Capitolo 18

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Le coperte li arrovigliavano finemente prendendo le loro forme. Chuuya era poggiato a pancia in su con gli occhi puntati sul lampadario, Dazai invece era girato sul fianco, incantato dal rosso. I suoi capelli lunghi si spargevano qua e la sul letto in fini ciocche ondulate, la pelle pareva di porcellana in un incarnato roseo e delicato. Le gote erano ancora leggermente rosse come le sue belle labbra carnose, mentre suoi occhi scintillavano ed il lampadario si rifletteva con la sua luce nella pupilla contornata dal blu. Il corpo invece era disteso e rilassato, la coperta gli copriva la vita lasciando scoperto il petto, e sul collo si vedevano ancora dei segni rossastri. Le dita affusolate della mano destra si intrecciavano tra le lenzuola in un braccio steso lungo i fianchi, l'altro invece era piegato e le dita gli sfioravano i morbidi capelli. Quella mano distesa era proprio vicina a Dazai che la guardava con le scintille negli occhi. Lui era coperto fino alle clavicole, i capelli si spettinavano sul cuscino, accompagnati dalla mano alla quale si poggiava, le punte dei piedi invece gli spuntavano fuori dalla stoffa bianco crema. Davanti a loro si vedeva il porto di Yokohama, ma nessuno dei due ci aveva fatto caso. Ormai il cielo si era tinto di un bellissimo violetto e i lampioni si erani accessi per illuminare le strade in ombra. Dazai avvicinò lentamente la mano a quella del rosso, le coperte si spostavano sotto la sua pelle stranamente nuda, lui stesso ne era quasi stupito, entrambi erano privi di ogni difesa. Delicatamente con la punta del dito medio gli sfiorò i polpastrelli. In una posa quasi elegante gli salì lungo il dorso della mano accarezzandola con l'indice ed il medio. Con le punte delle dita gli coccolava la morbida pelle in movimenti rotatori, così delicatamente da causargli un leggero solletico. Distese le dita e con il pollice e iniziò a massaggiare la mano scivolando dal dorso al palmo, poi con un tocco leggero ritornò verso i polpastrelli. Erano tocchi delicati e lenti, gli sollevò dolcemente l'indice finendo per far congiungere le punte delle dita, con il palmo rivolto verso Chuuya. Il rosso lo assecondò alzando le dita sottili. Tutte e cinque, dal mignolo al pollice finirono per combaciare, per poi stringersi come in un abbraccio. Dazai la coccolava e massagiava, in una presa morbida e calda. Chuuya però aveva uno sguardo freddo, quasi altrove, si era girato verso il moro dal momento in cui  la loro pelle si era sfiorata, ma non faceva altro che fissare quelle mani con sguardo perso.  I suoi occhi mostravano un vuoto, come se il suo viso fosse velato dalla nebbia dei suoi pensieri, il che lo rendeva agli occhi di Dazai ancor più fragile, ma allo stesso tempo lo inteneriva. Si girò a pancia sotto avvicinandosi verso il moro, con la testa poggiata sulle braccia incrociate. Dazai sorrise, il suo sguardo però era più malizioso, ancora vivace. Poggiò la mano sulla schiena di Chuuya scivolando con il dorso sulla spina dorsale facendogli venire uno strano brivido per poi accarezzargli la pelle. Il rosso aveva socchiuso gli occhi, Dazai invece sogghignò, scese lungo la schiena dando una pacca al sedere del compagno che sobbalzò di conseguenza.
<< Chuu-chuu che fai dormi? >>
Chuuya roteò gli occhi scuotendo la testa
<< leva le mani dal mio culo.>> Dazai girò lo sguardo lungo la schiena del compagno, effettivamente lo stava ancora palpando e non se ne era reso nemmeno conto. Si riguardarono negli occhi finendo in una rumorosa risata, anche se Chuuya nel mentre dovette staccare la mano di Dazai che ancora gli toccava i glutei.
Mentre le risate si consumavano il viso di Dazai riprese il suo pungente sguardo. Si mosse lestamente sedendosi a cavalcioni sopra di Chuuya.
<<Pensavo ti fossi arrugginito Chu-Chu...>>
Dazai posò il volto nel incavo del collo del rosso sfregandosi a quella morbida chioma. Ma Chuuya era freddo quasi distaccato.
<< Infatti Chu-chu te l'ha messo in cu->>
Dazai zittí il rosso coprendogli la bocca con la mano.
<< Chuuya non essere volgare.. >> Chuuya lo offese ma le sue parole si sentivano a malapena opprese dalla mano del moro.
<<Sappi che mi vendicherò per questo >>
le labbra di Dazai baciavano il collo del rosso che sputacchiava leggermente appena liberato dalla mano del compagno. I loro bacini combaciavano perfettamente il che tentava molto il moro.
<< Non ci provare>> Gli disse il rosso e Dazai sbuffò di conseguenza.
<< È poi chi te l'ha detto che ci sarà una seconda volta Osamu? >> il moro rimase quasi intontito dopo aver sentito il suo nome, Chuuya non lo chiamava mai così. Poi si riprese baciandolo lungo la spina dorsale. Il moro si avvicinò al viso del rosso che lo guardava con il classico sopracciglio leggermente alzato nel suo sguardo un po' scocciato.
<< Chuuya se devi darmi un contentino devo avere  due notti minimo. >>
<< Ma sta zitto...>>
Dazai gli rubò un bacio, il rosso esitò, si irrigidí, ma poi fu travolto dal moro e quel tocco divenne il primo di numerosi baci fugaci che si staccavano con umidi sciocchi.
 Il rosso si rigirò, il moro sorrideva sotto i suoi numerosissimi baci. Per quanto Chuuya venisse incantato dal sorriso caustico e seducente, il sorriso genuino del compagno gli piaceva molto di più, era raro e prezioso. 
Dazai teneva le guance del rosso tra le mani e le loro gambe erano incrociate cingendo l'uno la schiena dell'altro. Le braccia di Chuuya invece erano poggiate sul petto del moro strofinando leggermente I polpastrelli sulla sua pelle. I loro volti si sfregarono un ultima volta poi Chuuya si staccò di colpo. Si alzò dal letto mentre il moro, che si distese sulle lenzuola come fosse in posa per un quadro, lo seguiva con gli occhi.
Mise la camicia arrovigliata di fianco al letto, era lunga e gli copriva leggermente la coscia, la sua figura risaltava contornata dal paesaggio della finestra agli occhi di Dazai. Frugando tra i suoi vestiti prese quelli del moro e glieli lanciò contro, questo li prese più con la faccia che con le mani.
Pareva stesse cercando qualcosa, aveva le tasche dei pantaloni a rovescio mentre cercava freneticamente tra quelle della giacca.
Il moro nel mentre aveva già rimesso i pantaloni e guardava la scena con le gambe incrociate, come fosse un bimbo incuriosito.

𝑴𝒆𝒎𝒐𝒓𝒊𝒆𝒔 𝒊𝒏 𝒘𝒊𝒏𝒆 // 𝒔𝒐𝒖𝒌𝒐𝒌𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora