Capitolo 10

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La mensa come sempre è stracolma di gente e quasi tutti i tavoli sono occupati. Non mi importa minimamente dal momento che non ho intenzione di passare un secondo in più con questi rammolliti senza cervello. Pago l'anziana cuoca dietro il bancone di ferro lucido che mi serve il pranzo con un gran sorriso in volto.

Probabilmente Dorothy è l'unica persone che mi mancherà quando finalmente avrò lasciato questo inferno di scuola.

Prima di uscire definitivamente dalla grande sala do un ultimo sguardo in giro in cerca della ragazzina. Struzzo gli occhi quando la vedo seduta in un tavolo poco distante da dove ora sono io,affiancata da un ragazzo che non ho mai visto prima. Mi muovo verso il tavolo e senza degnarli di uno sguardo mi siedo. Sento,invece, i loro sguardi bruciare su di me mentre mastico la mia insalata. Alzo lo sguardo verso la ragazza dagli occhi chiari che mi sorride imbarazzata.

"Non ti aspettavo." ammette guardandomi.

"Lo vedo." dico alludendo alla presenza del ragazzo magro e con i capelli ricci seduto troppo.vicino.a lei.

"Oh si,lui è Olly." Lo indica sorridendo e lui fa un cenno con la mano verso di me. Annuisco semplicemente. Non mi importa il suo nome.

"Tu devi essere Abigail." Sorride lui. Idiota.

"Gia"mastico svogliatamente un'altra foglia dell'insalata.

"Okay..io...uhm..devo andare. Ci si vede in giro." Il ragazzo riccio si alza impacciato.

"Puoi contarci." Dico con finta simpatia congedandolo.

Lo guardo andare via chino con le mani.nelle.tasche e ghigno leggermente.

"Idiota." Dico tornando a mangiare la mia gustosissima pietanza a base di figlie,pomodori e limone.

"Perché devi essere sempre così scontrosa con tutti?" Mi urla contro Andrea.

Cazzo se urla la ragazzina.

"Non ho detto nulla." Mi giustifico pulendomi le labbra. Lei mi guarda male,ma poi sbuffa arrendendosi. Sorrido vittoriosa e scocco la lingua contro il palato. Distoglie lo sguardo da me e comincia di nuovo a mangiare. Mi sporgo per prendere una patatina dal suo vassoio giusto per infastidirla. Mi arriva uno schiaffo sulla mano e la guardo scioccata.

"Non il mio cibo." Mi avverte minacciosa e io le scoppio a riderle in faccia. Continua a guardarmi male per un altro po', ma poi si unisce alla mia risata.

"Perché sei stata bocciata? Per 3 volte.." Mi domanda dopo qualche minuto di snervante silenzio.

"Non vado molto bene in matematica e in geostoria." Sbuffo ricordando la faccia di culo della signorina Doyle.

Che troia.

"Abbiamo insieme entrambe le lezioni." Mi informa con un sorriso. " e si da il caso che la matematica è la mia materia preferita e anche geostoria mi riesce bene." Dice guardandosi le unghia con fare presuntuoso. So dove vuole andare a parare. Sbuffo scocciata. Non voglio che mi dia una mano, posso farcela da sola.

Come no. Mi deride il mio subconscio.

"Mi stai per caso offrendo un aiuto ragazzina?" Lei alza di nuovo gli occhi su di me e annuisce energicamente. Fingo di pensarci un po',giusto per fare scena, ma poi annuisco stancamente.

"Okay allora oggi pomeriggio dopo le lezioni vieni a casa mia." Asserisce lei alzandosi dal tavolo. Capisco che era un saluto quando senza voltarsi esce dalla mensa lasciandomi come un'idiota seduta da sola.

Sarà una lunga giornata.

—-

Quando arrivo davanti alla piccola villetta ho il fiatone e il cielo ormai è scuro. Mi ci è voluto tutto il pomeriggio per ricordare la strada percorsa solamente il giorno prima e in più si mette il fatto che casa mia è a chilometri di distanza da qui e che io ero a piedi dato che non esiste che io prenda l'autobus.

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