4. DIPLOMA

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~ Mia madre che ormai non mi guarda più in faccia ~

Era un freddo giovedì pomeriggio metà ottobre, e Louis era a lavoro dal Ricky's.

Con lui nel locale quel giorno c'era Harry, e tutti e due non stavano facendo assolutamente niente.
La tavola calda era praticamente vuota, se non per qualche persona qua e là seduta al tavolino con un caffè, un libro o un computer.

Il pomeriggio era stato completamente statico. Erano entrati si e no dieci persone dalle due e mezza alle cinque, e quel numero sembrava non sarebbe salito nell'arco di un'ora.
Louis doveva stare in cucina, Harry in sala, in quel momento però, erano entrambi al bancone, seduti sul piano a non dire né fare niente.
Era davvero noioso, stare lì ad aspettare che i minuti passassero. E lui odiava tremendamente le giornate come quelle. Le giornate definibili "inutili" in cui non succedeva niente, e non si faceva niente.
Le giornate grigie.
Le odiava tantissimo. Erano così monotone e spente.
Quel giorno era anche stanchissimo, e passare tutto il pomeriggio al Ricky's a perdere tempo non era stato esattamente quello che avrebbe voluto.
Starsene a casa a non fare niente, al caldo, a dormire, beh, quello lo avrebbe apprezzato molto di più.

Lui ed Harry avevano fatto sesso un'altra volta. Era successo in un mercoledì sera.
Louis era in casa sul divano a guardarsi la tv quando gli era arrivato un messaggio.

Puoi essere la mia distrazione per venti minuti?

Non ci aveva messo molto a capire chi l'avesse scritto.
Harry, ovviamente.
Non si era neanche chiesto come avesse fatto ad avere il suo numero, si era messo la giacca, le scarpe, ed era uscito.

Ad accoglierlo al Ricky's c'era stato un Harry ancora più bello del solito, con i capelli tutti scompigliati e i pantaloni che sembravano stargli ancora più aderenti del solito.
Era stata una cosa veloce, ma come sempre magnifica.
L'avevano fatto contro al muro e il riccio si era anche lasciato preparare da lui, e fu strano, perché era da tantissimo che non lo faceva, di solito l'altra persona faceva da sola, e il fatto che quella sera l'avesse fatto lui dopo tutto quel tempo fu davvero molto eccitante.

Ad ogni modo, ora erano seduti lì, annoiati, zitti, e anche scomodi, perché quel piano di marmo era freddo e duro sotto al sedere.
Suonò la campanellina dall'entrata. Entrambi si girarono verso la porta, e scesero giù dal bancone.
Si avvicinarono due ragazze.

"Ciao." disse una delle due.

"Come posso esservi utile? disse Harry facendo un sorriso.
Lui intanto si era riempito un bicchiere di caffè e lo sorseggiava lì accanto al riccio, cercando con tutte le sue forze di non addormentarsi.

"Uhm...vorremmo due porzioni di pancake."

"Con lo sciroppo d'acero?" Chiese il ragazzo, scrivendosi l'ordine su un foglietto.

"Sì, grazie."

"Ok, altro?" alzò la testa e le guardò.

"Prendiamo dei milkshake?" domandò una delle due ragazze all' amica.

"Sì, al cioccolato." rispose lei.

"Uhm sì, un milkshake al cioccolato e uno alla fragola." la prima si rivolse di nuovo ad Harry.

"Perfetto, arrivano subito." fu la risposta del ragazzo, che finì di scriversi tutto sul taccuino.

Si girò verso Louis.
"Faccio io." lo precedette stancamente lui, passandogli dietro per andare in cucina.

Una volta lì tirò fuori dal frigorifero l'impasto dei pancake già pronto nella ciotola, e si diresse ai fornelli.
Da lì sentì la voce di Harry continuare a parlare con le ragazze.

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