12.

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Era lunedì di nuovo e per tutta la giornata avrei dovuto impegnarmi per fare quello che mi ero prefissata.
Non volevo di nuovo cedere appena vedevo gli occhi di Gary. No, stavolta non potevo. Dovevo far finta di niente. Volevo delle scuse e soprattutto volevo la verità, ma Gary doveva capirlo da solo, senza che gliele chiedessi io. Non sarebbero state sincere.
Dopo le quattro ore di lezione mi diressi alla mensa, mi accorsi subito che Gary era giá dentro e stava aspettando qualcuno, magari Megan...
Ero consapevole che se lo avessi rivisto e se lo avessi avuto accanto avrei sicuramente ceduto ai suoi occhi, e non potevo permettermelo. Così decisi di andare a prendere un panino veloce al bar della scuola per poi andare direttamente in classe. Almeno non sarei arrivata in ritardo di sicuro.
Mi diressi verso il bancone del bar, presi il panino e poi corsi verso l'aula per evitare qualsiasi incontro con Gary o con qualche suo amico. Prima di stringere la maniglia cercai di sistemarmi i capelli che dopo la " corsa" si erano completamente sfatti.
Poi aprii la porta lentamente per essere sicura di essere sola e sentendo il silenzio all'interno della classe mi rassicurai. Quindi la spalancai.
Quanto avrei voluto tornare indietro.
Nell'aula, seduto all'ultimo banco, c'era Gary. Cazzo. Non veniva mai in classe prima del suono della fine del pranzo, quindi che ci faceva lì? Aveva le cuffiette e stranamente leggeva e cercai di sedermi il più silenziosamente possibile, dato che aveva la testa bassa sul suo libro.
Rimasi lì, immobile, senza dire nulla fissando il vuoto. Mi si fermò il respiro, avevo il cuore in gola.
Sapevo che prima o poi si sarebbe accorto che non era più solo.
Infatti non passo molto tempo prima di sentire Gary alzarsi, e scendere le scale di legno. Pregai chiunque perché non si sedesse nella sedia libera vicino alla mia. Me lo ritrovai affianco con lo sguardo puntato su di me e in quel momento mi salì il panico.
Bene, e ora? Ero fregata.
« Jenny che fai,mi eviti?»
Ehm si bello, esatto ti evito. Quindi sei pregato di alzarti e levarti dalle palle.

« ehm no..» risposi abbassando lo sguardo.
« sicura?» disse con il suo sguardo da cane bastonato. Lo odiavo quando faceva così, non ne aveva motivo quindi doveva smetterla. Mi metteva ansia.
« Si sono sicura » mai stata più fredda di così « te piuttosto che ci fai qua? Non arrivi mai prima della seconda campanella..» feci una smorfia e mi chinai per prendere il mio libro di chimica.
« Non stavo bene oggi nella mensa...» si girò per guardarmi ma il mio sguardo era fisso sul tavolo.
« Ah interessante, e... perchè?»
Non ero mai stata così arrabbiata con lui ma stavolta dovevo esserlo. E che cazzo aveva praticamente detto che non mi sopportava. Sono del parere che quando si dice qualcosa lo si pensa anche, quindi se quella sera era ubriaco o no, la situazione non cambiava.
« Ma che hai eh? Sei strana... Comunque é per questo che non stavo bene nella mensa, ti stavo aspettando... So che mi stai evitando e sapevo che saresti venuta qua proprio per questo. Volevo parlarti, devo sapere che é successo »
Era davvero ubriaco quella sera? Mm non lo so sinceramente, però se non sapeva quello che aveva detto forse lo era davvero. Però quelle cose le pensava per averle dette quindi non c'era storia che reggeva.
« Penso che lo dovresti sapere anche da solo. Non so cosa tu avessi quella sera alla festa e sinceramente non mi interessa nemmeno saperlo. Non ti sto evitando per l'ennesima volta, ora ti puoi alzare?» dissi scocciata. Volevo solo che si alzasse e se ne andasse dalla classe, non avevo intenzione di parlaci.
Mi guardò per un po',  mentre io cercavo di ripassare per la verifica, poi si alzò e tornò al suo posto.
Meno male se ne era andato. Non so cosa gli avrei detto se se ne fosse stato li. Rimanemmo da soli per altri 10 minuti circa e ogni volta che entrava qualcuno ci squadrava entrambi chiedendosi perchè non eravamo insieme come tutte le volte.  Poi si sedeva e iniziava a borbottare qualcosa con il compagno continuando a fissarci. Non ci feci molto caso e aspettavo solo che finisse quella giornata schifosa.

Pazza di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora