Continuava a camminare guardandosi le scarpe con la punta leggermente macchiata di vomito che non pareva dargli fastidio. Ricordava quella moto fermarsi drasticamente, i girori di testa, la voglia matta di vomitare, ma stare sulle spalle del compagno lo isolava dal mondo, si sentiva sulle nuvole. Le suole di Dazai calpestarono l'erba ancora bagnata della mattina, esaltando il marrone pallido delle scarpe, aveva camminato senza nemmeno accorgersi di dove stesse andando. Alzò lo sguardo, era arrivato ad un piccolo parco sul lungo mare, lì l'aria pareva più fresca di quella pesante sporcata dai motori. Davanti a lui c'erano due panchine in ferro battuto poste schiena contro schiena ombreggiate da due grandi alberi. Le fronde di questi si muovevano al vento ed il sole filtrava tra le foglie punteggiando di luce il volto del ragazzo. Si sedette sulla panchina, gli pareva di vedere la scena.
Chuuya si era fermato di colpo parcheggiando la moto sul ciglio della strada, si scostò Dazai da dosso che lo cingeva ancora dolcemente con le braccia. A malapena stavano in piedi, Chuuya aiutò il compagno a scendere e sorreggendolo con un braccio dietro la schiena lo aiutava a camminare innescandogli uno strano brivido lungo la spina dorsale. Vaccilando lo fece sedere sul bordo della panchina e si posò subito dietro. Il moro aveva il volto completamente sollevato poggiato allo schienale, pareva stranamente più ubriaco del rosso. Chuuya invece gli dava le spalle e loro teste si incontravano uno di fronte all'altro a guardare il cielo.
<<Chuuya-kuunnn>> Dazai allungava le ultime lettere con un tono molto svogliato classico dell'alcol. Il rosso gli rispose con un verso, un semplice "Mh" che Dazai considerava valido come altre mille parole. Ci fu qualche secondo di silenzio, il rumore delle auto solo spezzava quella assenza di termini, si sentiva il canto dei grilli in una calma rilassante che ai due ragazzi però pesava cone macigni. Dazai non sapeva cosa dire e Chuuya altrettanto. Le parole gli cadevano in gola avrebbe dovuto dirgli quello che aveva pensato posato sulle sue spalle? O ancor pirma ciò che doveva dirgli al bar?
<< Dazai. >> Chuuya interruppe il silenzio cogliendo l'attenzione del moro, non aveva il classico tono scocciato ma la voce pareva quasi tremargli.
<< Perché hai ferito quel ragazzo in quel modo?>>
<< Non lo so. >> il viso di Dazai era completamente privo di espressione e il suo tono molto freddo
<< Non dici nulla razza di pazzoide? >>
<< Non provo assolutamente nulla >>
Chuuya rimase pietrificato
<<Lo hai torturato e quasi sparato senza sapere perché è non provi nulla? >>
<<Nulla>>
Chuuya avrebbe imprecato in 10 lingue se solo le avesse sapute e la sua espressione contorta divertí Dazai.
<< Io proprio non ti capisco >>
<< Grazie al cavolo hai la testa vuota>> Gli rinfaccio Dazai con un sorriso beffardo,
Chuuya passò dalle imprecazioni al desiderio di strozzarlo
<< Sei un pazzo, con la testa vuota, citrullo, farabutto, squilibrato, maniaco, deficiente, psicopatico, sconsiderato, strafottente, fai paura.>>
<< Chuuya non mi aspettavo tanto affetto mi sorprendi>>
Il rosso avrebbe tanto desiderato buttare Dazai a mare e si era pentito di non averlo fatto prima.<< Mi fai venire i pensieri omicidi >>
<< Come se non li avessi sempre >>
<< Effettivamente... >>Dazai nascose un sorriso dietro la mano mentre Chuuya con lo sguardo arreso si stropicciava gli occhi.
<< Anche tu hai dato il meglio di te però >> Disse il moro con un ghigno sulle labbra che tentava ancor di più Chuuya a trafiggerlo con il pugnale.
<< Ero arrabbiato. >>
<< Ma è vero che sei un nan->>
Dazai non ebbe nemmeno il tempo di parlare che venne colpito in pieno volto da un pugno.
<< Non osare... >>
il moro si toccò la guancia dolorante mentre Chuuya pareva soddisfatto del suo colpo.
<<Comunque non era solo per quello->>
Dazai parve dimenticarsi del dolore, tartassare Chuuya era più allettante.
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𝑴𝒆𝒎𝒐𝒓𝒊𝒆𝒔 𝒊𝒏 𝒘𝒊𝒏𝒆 // 𝒔𝒐𝒖𝒌𝒐𝒌𝒖
FanfictionDazai stava pensando al suicidio, come al solito, fino a quando non notó una bottiglia di vino tra gli alcolici. Decise di prenderla e berne un po', nonostante non gli piacesse, ma non lo avrebbe mai fatto se avesse saputo cosa gli avrebbe ricordato...