21.

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Bene, era il momento di prepararmi per la festa.
Scelsi un vestito lungo nero con uno scollo sulla schiena, iniziai a rufolare nella camera di mia madre per trovare una giacca e dei tacchi. Trovai una giacchetta rossa e delle scarpe dello stesso colore. Le indossai e corsi di sotto sentendo il campanello suonare. Era Molly.
« Allora, sei pronta? » disse entrando in casa. Dietro di lei c'era Jake che mi sorrise chiedendomi di entrare.
« Si, prendo la borsa e arrivo »
Ne scelsi velocemente una e ci infilai tutto, poi salii nell'auto di Jake.
Arrivammo al pub in pochi minuti e Gary era lì che ci aspettava. Sentivo il cuore martellarmi il petto, la gola era secca e le mani mi sudavano. Era troppo strano andare ad una festa mano nella mano con Gary.
Entrammo, la stanza era già piena ed emanava odore di alcol, Michael ci corse incontro non appena si accorse di noi.
« Wow, e questa novità ?» disse indicando le nostre mani ancora intrecciate. Le guardai anche io, si è questa novità? Gary si avvicinó a me stringendomi le spalle a se.
« Eh si, comunque buon compleanno Michael !» disse mettendosi a ridere.
Sentii le guance arrossarsi quando Gary si protese in avanti per baciarmi la guancia. Mi trascinò in pista poco dopo, ballammo tutta la sera. Quando le mie gambe iniziarono a formicolare indicai con la testa un angolo del bar a Gary e quando annuì uscii dalla nuvola di gente che ballava scomposta.Mi sedetti davanti al bancone e ordinai un drink. Afferrai il bicchiere e ne bevvi la metà.
« Ehi bella che fai qua? » mi voltai trovandomi di fianco un ragazzo moro alto, sembrava ubriaco da come gesticolava. Mi posò la mano sulla spalla e al suo tocco mi ritrassi. Guardai intorno, non vedevo né Molly nè Gary. Cavolo.« Ehi » disse lui prendendomi per il braccio. Scossi il braccio, ma non si mosse. Mi fissava e sorrideva compiaciuto.
« Ma che fai? Lasciami » urlai per farmi sentire, ma sembrava che quello avesse le orecchie tappate. Alzò la mano libera e mi scostò una ciocca di capelli dal viso. Strinse ancora di più il braccio che teneva e mi trascinò fino in pista. Sembrava che nessuno si accorgesse delle mie grida. Si avvicinò quando fummo circondati da ragazzi e ragazze e mi baciò il collo. Alzai la gamba e colpii la sua. Si accasciò lentamente per terra grugnendo mentre le persone attorno a noi si radicano ancora di più per vedere cosa fosse successo. Non persi tempo, iniziai a correre per il pub nel tentativo di trovare Gary.
Scorsi il ciuffo moro accanto al barman. Sospirai per il sollievo. Mi feci largo tra la folla e quando ci fui vicino sprofondai tra le sue braccia.
« Gary dov'eri finito? Non mi lasciare più capito ?» lasciai cadere la testa nella sua camicia mentre disegnava con la mano movimenti concentrici sulla mia schiena.
« Dove eri finita te piuttosto » disse stringendomi ancora e baciandomi la fronte. Sentii una pressione sulla schiena, mi voltai e quel ragazzo appoggiava le mani alla mia schiena tirandomi verso di lui. Mi voltai velocemente e lo scostai da me spingendolo e gridandogli di lasciarmi stare. Gary gli si avvicinó alla faccia con il pungno ben serrato. La mandibola era tesa e la rabbia gli si leggeva in viso. Mi nascosi dietro le sue spalle mentre lui avanzava verso il ragazzo.
« O la lasci stare o le prendi, capito? » agitò il pugno di fronte a lui mentre digrignava i denti. Non l'avevo mai visto così. Il ragazzo tentò invano di compire Gary che si scostò e sferrò il suo colpo, facendo cadere l'ubriaco. Fissai entrambi confusa ed esterrefatta.
Gary mi prese la mano, era calda e le sue nocche sanguinavano leggermente. Le sfiorai e Gary sussultò.
« Vieni andiamocene » sussurrò al mio orecchio trascinandomi verso l'uscita mentre cercavo di non essere buttata per terra da tutte le persone che c'erano. Quando arrivammo fuori, le forti luci del piazzale mi distruggevano gli occhi, che fui costretta a socchiudere. Mi avvicinai a lui e non esitò a prendermi sotto il suo braccio.
Salimmo in auto e mi lasciai cadere sul sedile. C'era uno strano odore, nuovo. Probabilmente adesso tutto sarebbe sembrato nuovo ai miei occhi.
« Gary dove andiamo? Molly mi ucciderà...» dissi guardando fuori dal finestrino e lanciando una rapida occhiata al parcheggio del pub.
« Non mi importa, c'era troppa gente lá dentro...» fece una smorfia, fissava la strada senza nemmeno guardarmi. Mise in moto la macchina mentre allacciavo la cintura. Dopo poco ci trovammo davanti al cancello del parco, mi venne subito in mente Mark, ma smossi la testa cercando di distogliere quel pensiero.
« Gary perché siamo qua?»
« Non c'è nessuno adesso. Avevo voglia di stare soli » disse guardandomi e sorridendo lievemente. Si slacciò la cintura e feci lo stesso con la mia seguendolo.Il parco era illuminato da grandi luci e le macchine continuavano a scorrere sulla strada nonostante l'ora.
Ci sedemmo ed io mi sdraiai sulla panchina mettendo la testa sulle sue gambe. Mi accarezzava la testa, mentre inalavo il suo profumo. Dio, era tutto quello che avevo sempre desiderato.
« Gary » sussurrai. Mi guardò dalla sua posizione e sorrise annuendo. « Quel giorno stavi scherzando»
« Quel giorno?« ripeté accigliandosi. Mi alzai per sedermi, ma Gary mi fece stendere di nuovo.
« Si. Quel giorno a casa tua.. Tu.. Uhm, hai detto di amarmi » arrossii. Mi sentivo una stupida.
« Jenny ti amo davvero, te lo ripeterei all'infinito. Da quando non mi hai più rivolto parola, ho capito cosa mi stavo perdendo.. Non potevo permettere di lasciarti andare » si chinò e mi lasciò un altro bacio sulla fronte. Sorrisi al suo gesto.
« Credo di amarti Gary. Anzi, l'ho sempre saputo » puntualizzai giocherellando con i suoi pantaloni.
« Non voglio perderti » Mi scese una lacrima che inevitabilmente finì sulla gamba di Gary. Mi alzó la testa e me la portò vicino alla sua illuminata da un piccolo lampione accanto a noi.
« Te non devi avere paura, ti proteggo io. Anche da me. Ci tengo davvero Jenny, fidati »
Avevo i suoi occhi davanti ai miei, il suo sorriso, il suo profumo... No basta, lo amavo davvero... Mi accarezzò la guancia asciugandomi la lacrima e poi mi baciò stringendomi a se. Le sue labbra morbide e calde sulle mie mi mettevano i brividi.
« Anche da te » ripetei quando mi lasciò tenendomi, però ancora la testa fra le sue mani.
« Lascia stare piccola...»
Mi riprese tra le sue braccia ed io non chiesi nulla di più.Lo avevo con me e questo mi bastava.

Pazza di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora