~ Il mio mondo è un inferno, se vuoi ti ci porto ~
Louis sapeva che la sua vita fosse un casino. Lo sapeva da un pezzo ormai. Non aveva soldi, non aveva una vera casa, non aveva più una madre, né una vera famiglia.
Era nato che la sua famiglia non era già molto benestante, aveva distrutto tutto ciò che lo legava ancora a sua madre, viveva in una casa non sua, e passava i giorni con i suoi due amici, non messi meglio di lui.
Lui sapeva che andava tutto male. Era sempre andato tutto male dopotutto, non si ricordava neanche una cosa andata bene in tutta la sua vita.
Però non era triste, o insoddisfatto.
Certo, era difficile arrivare a fine mese con le bollette della casa, il cibo, l'assicurazione dell'ospedale, le spese scolastiche.
A volte non riuscivano a mangiare. Altre volte stavano male per giorni e giorni, ma non potevano andare al pronto soccorso. Altre volte avevano rischiato di essere sfrattati, e di non avere neanche un tetto sopra alla testa.
Ricordava la volta in cui aveva passato tutta la notte in caserma a cercare di tirare fuori il suo amico di prigione, provando a pagare la cauzione con tutti i suoi ultimi guadagni.Ecco, lui sapeva che la vita di nessuno era rose e fiori, non nel quartiere dove abitava, però credeva che qualcuno invece potesse avere quel lusso. Che qualcuno la vita ce l'avesse perfetta per davvero.
Ma non poteva farci niente, e pensava alla sua di vita, che ogni giorno sembrava andare a rotoli, cadendo giù e giù, nel buio totale.
Dopotutto erano poche le cose che lo facevano stare bene. Le sigarette, la birra e beh...il sesso. E per fortuna quello non era mai stato un problema per lui.
Aveva capito di essere attratto dai ragazzi a 13 anni, e aveva scoperto tempo dopo che non erano pochi i ragazzi come lui nella sua città. Per questo non aveva mai avuto problemi a trovare qualcuno che potesse soddisfare i suoi bisogni sessuali.
Ma intendiamoci, Louis non era uno di quelli che credeva nell'amore, o cazzate simili. Più che altro gli piaceva godersi il momento, in un bar, in un bagno, in un letto o in uno sgabuzzino della scuola.
Era un ciao, e subito un addio, o un arrivederci, se gli era particolarmente piaciuta quell'incontro.Insomma, in poche parole, non aveva mai avuto legami d'affetto con praticamente nessuno. E con "praticamente" si intende le sue sorelle e i suoi due amici d'infanzia. Un po' poco...
Sì, lo sapeva bene.Il problema era che lui non si fidava di nessuno, non si era mai fidato. Era stato buttato nel mondo reale quando era ancora troppo piccolo, aveva capito che posto di merda fosse la Terra, con tutti i suoi abitanti, e aveva deciso già da tanto ormai, che non serviva perdere tempo con gli altri esseri umani. Perché erano tutti superficiali, inaffidabili, egoisti e stronzi, e lui voleva starci più che alla larga.
A scuola ci andava, ma non gliene importava molto, perché sapeva che il liceo non gli avrebbe dato i soldi per pagare tutte le spese che ogni mese era obbligato a pagare, e la storia, la matematica, e la letteratura non erano cose che gli interessavano particolarmente, e a cui pensava ci dovesse perdere molto tempo dietro.Louis non si riteneva felice, ma neanche triste, depresso o che altro.
Dopotutto aveva i suoi amici, le sue sorelline, le sigarette, e non dimentichiamoci del sesso. Tutto quello gli bastava.
Non chiedeva di più, perché non si aspettava molto di più dalla vita.
Gli andava bene trovare Zayn la sera con un pacchetto di sigarette nuovo da finire entro qualche giorno, o andare da Liam al bar a fargli compagnia fino alle prime luci dell'alba. Gli bastava vedere le sue sorelle piccole al sabato pomeriggio, e magari avere qualche incontro in un pub al venerdì sera.
Lui non aveva preoccupazioni. O almeno, ne aveva, e tantissime, ma cercava di evitarle. Per meglio dire, affrontava un problema alla volta, e tutti quelli dopo, quelli meno urgenti, li ignorava semplicemente.
Non era mai stato capace di fare più cose allo stesso tempo, quindi faceva lo stesso con i problemi. Uno alla volta, uno alla volta, sempre.Ecco, Louis in realtà una preoccupazione ce l'aveva. Ma era più una paura, una paura costante. Era quasi un tarlo che viveva nella sua testa da sempre. Aveva paura, anzi, era terrorizzato dal futuro. Perché il futuro era così ignoto. Era così lontano, ed impossibile, e lui ne aveva paura perché non aveva la più pallida idea di dove sarebbe andato nella vita. Non sapeva neanche se sarebbe arrivato a 25 anni per l'amor di Dio.
Come poteva pensare al suo futuro, ad una vita migliore, se neanche riusciva a pensare al presente?

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Futuro
FanfictionLouis è un ragazzo pragmatico, che si ritrova a diciotto anni a dover pensare a tutto da solo. Vive in casa con i suoi due amici Zayn e Liam, i tre devono pensare alle bollette, al cibo, alla scuola, ai soldi. Sono tre adolescenti che di adolescenti...