«Mi dispiace tanto per Ash, il cugino riceve tutte le attenzioni che lui vorrebbe dal padre, e quest'ultimo pare non accorgersene nemmeno»
Commentò Gavriel.
Loris al contrario di lui, non serbava alcuna compassione per la piccola volpe, figlio di un protagonista scaltro e bizzarro.«Non è colpa del cugino se lui non è abbastanza bravo, dovrebbe farsi valere di più» rispose.
Il due uomini si godevano il film come due bambini, commentavano le scene e ridevano alle battute.
«Questa è la scena preferita di mio figlio, molte volte quando la guarda, preme il tasto sul telecomando e la rimette indietro, fa così per almeno cinque o sei volte» dichiarò Loris.
Era la scena dove il signor volpe, a bordo della motocarrozzetta, notava la presenza di un lupo sopra la vetta di un colle. Non sapendo quale lingua parlasse, pronunciò alcune parole in latino.
Mentre i minuti si estendevano, e il finale si faceva man mano sempre più vicino, Gavriel tirò fuori dalla tasca una sigaretta.
Nel taschino anteriore della camicetta teneva invece uno zippo, il quale aprì e accese. Il suono metallico emesso catturò l'attenzione di Loris, e si stupì quando vide l'uomo fumare nel suo soggiorno.
Schiarì la voce e fulminò con lo sguardo quella sigaretta, Gavriel si voltò e si rese presto conto di aver commesso uno sbaglio.«Scusa, abitudine. Ora vado a buttarla» disse tenendo tra il sorriso la sigaretta. Egli si sentiva così a suo agio, che si era dimenticato di trovarsi nel soggiorno di Loris.
Perciò si alzò e si diresse verso la cucina, dove poterla spegnere e gettare. Ne colse l'occasione di ammirare anche l'arredamento scelto per abbellire quelle tre pareti in cachi, i mobili erano fatti di un buon legno e il lampadario donava un tocco quasi vittoriano.
Si prese il lusso di dare una sbirciata tra i cassetti e alle foto e disegni appesi con il magnete sopra le porte del frigorifero, dovevano essere stati realizzati dal figlio in età molto giovane.
Uno dei disegni ritraeva il piccolo in mezzo ai due genitori, sovrapposti a una giornata di neve. In un altro c'era disegnato un cane di cui nome era ispirato a un frutto, e in un altro ancora William aveva cercato di fare un ritratto al papà.Guardando quei disegni, Gavriel si accorse di come il colore rosso fosse usato spesso rispetto il resto. La caricatura delle matite era quasi aggressiva, tuttavia ciò che disegnava era carino.
Tornando in soggiorno, trovò Loris solcare tra i propri pensieri. Aveva lo sguardo perduto e una postura quasi rigida, per nulla rilassato.
Guardando quel film, a egli era sorto in mente la prima volta che il figlio lo guardò.
«Ho deciso che questo sarà il mio film preferito, quando sarò grande voglio rubare come il signor volpe» diceva indossando un manto e un passamontagna sulla testa, fingeva di sottrarre le galline dal pollaio, sgattaiolando in cucina e riempiendosi di mele gl'indumenti. Il suo complice in affari era niente meno che un pupazzo, lui lo chiamava Kylie, proprio come la talpa presente nel film. E quando finiva la sua impresa, fischiettava e schioccava la lingua, esattamente come il signor volpe.Loris si ricordò inoltre, di come lui era costretto a ricoprire il ruolo di Franklin Bean, il farmiere. Ma si rifiutava sempre, non amava calarsi in sciocchi personaggi da cartoni animati. Ma oggi, se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe indossato quei panni e fatto contento il figlio.
«A che pensi?» chiese Gavriel.
Loris si distaccò da ogni pensiero e rispose.
«A nulla, sono solo un po' stanco, tutto qui»Gavriel non cascò per quella replica, il viso di Loris era un libro scoperto e raccontava altro dalla bocca.
Era chiaramente turbato da qualcosa, il corpo suo era seduto scomposto sul divano ma la sua testa si trovava lontana.
Così si avvicinò, si sedette al fianco suo e disse.
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stOrge|| Non voglio il tuo amore
RomanceLoris Anderson è un giovane padre vedovo che non sa cosa sia veramente l'amore. Egli, in questo racconto, cercherà d'interpretarlo, di tradurlo e disperatamente di correggerlo. Ma purtroppo è incapace sia di darlo che di riceverlo, perché accecato d...