Il freddo pugnale gli si premeva sulla gola, Dazai sentiva uno strano brio, quella lama così vicina a sé, così tagliente, bastava pochissimo, quel brivido delizioso lo mandava quasi in estasi, ma rimaneva con i piedi per terra.
<< Perché cazzo sei qui. >> insisteva Chuuya stridendo i denti. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Si ritornava sempre punto e a capo, tanti pensieri, tante riflessioni e poi non sapeva mai che dirgli.
Chuuya lasciò la presa e Dazai si girò verso di lui con le mani ben in vista, quegli occhi accusatori erano puntati su di lui in cagnesco. Il moro girò lo sguardo verso la bottiglia di vino.
<< Ti volevo ridare questa>>
Dazai si avvicinò lentamente alla bottiglia verde, Chuuya invece manteneva la mano ferma sul pugnale, il moro sapeva che non poteva toccarlo, ma il rosso pareva contenersi difficilmente. Dazai gli si avvicinò porgendogli la bottiglia, cercava di mostrare un aspetto calmo anche se si sentiva particolarmente vulnerabile. Chuuya la guardò per poco, pareva quasi incuriosito anche se manteneva un espressione accigliata. La squadrò dal fondo al tappo, ed i suoi occhi caddero sull'etichetta, distolse nuovamente lo sguardo con un lesto scatto e si allontanò, l'aveva riconosciuta. Quella scena ricordava più un uomo che cercava di avvicinare un animale selvaggio che un normale incontro tra persone, forse perché di normale non c'era nulla.
<< Puoi tenerla, ora vattene. >> Gli disse freddo il rosso oltrepassando il moro che rimase paralizzato, era quasi stupito del fatto che non gliel'avesse spaccata in testa. Dazai si girò verso il compagno seduto sul letto con la testa tra le mani quasi sperasse di aprire gli occhi e non trovarlo più. Era successo tutto ciò che il moro voleva evitare, ma non aveva fatto tanta strada per niente. A quel libro che pareva completo mancava ancora una pagina, e non sarebbe finita con una fuga, Dazai era stanco di scappare. Si chinò verso il compagno porgendogli la bottiglia, il beccuccio quasi toccave le mani del ragazzo. Il rosso alzò leggermente gli occhi, ma non più di tanto, Dazai pareva sprigionare uno strano calore, uno sguardo sereno come quello della notte di 4 anni fa, ma Chuuya lo trovava ripugnante.<< L'ho tenuta per troppo tempo non trovi? >>
Dazai era molto vicino a Chuuya, il rosso sentiva il suo respiro ma non pareva dargliela vinta.
<<Meglio che te la spacco in faccia non trovi?>
<< Be almeno me ne libererei, il dolore fa parte delle conseguenze>>Chuuya sbuffò e diede un calcio dritto nello stomaco di Dazai facendolo cadere a terra. Il moro se lo aspettava, tanto che non provò nemmeno a parare il colpo.
Il rosso si alzò verso di lui puntandogli la suola sul viso, questa si premeva sulla guancia di Dazai, costringendo il moro a non guardarlo negli occhi. Gli pareva quasi di essersi svegliato nuovamente per strada a guardare la sua mano destra che non riusciva muoversi.
Chuuya lasciò il viso del moro dirigendosi verso le mani, posando la suola sulla mano destra.
<< Non ho mai avuto il piacere di torturarti, mi sembra arrivato il momento di rimediare non trovi? >> lo sguardo del rosso era inespressivo, non c'era rabbia o odio non c'era nulla, Dazai pareva rivedersi in Chuuya, gli ricordava la notte in cui recise l'occhio di Izo e la cosa non gli piaceva.
<< Non mi importerebbe>>
Chuuya parve finalmente guardarlo negli occhi, gli occhi color ambra di Dazai questa volta non riuscivano a nascondere un velo di paura, e quelli di Chuuya uno di tristezza. La paura di Dazai non era per sé stesso ma per il rosso, aveva paura che fosse tardi, che Chuuya non fosse più quel ragazzino pel di carota con gli occhi color mare che gli mancava.
<< Come vuoi.. >>
Il rosso schiacciò con forza le dita di Dazai rompendone una ad una, causando un urlo di quest'ultimo. Il rosso poi si chinò verso il ragazzo e afferandolo per dietro la nuca lo avvicinò al suo viso, Dazai non considerava minimamente il dolore, l'unica cosa che gli interessava era davanti a sé.<< Vattene.>> Disse freddo Chuuya, i loro volti erano molto vicini, così vicini che a Dazai parve il momento di agire, forse bastava meno di quanto si aspettasse per dirgli tutto ciò che aveva pensato. Rubò un bacio al rosso, sentí le sue morbide labbra per pochi secondi sulle sue, erano ancora quelle di prima calde e carnose, il che gli fece spuntare un sorriso sollevato. Il rosso si spinse via, barcollando all'indietro fino a toccare il letto, si sfregava le labbra, corse nel piccolo bagno con la porta rimasta aperta e si lavò intensamente la bocca fino a farla arrossire.
Tutta la rabbia di Chuuya uscì fuori, il suo sguardo si rifletteva allo specchio, era così intenso, intriso completamente nella rabbia che al moro vennero i brividi.
<< RAZZA DI BASTARDO TI UCCIDO>>
<< Uff.. Chuuya che esagerato per un piccolo bacio>>
Dazai lo guardava con un ghigno beffardo sul volto, che alleggeriva la tensione cosi spessa da poter essere tagliata con il coltello.
Chuuya si scaraventò su Dazai ancora seduto sul pavimento afferandolo per il colletto.
<< COSA VUOI DA ME !? >> Dazai girò leggermente il volto quasi stonato da quell'urlo, stranamente sentiva in quelle parole una punta di disperazione.
<< Secondo te? >> chiese Dazai ancora nella stretta del rosso, quasi si divertiva a vederlo incavolarsi, anche se non era un ottimo momento per prendersi gioco di lui
<< Una nuova tecnica di suicidio. >>
Disse il rosso furioso ottenendo un risata del moro che lo lasciò quasi spiazzato. La sua presa parve addolcirsi di poco mentre il moro rideva come se gli stessero facendo il solletico.
<< Ho una dignità non mi farò mica uccidere da te. A meno che tu non diventi una bella donna... >>
Chuuya lo guardò scocciato Dazai invece rimase sorridente
<< E poi non mi sono mai sentito tanto vivo>>
<< Cosa vuoi da me. >> ripeté nuovamente Chuuya stroncando freddamente il sorriso di Dazai.
<< Sono stanco di scappare, ho sbagliato a farlo dal principio >>
il rosso lo guardò alzando il sopracciglio quasi sminuendo le parole del moro. Lasciò la presa e ritornò a sedersi sul letto.
<< Però l'hai fatto>> Gli disse freddamente.
<< Ma sono tornato >> Dazai finalmente si alzò per avvicinarsi al rosso che si allontanò di conseguenza avvicinandosi al muro. Si poggiò con i pugni alla parete fermi sopra la testa china.
<< Ma nessuno te l'ha chiesto>>
Dazai guardava le spalle di Chuuya così fragili e delicate, si incantava davanti alle curve così sinuose.
<< Non mi importa, tanto ormai ogni cosa mi porta qui. >>
<< Vattene via. >>
<< So che non avrei dovuto farmi trovare, ma non posso sopportare di sbagliare di nuovo>>
<< Va. Via. >> ripeteva Chuuya freddo ma le sue parole venivano coperte da quelle di Dazai
<< So di averti abbandonato, in quattro anni ho cercato di annullare tutto, ma dovunque mi trovassi mi tornavi in mente, sono uno stronzo lo so ma.. >>
<< VA VIA DAZAI>>
Chuuya si girò verso il moro sbraitando, facendogli cadere le parole in gola, era paralizzato.
<< Non mi importa cosa hai da dire, che siano tutte le frasi più romantiche che trovi su internet o le tue solite cazzate, voglio solo che te ne vai. >>
Dazai cercò di avvicinarsi ma Chuuya lo respinse, entrambi cercavano di nascondere un espressione piena di dolore. Dazai continuava ad insistere per avvicinarsi ed il rosso continuava a respingerlo fino a trovarsi con le mani bloccate dal moro, stava per dargli un calcio quando questo gli bisbigliò qualcosa nell'orecchio. Gli occhi di Chuuya si spalancarono, aveva il cuore in gola, e le guance si fecero rosse, anche se cercò di non darlo a vedere. Dazai lasciò gentilmente la presa, il rosso era paralizzato. Bastarono pochi secondi e ricevette un pugno in pieno volto, ma al moro non importava. Uno.. Due.. Tre pugni, Chuuya si stava accanendo ma Dazai non rispondeva si limitava a guardare quegli occhi lucidi che cercavano di trattenere le lacrime.
<< NON DIRE CAZZATE! >>
Dazai fermò l'ennesimo pugno che gli stava per colpire il viso
<< Sarò stato anche uno stronzo, puoi picchiarmi, torturarmi, odiarmi...>>
Dazai tirò a se Chuuya anche se dolorante e continuò
<< Ma quelle non sono cazzate. >>
sentiva i suoi occhi scavarlo dentro, non riusciva a tenere la presa salda, tremava, ma se ci fosse stata una misera speranza, l'avrebbe seguita fino alla fine.
Chuuya non parlava, non riusciva parlare, respirava profondamente ed una grande rabbia gli andava alla testa.
<< Chuuya mi manchi, mi stai facendo impazzire cazzo, mi fai impazzire perché mi piace, mi piace pensare ad altro che non sia la mia vita di merda, sei l'unico in grado di darmi un minimo di pace>>

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𝑴𝒆𝒎𝒐𝒓𝒊𝒆𝒔 𝒊𝒏 𝒘𝒊𝒏𝒆 // 𝒔𝒐𝒖𝒌𝒐𝒌𝒖
أدب الهواةDazai stava pensando al suicidio, come al solito, fino a quando non notó una bottiglia di vino tra gli alcolici. Decise di prenderla e berne un po', nonostante non gli piacesse, ma non lo avrebbe mai fatto se avesse saputo cosa gli avrebbe ricordato...