16.

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POV. Jenny

Era da tre settimane che non sentivo Gary e devo dire che non ne sentivo la mancanza. Almeno apparentemente. Ma stavo bene anche senza di lui.
Quel giorno ero rimasta un casa tutta la mattinata per l'esame della mattina dopo. Ero sfinita così mi infilai le prime cose che trovai e uscii. Appena varcai la porta vidi arrivare dalla strada una macchina rossa che non mi sembrava sconosciuta. Quando iniziai a vederla meglio mi resi conto che la macchina era di Gary e che era lui a guidarla. Sentii una fitta al cuore e l'ansia invadermi il corpo.
Ero tentata di girarmi e tornare in casa, ma qualcosa mi fermava.
Avevo lo stomaco in subbuglio e il cuore mi batteva sempre di più a ogni sua mossa. Non vedendo Gary per un po', la cotta che avevo per lui stava piano piano passando.
Anche se a dir la verità non so quanto lo potesse essere. Infatti tutti quei sentimenti che avevo trattenuto per quel periodo stavano venendo fuori, uno più doloroso dell'altro.
Gary scese dalla macchina e mi corse incontro, appena arrivò abbastanza vicino mi strinse il braccio. Forse per paura che me ne andassi.
Io ero atterrita, non sapevo nemmeno che dire, infatti rimasi lì, immobile, con il braccio sotto la sua forte strinta, che mi faceva anche male, ma le gambe non si volevano muovere.
« Jenny non andartene, ti devo parlare» Era un po' difficile muovermi, sai Gary? Dato che mi stai quasi stritolando il braccio. Guardai il mio braccio che stava diventando rosso, sentivo le mani di Gary leggermente umidicce sopra la mia pelle. Infondo infondo mi resi conto che non mi dispiaceva averlo di fronte.
« So cosa ho fatto, più che altro detto. Ti giuro che non lo pensavo assolutamente...» I suoi occhi erano sempre di quel blu intenso da toglierti il fiato, ma stavolta erano leggermente lucidi. Una parte di me ci si stava perdendo dentro ma una parte di me lo stava odiando, volevo dirgli tutto, tutto quello che in mesi e anni non gli avevo mai detto .
« Gary le hai dette quelle cose quindi le dovresti anche pensare » riuscii finalmente a liberarmi dalla sua presa, ma non me ne andai.
« Ti giuro che non le penso; se le pensassi non sarei qui. Ci tengo troppo al nostro rapporto e mi dispiace moltissimo anche di aver baciato Megan. Ero ubriaco e non so cosa mi fosse passato dalla mente » da come parlava sembrava arrabbiato e nervoso. Sembrava che ce l'avesse con se stesso e continuava a restare immobile davanti a me con quel suo sguardo fantastico,sicuro di quello che voleva.
« Gary non mi interessa se hai baciato Megan. Non stiamo insieme e non devi darmi nessuna spiegazione sul perchè l'hai fatto, non é quello che mi interessa. Mi interessa quello che hai detto, da te non voglio delle scuse. Voglio solo la verità » cercai di non peggiorare la situazione sembrando acida , ma ero arrabbiata con lui e non ci riuscii molto.
« La verità é che per quanto io non voglia, tu sei una delle poche cose da cui non riesco a stare lontano...» Gary si fermò, mi strinse i fianchi e mi porto proprio sotto i suoi occhi.
Che dovevo fare? Ovviamente rimasi lì ferma sperando che continuasse il discorso senza fare cazzate che mi avrebbero ricreato tutta la confusione in testa. Ma non lo fece, mi strinse ancora di più a sé come mai prima d'ora, ed io ero completamente sua.
La mia parte razionale mi aveva salutato giá da un bel po' quando Gary spostò le mani posandole sul mio viso. Alzai gli occhi e sperai che non stesse per fare quello che pensavo.
Poi lo fece. Mi baciò . E fu la cosa più bella. Sentivo il suo cuore battere a mille, ma non lo faceva quanto il mio. Mi stringeva ancora a sé, ancora più forte ed era una cosa fantastica. Per la prima volta ero sicura che tenesse a me...

Pazza di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora