18.

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Mi sentivo troppo in colpa. Non riuscivo a fare altro se non a pensare quello che avevamo fatto io e Gary. Perché l'avevo fatto? Ma che mi passava dalla testa in quel momento!
Dovevo per forza fare qualcosa. Quindi presi le chiavi e mi diressi subito sotto casa di Gary. Non sapevo nemmeno che avevo in mente, ma era l'unica cosa che avevo voglia di fare. Appena arrivai davanti al suo cancello mi fermai a ripensare a quello che era successo alla festa ma la mia coscienza ovviamente mi interruppe:
"No Jenny sta volta stai zitta e fai quello che vuoi fare e basta."
Quindi mi sistemai i capelli specchiandomi nel campanello lucidissimo che iniziai subito dopo a suonare, ero agitata e non avevo idea del motivo. Non sapevo che fare quando Gary sarebbe uscito dal cancello...
« Jenny ma che ci fai qua?» Gary sembrava stupito del fatto che fossi lì e lo ero anche io. Avevo il cuore a mille, stavo diventando rossa e non sapevo che fare. E nella fretta e agitazione lo presi e lo baciai. Quando mi staccai da lui, mi guardò e disse ridendo:
« Ma che fai? Deciditi, mi farai diventare matto » e io diventai inevitabilmente rossa giocherellando con una ciocca dei miei capelli.
Mi limitai a sorridere, poi lui mi prese la mano:
« Vieni entra, non vorrai mica rimanere fuori » la sua mano era calda e il suo sorriso era sempre più bello. Sembrava diverso. Mi portò nel giardino dietro casa e ci sedemmo sotto l'albero che amavamo tanto da piccoli. Mi ricordava un sacco di momenti stare lí, ma Gary sembrava perso. Da un momento all'altro aveva completamente cambiato espressione. Che lunatico. Continuava a fissare le radici dell'albero sotto di lui e a muoversi i capelli con la mano.
« Quindi?» dissi cercando di ricevere una risposta alzando il sopracciglio.
Ma Gary continuava a fissare la terra senza battere ciglio.
« Gary? Una risposta? » mi stavo spazientendo. Era stato lui a baciarmi la prima volta e ora se ne stava zitto?
Non lo capivo. Decisi di alzarmi prendendo velocemente la borsa, quasi cascando su una radice dell'albero. Se non voleva parlare non c'era motivo di stare li. Lui non mosse nemmeno un muscolo, rimase lì seduto a fissare il vuoto. Prima di uscire dal cancellino mi voltai per guardare se si fosse alzato o qualcosa del genere, almeno speravo. Ma nulla. Me ne sarei andata sicuramente, ma prima gli volevo dire una cosa:
« Gary non ti capisco proprio. » finalmente si girò alzando la testa e sistemandosi i capelli che gli erano caduti sugli occhi.Meno male si era accorto di me. Bene, ora potevo continuare. Mi sistemai la borsa che stava cascando e riniziai « Prima, appena succede qualcosa fai di tutto per sistemarle, mentre ora che sono qua io non te ne frega niente? Non capisco proprio mi dispiace»
Conclusi voltandomi. Mentre cercavo di aprire il cancellino che proprio non aveva intenzione di farlo, sentii Gary alzarsi e raggiungermi. Posò la mano sul cancellino proprio quando stavo riuscendo ad aprirlo, richiudendolo.
« Dove vuoi andare?» disse finalmente guardandomi con aria leggermente preoccupata.
« Via » continuavo a non capire, mi passavano per la testa mille flash su come sarebbe potuta andare a finire e avrei solo voluto che mi dicesse che ci teneva.
« No, non te ne vai » disse deciso fermandomi la mano che nel frattempo avevo posato sul cancello per cercare di aprirlo. « É un ordine? » chiesi interrogativa mentre tentavo di nuovo di aprire quel trabiccolo.
« Si Jenny » mi prese i fianchi e mi strinse di nuovo a lui appoggiando la testa sulla mia spalla. Io però non ricambiai l'abbraccio. Non capivo.
« Gary davvero non ca..»
« Adoro il tuo profumo» disse non muovendosi dalla sua posizione e stringendomi ancora di più.
« Ma che dici?» cercai di dire mentre cominciavo a ridere. Mi erano diventate le guance rosse e gli presi la faccia tra le mani spostandola « Cosa vuoi da me?»
« Non lo so » abbassò di nuovo lo sguardo spostandomi le mani e dirigendosi di nuovo sotto l'albero. Io rimasi lì immobile aspettando di nuovo una sua risposta. Poi lo seguii e mi sedetti vicino a lui.
Aggrottai la fronte e lui continuò:
« Non fare quella faccia. Non hai idea di quanto ci tengo a te, ma non voglio farti soffrire. Lo so che lo farei» non mi guardava nemmeno, così lo avvicinai a me cercando di distrarlo dal terreno:
« Cos' hanno quelle radici di così bello eh? » cercai di buttarla sul ridere ma in quel momento volevo solo una risposta accettabile.
« Nulla più dei tuoi occhi » il cuore cominciò a battermi ininterrottamente e lui finalmente cominciò a guardarmi e io a perdermi nei suoi occhi.
« Gary non mi farai soffrire se non ci proviamo non possiamo sapere. Non so quanto tu lo voglia, ma io lo so, e ti voglio con me » Mi sentivo un po' presa in giro dato che Gary di nuovo non mi dava risposta e nuovamente evitava ogni tipo di contatto con me.
Continuai a fissarlo cercando di ricevere un suo gesto:
« Gary cazzo rispondi! » dissi iniziando a tirargli pugnetti sul braccio e non riuscendo a trattenere la rabbia che avevo.
« Smettila. Sei l'unica cosa che voglio, e per questo non voglio farti male»
« Ma che stai dicendo Gary?! Mi faresti più male se mi lasceresti qua così» continuavo a non capirlo.
« Non capisci...» disse freddo.
« Spiegami allora» ero nel pallone. Cosa voleva? Io ero lì solo per lui quindi doveva solo dirmelo.
« Jenny...»
« Jenny un tubo, Gary. Muoviti. Mi vuoi si o no? Dimmelo e me ne faccio una ragione senza troppi giri di parole»
e iniziai a lacrimare cercando di non farmi notare da lui. Presi la manica della maglia e iniziai ad asciugarmi le lacrime mentre regnava il silenzio. Si sentiva solo un' uccello che cantava sul ramo dell'albero.
« Bene, hai risposto. Me ne vado» mi alzai stavolta decisa ad andarmene, ma Gary mi precedette alzandosi di scatto e bloccandomi contro il tronco dell'albero.
« Jenny cazzo ti amo »
E mi baciò stringendomi le mani contro l'albero.

Pazza di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora