14. DANZA

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Dopo il suo compleanno, Harry prese l'abitudine di andare a casa sua molto più spesso. Dormiva da Louis almeno quattro sere su sette e di solito glielo chiedeva in tarda serata, o ad orari improponibili della notte. A volte però, capitava che il ragazzo glielo chiedesse al pomeriggio, quando ormai era già lì a casa sua.

La prima volta che Harry lo chiamò alle due di notte chiedendogli se poteva andare da lui, fu qualche giorno dopo il suo compleanno. Louis era nel letto che stava dormendo da almeno due ore quando il suo cellulare, appoggiato sul comodino, iniziò a squillare.
Allungò una mano, afferrandolo, e con un occhio aperto e uno chiuso, frastornato, rispose alla chiamata.

"Pronto, Harry?" disse, con la voce impastata.

Il ragazzo dall'altro capo del telefono fece un sospiro. "Posso venire da te?" chiese, piano, e sembrò quasi squittire da quando fu debole e acuta la sua voce.

Louis rimase in silenzio, non stava capendo niente, aveva il telefono appoggiato all'orecchio e gli occhi chiusi, e stava ancora praticamente dormendo.

"Ti prego Louis..." mormorò il ragazzo, e lui sembrò acquistare lucidità.

"Sì, sì, vieni." rispose sottovoce.

Il ragazzo era arrivato un quarto d'ora dopo, indossava un pantalone lungo, mollo, che lo faceva sembrare più basso, e sopra aveva una felpa grigia, dove probabilmente Louis ci sarebbe sprofondato dentro da quanto era grossa. Era andato ad aprirgli alla porta, il riccio si era tolto le scarpe per non fare rumore e lo aveva seguito su per le scale, senza fiatare. Entrati in camera Louis si era buttato di nuovo a letto a peso morto, mentre Harry aveva chiuso lentamente la porta, si era levato la giacca, la felpa, i pantaloni, aveva appoggiato la sua roba in un angolo e si era rintanato nel letto, vicino a Louis.

Era girato sul fianco rivolto verso Harry, così il ragazzo si mise sul fianco sinistro, e lo guardò.

"Sembri un piccolo cucciolo confuso quando sei stanco." gli sussurrò il riccio, e lui in risposta sbattè le palpebre ancora più lentamente, facendogli un terzo dito, e si procurò come risposta da Harry una piccola risatina.

Louis non voleva neanche sapere cosa fosse successo a casa del ragazzo per presentarsi da lui alle due di notte.
Fece un sospiro, addolcendo lo sguardo mentre guardava il ragazzo, che gli faceva fin troppa tenerezza.

"Adesso dormi, mmh?" aveva sussurrato stancamente.
Lui aveva annuito, sembrava essere sollevato di trovarsi lì, e aveva abbassato la testa, chiudendo gli occhi e raggomitolandosi meglio dentro al piumone.

Louis non si sarebbe certo aspettato che quella sarebbe stata la prima di tante chiamate notturne di Harry, in cui chiedeva se potesse andare a dormire da lui. Soprattutto perché in quelle volte lì, non sempre scopavano, anzi, ormai erano più le volte che il ragazzo dormisse semplicemente lì che quelle in cui si addormentassero dopo aver fatto sesso. Per intenderci, scopavano sempre, molto, ma non durante quelle notti, in cui Harry agli occhi di Louis sembrava una persona completamente diversa, quasi sconosciuta, indifesa.

Liam e Zayn ormai si erano abituati alla presenza del ragazzo in casa così spesso.
Sì, avevano fatto i loro soliti commenti, ma Louis sapeva che fossero tanto per scherzare, che a loro non cambiava se Harry restasse oppure no, anzi, addirittura sembrava che ne fossero lieti, perché entrambi ancora fasticavano su una possibile relazione tra i due.

"Sbaglio o Harry ufficialmente ha preso l'affitto fisso nel tuo letto?" gli disse Zayn, un mattino mentre erano in macchina e si dirigevano a scuola.

Louis alzò gli occhi al cielo. "È un periodo complicato per lui." rispose solamente, guardando fuori dal finestrino.

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