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Era un afoso lunedì pomeriggio, il sole era tremendo e non risparmiava nessuno. L'ombra stessa si rivelava nemica per coloro che cercavano riparo dal caldo. Nessuno osava metter piede fuori casa, chi era costretto, si cingeva di forza e affrontava la giornata il più scoperto possibile.

William aveva appena finito la scuola, si stava affrettando di fare ritorno a casa prima di venir scottato. Aveva la maglia intrisa di sudore, la fronte era bagnata e sembrava aver messo la testa sotto la fontana. Soffiava, camminava stretto alle mura per godere di più ombra possibile.
Arrivato a casa però, si privò della maglietta e sbuffò esausto.

Il padre lo sentì entrare, si trovava in cucina e stava affettando le verdure sul tagliere.

«Ben tornato, com'è andata?»

Il ragazzo sollevò dalla spalla lo zaino e narrò quanto avvenuto a scuola, trascinandosi esausto verso la cucina.

«Micheal mi ha buttato il pranzo a terra, ma Adric ha condiviso il suo con me»

«E perché lo ha fatto? Lo hai provocato?» chiese il padre, ma il foglio negò ogni coinvolgimento. Micheal era stato semplicemente scortese nei confronti del ragazzo, infastidito dal fatto che fosse omosessuale.
«I professori hanno fatto qualcosa?»  domandò il padre.

«Non lo hanno visto» rispose William.
«Bisogna che scambio due parole con la madre di questo ragazzo, deve smettere di atteggiarsi come un teppistello. Poi alla fine ha il gran fegato di presentarsi alla porta di casa mia con quella faccia e puntarmi il dito contro» brontolò maneggiando il coltello.

Nel frattempo Gavriel scese giù per le scale e si presentò in cucina in accappatoio, salutò il ragazzo e si affiancò al padre per aiutarlo con le verdure.
Erano trascorsi due giorni e quell'uomo si trovava ancora a casa loro, William era molto confuso, non capiva perché si fosse trattenuto così tanto.

«Papà, perché il signor Heinrich è ancora a casa nostra?» domandò.

Loris precipitò dal cielo, si fece subito rosso e batté la lama sul tagliere, dividendo la verdura a metà. Gavriel sussultò e guardò il ragazzo.

«Ma che domanda è mai questa? Sei tu che decidi chi entra e chi esce da qui? Gavriel può stare qui tutto il tempo che vuole, consideralo come uno zio!»  strepitò furibondo, poi si rivolse dolcemente a Gavriel e lo intimò di non dare peso al ragazzo.

William si fece scettico, non odiava affatto Gavriel, ma trovava ambigua la sua presenza in casa. Non era abituato a convivere con terzi, finora erano stati solo lui e suo padre.
Salì per le scale e si chiuse nella propria stanza dove schiacciare un pisolino prima di svolgere i compiti.

«Razza di ragazzino irrispettoso, mi dispiace tanto, non farci troppo caso» disse.
«Tranquillo. Piuttosto, dovresti dirgli di noi» disse Gavriel, convinto che il ragazzo nutrisse odio verso di lui.
«Forse egli non gradisce la mia presenza, sarà che non si senta a proprio agio. Magari se gli dicessimo che io e te ci stiamo frequentando, si calmerà un po'. Non abbiamo interagito durante questi due giorni, però sono certo che ci farai avvicinare, diventeremo amici»

Ma Loris era contrario a quel pensiero, non era nemmeno convinto che fossero una coppia, la loro relazione andava contro la sua religione e nessuno l'avrebbe approvata. Inoltre si chiedeva come avrebbe reagito il figlio, sapeva che non sarebbe riuscito ad accettare di vedere il padre con qualcun altro.

Quel silenzio fece comprendere a Gavriel che Loris non fosse ancora pronto a mettere al corrente il figlio, lo capì e accettò.
«Tranquillo, non deve essere adesso» gli sussurrò.
Poi calò gli occhi verso le sue lunghe gambe per cui stravedeva e le accarezzò.
«Ti sei messo addosso i jeans che a me piacciono molto» disse portando le mani attorno alla cerniena, ma Loris gl'impedì di proseguire.
«Non quando c'è lui a casa» disse.
Ma Gavriel insistette e gli si avventò con baci e carezze. «Ieri sera non sembrava affatto un problema, cos'è che mi dicevi? "Uh babe, leccami tutto"»
«Shh! Gavriel, smettila, no» La faccia di Loris scoppiò di rosso, aveva il terrore che il figlio lo avrebbe sorpreso in quello stato.
Nacque un tiro e molla tra i due, Loris cercava di concentrarsi solo sulla verdura ma Gavriel non gli concesse spazio e aria da respirare, lo abbracciò affettuosamente e gli sussurrò smancerie all'orecchio. Gli addentò il lobo, lo lambì sulla guancia e fece scorrere la mano sotto la camicia.

stOrge|| Non voglio il tuo amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora