolate sulla vita del moro tirando i suoi fianchi premendoli contro i suoi, tanto da sentire la sagoma del suo pantalone crescere ed eccitarlo ancora di più. Dazai sentiva il respiro del rosso, caldo, voglioso, le sue labbra morbide e roventi, la sua lingua bagnata che gli scendevano per il collo. Lo sentiva mordicchiargli l'orecchio, gli coccolava i capelli sfregando le dita tra le ciocche.
<< Chuuya io->> cosa doveva dirgli, sentiva qualcosa, il suo cuore correre nel petto, le farfalle nello stomaco, ma non sapeva qual'era la parola che sentiva di dovergli dire. Chuuya si staccò dal suo petto e stringendogli il colletto aperto della camicia lo avvicinò a sé e lo zittí imponendosi su di lui premendosi sulle labbra di Dazai. La lingua di Chuuya si infilava famelica e Dazai apriva la bocca per farla entrare, si attorcigliavano, non respiravano, nella bocca di Dazai regnava il DNA del rosso. Chuuya lo divorava con lo sguardo seducente e Dazai non poteva fare altro che guardarlo con una faccia da ebete. In quel viso le sue pupille si allargavano impreziosendo quegli occhi color ambra, gli pareva di non avere più controllo su sé stesso, si dice che in un bacio si sente la famosa scintilla, ma nessuno si sarebbe aspettato che fosse vero, in quel bacio loro avevano sentito un vero e proprio incendio. I loro cuori correvano come Ferrari e scomparvero dietro la porta che Dazai chiuse con il piede mentre Chuuya gli stringeva le guance tra le mani.

Dazai abbassò le braccia terminando quell'autoabbraccio che si era fatto.
Continuò per il corridoio seguendo la porta dietro la quale erano svaniti i suoi ricordi. La aprí gentilmente, la camera da letto era come la restante casa. Il letto era rimasto sfatto, probabilmente la missione doveva essere urgente, le ante dell'armadio erano aperte lasciando intravedere qualche giacca qua e la. La porta della finestra che portava al balcone però era stata chiusa lasciando intravedere il cielo scurirsi dalla vetrata. Dazai posò la famosa bottiglia di vino sul comò. Iniziò a cercare tra i casetti vari dell'armadio, qualche traccia, qualche indizio doveva esserci. Nell'armadio apparte giacche scintillanti, guanti, camice, non c'era altro, altrettanto sotto al letto apparte qualche scatolone ed una chiave. La prese ed iniziò a frugare tra le altre cose. Il Comò aveva un solo cassetto chiuso, lo aprì con la chiave, dentro c'era una benda vecchia ed usata tenuta avvolta in un panno bianco, per il resto era completamente vuoto. Sul letto non c'era niente di particolare.
Dazai fu quasi tentato da quelle lenzuola bianche, si posò delicatamente sul materasso, passando lentamente la mano sulle coperte, posò la testa sul cuscino e respirò a pieni polmoni, sentiva il suo profumo, il suo calore. Quel letto era grande, aveva due cuscini e lui si ritrovava perfettamente al centro arrovigliandosi tra le lenzuola. Girandosi sul lato destro però notò un bizzarro particolare, delle lenzuola così bianche erano macchiate, macchiate di rosso, macchiate di vino. Una benda nel cassetto, il vino sulle lenzuola alquanto sbiadito. Ecco che il puzzle si era concluso.

Dazai si staccò da quel letto, rimase al suo fianco guardandolo quasi incantato. Fu allora che senti qualcosa di freddo e tagliente sul collo, delle mani bloccavano le sue, sentiva un fiato caldo addosso, come aveva fatto a non sentirlo

<<Che cazzo ci fai qui. >>
Il cuore di Dazai iniziò a battere all'impazzata, conosceva quella voce, si girò lentamente, non aveva quasi fiato.
<<Chuuya.. >>

Note dell'autrice
Le cose si fanno interessanti non trovate?
Anche il capitolo 15 è stato scritto ed ormai siamo verso la fine.
Spero che questa storia vi stia piacendo, se si sapete già cosa fare, anche perché vi starò annoiando ormai AHAHAHA,
ma hey un po' di pubblicità non fa male, quindi seguitemi, condividete e cliccate sulla buon vecchia 🌟.
Come sempre scusate per eventuali errori, e grazie per la lettura.
Bye bye
-Yres

𝑴𝒆𝒎𝒐𝒓𝒊𝒆𝒔 𝒊𝒏 𝒘𝒊𝒏𝒆 // 𝒔𝒐𝒖𝒌𝒐𝒌𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora