2. GENERAZIONE

635 31 13
                                        

~ E non mi dire di calmarmi, che non è cosa ~

"Quanti soldi abbiamo messo da parte fin'ora?" Domandò quella sera Louis guardando il barattolo dove tenevano i soldi per l'affitto.

"Mettendo insieme anche dei risparmi che già avevamo da parte...£420. "
"Abbiamo solo dodici giorni ragazzi...cazzo."

"Zayn devi trovare un lavoro anche tu." Disse Louis, quasi esasperato.

"Ragazzi, lo sapete anche voi che un modo per pagare l'affitto più facilmente ci sarebbe..."

"Di cosa stai parlando?"

"Lo sapete di cosa... semplicemente voi non volete che io lo faccia."

Capì, e si incazzò.

"Zayn, ma di che cazzo parli! Ma come può venirti anche solo in mente! Lo sai che quella roba lì è una fottuta merda, e sai anche che se venissi di nuovo beccato non avremmo i soldi per tirarti fuori, cazzo! E poi...aghh,"

"Alla terza volta ti prendi due anni di galera! Vuoi andare in galera?! Cazzo! Non mi dire che hai ricominciato! Perché giuro che stavolta quel fottutissimo Dave lo ammazzo, lo ammazzo, fosse l'ultima cosa che faccio!"

Louis sapeva che probabilmente stava esagerando. Sapeva anche di star spaventando i suoi amici, perché quando urlava e si arrabbiava in quel modo quasi si spaventava da solo. Sapeva di dover affrontare la cosa diversamente. Ma era stanco. E stressato. E aveva una paura fottuta di finire sotto ad un ponte. E non voleva che il suo amico rischiasse di nuovo di andare in prigione.
Detto sinceramente voleva solo scappare lontano. Oppure sperava di star sognando, che l'ultimo anno e mezzo della sua vita fosse solo stato un sogno, o meglio un incubo, sperava di svegliarsi, e di trovarsi in un letto sempre caldo, con la pancia sempre piena, e una vita assicurata. Il college, un lavoro... Louis voleva solamente che il futuro fosse suo amico. Che non lo rincorresse ogni volta, spaventandolo a morte.
Per questo dopo aver urlato in quel modo, e dopo, senza pensarci due volte andò verso la porta di casa e uscì.

Non sapeva dove andare, sapeva solo di voler stare il più lontano possibile da quella casa, e dai suoi due amici, almeno per un po'.
Non aveva voglia di andare in piazza, né al muretto. Non aveva voglia di fumare una sigaretta e tornare indietro.
Voleva distrarsi, e i suoi piedi senza che neanche li comandasse lo portarono da Ricky's.
Si chiese per quale motivo fosse arrivato lì involontariamente. Ma sapeva la ragione.
Aveva sentito da Ricky che il turno di mercoledì sera spettava ad Harry, per questo era lì.

Entrò, ed il locale era vuoto se non per due persone che ancora stavano sedute ai tavoli a bere caffè.
Guardò verso il bancone, e c'era il ragazzo impegnato a fare qualcosa, che da così lontano Louis non poteva capire di cosa si trattasse.
Erano le undici e dieci e a breve il locale avrebbe chiuso.
Si avvicinò agli sgabelli, e appoggiò i gomiti al banco.
"Ciao." Disse piano.

Harry alzò la testa, e ci mise qualche attimo di più a mettere a fuoco la sua figura, e a capire chi avesse davanti.
"Ciao." Rispose.
Louis notò che aveva in mano uno straccio, e che la cosa che stava facendo era pulire il piano sporco.

"Che ci fai qui?" Gli chiese Harry, lasciando il panno bagnato nel lavandino.
Alzò le spalle, perché non sapeva cosa rispondergli,si girò indietro, e guardò se le due persone fossero ancora lì, poi tornò a guardare il ragazzo.

"Hai voglia di..."

Non voleva essere scortese con lui. Aveva un visino tanto carino, e in quel momento lo stava anche guardando in un modo fin troppo innocente per potergli chiedere così diretto di scopare.
Ed era strano che Louis tentennasse, non lo faceva mai. Arrivava sempre dritto al punto, velocemente.
Ma lì davanti a lui, non ce la fece.

FuturoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora