7. TUTTO BENE

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~E siamo barboni e libellule, però pe' strada~

Avevano mangiato la pizza tutti e tre insieme, e avevano giocato con la play di Niall.
In realtà non avrebbe voluto farlo, ma il ragazzo lo aveva praticamente costretto (e ormai sapeva quanto potesse diventare fastidioso quando voleva qualcosa), perciò lo aveva accontentato, soprattutto dal momento che il biondo lo aveva letteralmente ospitato in casa sua.
Giocare alla play era il minimo, davvero.

Verso le dieci poi, Harry disse che doveva andarsene.
Louis non sapeva ancora come comportarsi con lui.
Aveva passato tutta la serata ad evitarlo, anche se si era accorto che il riccio lo avesse osservato per tutto il tempo; sentì i suoi occhi addosso, proprio come al Ricky's la mattina stessa.

Era ancora infastidito per tutta quella storia.
Sapeva di essere un fottuto ragazzino immaturo, che non riusciva ad essere grato e ad ammettere di aver bisogno di aiuto, ma cazzo, odiava la compassione, e sicuramente avrebbe preferito che Harry restasse fuori da tutta quella storia e che non si unisse alla lunga lista di persone che provavano pietà per lui e per i problemi della sua vita.

Però.
Si sentiva in obbligò di doverlo ringraziare.
Doveva per forza. E quello andava contro tutti i suoi principi, ma doveva dire grazie per avergli trovato un posto dove stare per la notte.

Quando ormai il riccio era sulla porta, quasi pronto per andare, lo seguì, usando la scusa di fumare una sigaretta per uscire un attimo fuori dalla porta, così da rimanere da solo con Harry.
(Anche se chiaramente la sigaretta se la voleva fumare per davvero).

Il ragazzo prese la sua giacca, e mentre si stava tirando la porta dietro le spalle, si accorse della sua presenza.
Louis nel frattempo aveva già acceso la sigaretta, e ora ce l'aveva in mano, facendo uscire del fumo dalla bocca.

Fece un sospiro, tenendo lo sguardo in basso.
Era in difficoltà, non sapeva esattamente cosa dire, si spostava da un piede all'altro in modo nervoso.

Anche Harry sospirò affiancandolo.

Senza neanche guardarlo gli passò la sigaretta.
Lui la prese e se la portò alle labbra, aspirando.

"Grazie..." mormorò piano, senza volerlo veramente dire.

"Come?" chiese, espirando.

Dannata voce roca.
Cazzo, ok, non doveva sconcentrarsi.

"Hai sentito." ribatté, guardando sempre in basso, prendendo la sigaretta che Harry gli stava ripassando.

"Prego." disse lentamente.

Fece un tiro, aspirando a lungo, strinse le labbra, e fece uscire il fumo dalle narici.

"Penso che..." sospirò. "Penso che tu ti sia accorto che la mia vita è una merda..."
Fumò ancora.

"Lo è sempre stata, praticamente, o perlomeno lo sono stati gli ultimi anni."

Appoggiò nuovamente le labbra al filtro, aspirò, e passò di nuovo la sigaretta ad Harry, senza guardarlo neanche per un secondo.

"Perciò non voglio e non mi piace che le persone mi guardino pensando a quanto io faccia pena, o quanto io sia pietoso, o-...o che pensino che io sia un povero ragazzino solo e bisognoso d'aiuto."

Sospirò per l'ennesima volta.
"Io non voglio aiuto."

Rimasero in silenzio per qualche secondo, Harry non sembrava aver intenzione di dire neanche una parola.

"Quindi ti ringrazio per avermi aiutato, ma... preferirei che non lo facessi più."

Il ragazzo fece un ultimo tiro alla sigaretta, poi si girò indietro, verso un posacenere che probabilmente usava di solito quando andava lì a casa di Niall, e la spense.
Si strinse nella giacca, con il labbro inferiore stretto tra i denti.

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